Davide Brivio, Suzuki: "Vantaggi per le Case giapponesi? Minimi"

Giovanni Zamagni
Il team manager della Suzuki analizza il momento attuale, partendo dalla possibilità di poter provare in Giappone. “Lì la situazione sembra più tranquilla, si può girare. Ma in questo momento della stagione, serve a poco”. Sul futuro del campionato: “Dobbiamo essere tutti uniti per trovare delle soluzioni”
20 marzo 2020

In collegamento via Skype con Davide Brivio, team manager Suzuki.

“In Giappone sembrano abbastanza tranquilli: sembra che il periodo difficile sia passato. Da loro i casi di contagio sono rimasti bassi, ma chissà com’è la situazione... Sembra tutto abbastanza a posto: vanno in ufficio, lavorano, sono operativi”.

Può essere un vantaggio per le Case giapponesi? In Europa non si può andare a provare, in Giappone sì, teoricamente.

Sì, teoricamente lo possono fare. Noi avevamo programmato dei test in aprile, non so se ce la faremo. Suzuki ha una pista interna alla fabbrica, ma si fanno soprattutto prove di scooter….

Motegi e la altre piste sono aperte?

Che io sappia sì, non ci sono restrizioni.

Può essere un piccolo vantaggio?

Sicuramente non è uno svantaggio, sia chiaro. Ma non abbiamo ancora iniziato le gare, non sono emerse problematiche particolari: il lavoro che fa il test team ha un limite, perché la verifica finale la fai con i collaudatori e i piloti ufficiali. Siamo ad aprile, non c’è un telaio, una aerodinamica, un motore da provare. Al massimo piccoli aggiustamenti. Comunque sì, è un piccolo vantaggio.

La Honda sembrava un po’ in difficoltà nei test: questo periodo li può avere aiutati?

Forse, ma chissà. Se hanno qualche problema e hanno capito il rimedio lo proverà Bradl: magari a lui piace, ma non è detto che la soluzione piaccia a Marquez. Cosa fai quando arrivi alle FP1 del primo GP: lasci a Marquez quello che ha finito di provare l’ultimo giorno di test in Qatar o punzoni un motore nuovo, che magari è piaciuto a Bradl? Difficile. Ecco perché dico che il lavoro del test team ha dei limiti sotto questo aspetto. Ma in una situazione così, non mi piace di parlare di vantaggi.

La F1, per esempio, ha imposto uno stop ai costruttori.

In quel caso si parla della chiusura estiva: la F1 sta veramente chiusa in quel periodo. Per noi è un po’ differente.

Si parla invece di un eventuale congelamento tecnico fino al 2021.

Può essere un’idea sensata se fa effettivamente risparmiare soldi. Del resto, se si chiuderà la stagione il 29 novembre a Valencia, come è previsto adesso, non ci sarà nemmeno il tempo di provare un motore da omologare nel 2021…

Sono tanti gli aspetti da valutare. Questo 2020 potrebbe cambiare un po’ le regole del gioco.

Bisognerebbe anche intervenire sul regolamento, tipo rivedere il numero dei test, il congelamento dei motori, o altro?

Questa situazione, quando si risolverà, avrà un impatto forte da un punto di vista economico. Sarà importante fare valutazioni per risparmiare sui costi, per tutti.

Nel 2008, con la crisi economica, vennero introdotte alcune soluzioni, come il numero limitato dei motori, la riduzione del tempo delle prove libere, venne eliminato il GPS, si intervenne sui test e altro per contenere i costi. Si dovrà fare una cosa del genere.

I piloti continuano a percepire l’ingaggio?

Per ora sì, ma non sono ancora state fatte considerazioni di questo tipo. Da una parte non è colpa loro se non si fanno le gare, vedremo: è una situazione molto particolare e nuova. Questo ci costringerà a trovare soluzioni nuove, mai pensate prima. Nei contratti metti sempre “causa di forza maggiore”, ma una situazione così non era ipotizzabile.

Nei prossimi mesi mi aspetto che ci saranno un sacco di nuove situazioni e difficoltà da affrontare: come ridurre i costi, come mantenere lo spettacolo…

Vedo molta solidarietà tra tutti: Dorna è in grande difficoltà, inevitabilmente, ma ha l’appoggio dei team, delle Case, dei piloti. Credo che questo ci aiuterà a trovare la soluzione migliore per lo sport, senza pensare a interessi personali.

Dobbiamo essere aperti a qualsiasi soluzione, accettare compromessi, fare quanto possibile quest’anno per uscire al meglio da questa situazione: mi auguro che si faccia il possibile tutti insieme per il bene della MotoGP. Siamo in contatto con Ezpeleta, c’è uno scambio di opinioni, proponiamo anche noi qualche soluzione, ma non è facile.

Parliamo di grandi imprese: più clamorosa la vittoria di Biaggi a Suzuka nel 1998 al debutto in 500, o quella di Rossi a Welkome nel 2004 al debutto con la Yamaha? Tu però sei un po’ di parte…

Sì, sono di parte… Conoscevo la situazione Yamaha: nel 2003 non avevamo fatto nemmeno un podio. E Valentino ha vinto al debutto… Questo, naturalmente, senza nulla togliere alla grandissima impresa di Biaggi in 500”.