Dall’Igna: “Lorenzo ha ragione, abbiamo sbagliato noi”

Dall’Igna: “Lorenzo ha ragione, abbiamo sbagliato noi”
Giovanni Zamagni
Nel tradizionale incontro con la stampa di fine anno, il Direttore Generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, torna su quanto avvenuto domenica. “Avevamo la sensazione che Dovi fosse più veloce, ma non era così: con Jorge ci siamo chiariti in 30 secondi”. Sulla stagione: “Estremamente positiva”
13 novembre 2017

VALENCIA – E’ un piacere partecipare alla conferenza stampa dell’ingegner Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse: ad una sua introduzione, sempre completa, seguono le domande dei giornalisti, ai quali Gigi rispondere in modo chiaro. Poi, naturalmente, non può dire tutto, ma dice molto e su ogni argomento.


«E’ stata una stagione estremamente positiva per Ducati, sicuramente la migliore da quando io sono qui. Abbiamo fatto tantissimi buoni risultati, abbiamo lottato per la vittoria del campionato fino agli ultimi cinque giri del GP di Valencia: non possiamo che essere estremamente positivi per quello che abbiamo fatto. Abbiamo avuto una crescita tecnica importante che ci porteremo dietro nel 2018, che a questo punto è quello che ci interessa, perché si guarda sempre avanti: speriamo di scalare l’ultimo obiettivo che ci manca per arrivare a centrare a ciò che aspiriamo, che è il titolo mondiale. Sono estremamente soddisfatto dei piloti, della crescita tecnica e di come abbiamo gestito tutte le situazioni più complicate: in particolare, dopo i GP in Argentina e in Texas la struttura ha reagito bene, non abbiamo perso la testa e abbiamo ritrovato la via grazie al lavoro di tutta Ducati Corse».


A proposito di gestione, quanto successo ieri non è sembrato proprio perfetto…

«Noi al box, come tutti quelli che guardavano la televisione, avevamo l’impressione che il Dovi in una parte della gara fosse più veloce e per questo abbiamo mandato il segnale di far passare Andrea. Era un nostro suggerimento, ma, evidentemente, i nostri piloti sulla moto avevano una sensazione differente e hanno ritenuto di essere più veloci con Lorenzo davanti. Abbiamo imparato quest’anno che alcune gare si vincono con la velocità, altre gestendo al meglio le situazioni difficili. Quella di ieri era una gara di gestione della gomma posteriore: non era importante essere davanti, ma rimanere a contatto con i primi e consumare il meno possibile la copertura posteriore. Alla fine, la scelta dei piloti si è rivelata giusta, abbiamo sbagliato noi nel valutare quello che stava avvenendo. Non posso dire di essere stato contento, in quel momento, ma con Lorenzo ci siamo spiegati in 30 secondi. Il nostro era un consiglio, abbiamo due piloti che sanno esattamente cosa serve per vincere: sono sicuro che, al momento opportuno, Lorenzo avrebbe eventualmente fatto le sue scelte. Su questo sono sereno e tranquillo».


Rimane il fatto che Lorenzo abbia “disubbidito” a un vostro ordine.

«Non era un ordine, ma un consiglio. E’ chiaro che un ordine di scuderia non rispettato è un problema, un suggerimento lo è molto meno».


Se era solo un suggerimento, perché avete dato più volte la segnalazione?

«Quando abbiamo dato la prima segnalazione, Lorenzo è andato più forte: abbiamo pensato che non l’avesse vista, come era accaduto a Sepang. Poi ci siamo resi conto che lui era più veloce di Dovi e abbiamo smesso di dargli il segnale».


A fine 2016 sono state vietate le carenature con le alette, a fine 2017 è cambiata la regola dei test: Ducati si sente penalizzata dal regolamento?

«E’ vero, siamo sotto la lente: prima una battaglia poco onesta con le ali, adesso quello per i test. E’ vero che noi abbiamo la base in Europa e possiamo provare più facilmente sui circuiti del mondiale rispetto ai costruttori giapponesi: ridurre i test può avere un senso. Ma non trovo corretto il modo e i tempi in cui il regolamento è stato cambiato, quando noi avevamo già pianificato i test di novembre 2017 e del 2018. Abbiamo dovuto rifare tutto il programma, ed è sbagliato».


Quali sono le vostre piste test?

«Misano, Mugello e Valencia».


Come giudichi la stagione di Lorenzo?

«Non possiamo essere contenti, così come non lo è lui: avevamo una idea differente sulla sua stagione. A posteriori, però, è giusto sottolineare che il passaggio da Yamaha a Ducati sia piuttosto complicato per uno che aveva guidato solo quella moto: ci sono delle difficoltà oggettive per sfruttare la Ducati. Ma da metà stagione i progressi sono stati evidenti, tanto che nelle ultime gare Jorge si è giocato il podio e le vittorie. Sono fiducioso per il futuro: Ducati, ha due grandi piloti e può fare grandi risultati, ambire al titolo mondiale».


A cosa servono i test di martedì e mercoledì e quando vedremo la moto 2018?

«Il programma iniziale era arrivare qui con una moto in versione quasi definitiva per il 2018, ma nei test fatti con i nostri collaudatori nei mesi scorsi sono sorti dei dubbi: questi test servono a chiarire la situazione. A fine novembre faremo due giorni di test con Dovizioso e Lorenzo e uno con Petrucci, poi, a Sepang (a fine gennaio, NDA) arriverà la moto nuova».


Quali sono i punti negativi della Ducati?

«Entrambi i piloti si lamentano della mancanza di velocità a centro curva: stiamo lavorando per risolvere questo problema».


Come valuti la stagione di Petrucci?

«Danilo ha fatto delle ottime gare sul bagnato e anche sull’asciutto, però solo fino ad Assen. Poi, non so il motivo preciso, il suo rendimento con le slick è calato: bisogna capire perché».


In passato si era parlato della possibilità di una “Ducatina” in moto3: com’è adesso la situazione?

«E’ una mia volontà farla, sono convinto che sia importante, perché ti permette di conoscere i piloti da giovani, di conquistare la loro fiducia: per me è un aspetto determinante per fare risultati. Bisogna però farla bene e ci mancano ancora dei tasselli per poterla fare».