MotoGP. Dovizioso: "Dall'Igna 10 e Lode"

MotoGP. Dovizioso: "Dall'Igna 10 e Lode"
Giovanni Zamagni
Il pilota della Ducati individua nel direttore generale di Ducati Corse i meriti per questa pole bella e meritata. L’ingegnere risponde: "In questo momento Andrea è uno dei migliori piloti della MotoGP". Per il Dovi anche i complimenti di Loris Capirossi: "Sta facendo benissimo" | G. Zamagni, Motegi
11 ottobre 2014

Punti chiave

MOTEGI – Che pilota, il Dovi. «Sta guidando benissimo, è soprattutto lui che fa la differenza» aveva detto Loris Capirossi, chiacchierando venerdì sera. A ribadire il concetto, ecco l’ingegnere Gigi Dall’Igna. «Dovizioso, in questo momento, è uno dei migliori piloti del motomondiale», si è complimentato il direttore generale di Ducati Corse. Una bella soddisfazione per Andrea Dovizioso, un pilota poco appariscente e, spesso, poco considerato, ma che con merito e fatica si sta guadagnando, sul campo, il rispetto di tutti, anche di avversari che in passato non lo stimavano più di tanto. Una bella soddisfazione.


«Sì, una grande soddisfazione, soprattutto se ripercorriamo la nostra storia, se pensiamo da dove siamo partiti: arrivare a questo punto, fare due giorni così, conquistare la pole è una bella gratificazione a livello agonistico e, soprattutto, personale, perché dopo le delusioni del 2013, non era facile rimanere concentrati e mantenere la motivazione, come si è in visto in passato con altri piloti».


Quanto è importante questa pole?

«E’ importante, ma fino a un certo punto. Personalmente contano di più i progressi fatti negli ultimi GP, il passo in avanti fatto in questi mesi: all’inizio dell’anno, non avrei mai pensato che questa moto si potesse migliorare così tanto».
 

All’inizio dell’anno, non avrei mai pensato che questa moto si potesse migliorare così tanto


Come ci siete riusciti?

«Sono cambiati tantissimi aspetti, non solo uno, due, tre o quattro: lo ripeto, tantissimi! E, ripeto anche un altro concetto: alla base c’è l’ingegnere Gigi Dall’Igna, che ha portato ordine, soprattutto nel lavoro a casa, ha portato esperienza e una logica di lavoro. Non ha fatto una magia, ha semplicemente messo insieme tutto quello che c’era e che sa. A questo punto, sono molto curioso di vedere la moto del 2015, la prima veramente fatta da lui. Fino adesso, il suo lavoro è da 10 e lode, ma il difficile deve ancora venire, perché non è facile costruire una moto competitiva come Honda e Yamaha».


Quanto c’è di tuo nella crescita della Ducati?

«Sicuramente c’è anche tanto di mio: come dico sempre, tutti i componenti devono funzionare al meglio per raggiungere un obiettivo. Ho dato un’impronta importante su tutti gli aspetti, sia nello sviluppo sia mentalmente: anch’io mi ritengo una persona logica, uno che non esplode e non perde la calma, uno che dice le cose che pensa, cercando di contribuire a rendere più chiara la situazione».

 


Torniamo alla gara: si può lottare per la vittoria?

«Calma! Un conto sono le qualifiche, un altro è la gara. E’ vero, però, che qui siamo partiti subito bene fin dalle FP1, sono sempre stato davanti e, soprattutto, non sono stato veloce per un solo giro, ma anche costante nel passo. Conosciamo però perfettamente il livello degli avversari: siamo più vicini di altre volte, il podio non è impossibile».


Questa è una pista dove si consuma molto: credi che potrebbe essere un vantaggio avere 24 litri nel serbatoio, invece dei 20 delle “factory”?

«Sinceramente non credo che Honda e Yamaha avranno dei problemi. Certamente saranno al limite, ma nelle FP4 si gira in configurazione “gara”, quindi con i litri “giusti”: non mi sembra che loro andassero più piano del solito».
 


Ti aveva cercato la Suzuki, però hai scelto di rimanere in Ducati: perché? E hai mai avuto dubbi sulla tua decisione?

«I dubbi ce li hai sempre, ma adesso sono sempre più convinto della mia decisione di fine 2012 di passare in Ducati. Ero interessato alla Suzuki, non ci ho parlato per aumentare la mie quotazioni, ma dopo aver investito due anni sulla Ducati, non mi sembrava giusto cambiare. E adesso cominciano a vedersi risultati insperati: a inizio stagione, non credevo certo che sarebbe stato possibile conquistare una pole e avvicinarsi così tanto a Honda e Yamaha».


L’ultimo ad aver conquistato una pole con la Ducati era stato Casey Stoner: ti lusinga essere accostato a lui, seppure indirettamente?

«Moltissimo! Io e lui siamo molto differenti e ho sempre riconosciuto che Casey in pista ha fatto cose strepitose: per me è davvero un onore un simile accostamento».

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