Lorenzo: "Una vittoria molto dolce"

Lorenzo: "Una vittoria molto dolce"
Giovanni Zamagni
"Finalmente" dice Jorge appena sceso dalla moto: non trionfava da 13 gare, da Valencia 2013. Un successo insperato, arrivato al termine di una gara particolare, ma certamente meritato. "Ci voleva dopo tanto lavoro e sacrifici" | G. Zamagni, Aragon
28 settembre 2014

Punti chiave

ALCANIZ – Non vinceva da Valencia, ultimo GP del 2013: ovvio che la prima considerazione di Jorge Lorenzo sia: «Finalmente!». Finalmente, davvero, perché Lorenzo è un pilota fortissimo ed è impensabile che non riesca a conquistare nemmeno un GP.

«Ma non vincere non rappresentava una ossessione per me: te la devi costruire, devi essere forte di testa e fisicamente, sapevo che prima o poi sarebbe arrivata» dice il campione della Yamaha. Chissà se è vero: in questa stagione così travagliata per diversi motivi, non era mai riuscito a sfruttare l’occasione favorevole, come a Brno o a Misano, e anche ad Aragon la vittoria sembrava irraggiungibile. Fino al 19esimo giro, quando Jorge ha deciso di rientrare ai box per cambiare moto e gomme, mentre i due piloti della HRC continuavano nonostante la pista decisamente bagnata. Lorenzo ripercorre quanto accaduto nell’incredibile GP di Aragon.

«E’ stata una gara pazzesca, è successo di tutto: lo sport è così, ti sorprende sempre in positivo o in negativo. Oggi sono stato bravo e fortunato nel gestire la situazione, nel rientrare ai box al momento giusot, mentre i due piloti Honda sono rimasti in pista. Sull’asciutto riuscivo a tenere un buon passo, ero competitivo, lottavo per la vittoria, ma quando ha iniziato a piovere ho cominciato a perdere terreno: non me la sentivo di rischiare, avevo paura di finire a terra e così Marquez e Pedrosa se ne sono andati, mentre Dovizioso si avvicinava».

Ho cercato di guidare tranquillo, mantenendo alta la concentrazione: finalmente è arrivata una vittoria molto dolce, dopo tanto lavoro e sacrifici

Poi ha iniziato a piovere più forte: quando hai deciso di rientrare?
«Proprio all’ultima curva del 19esimo passaggio: il tempo sul giro si era alzato parecchio e così ho deciso per il cambio moto. Non sapevo se era la scelta giusta e quando sono ritransitato sul traguardo e ho visto “P12” (12esima posizione, NDA) sulla tabella dei box mi sono un po’ demoralizzato, ma al giro successivo ero primo. Ho cercato di guidare tranquillo, mantenendo alta la concentrazione: finalmente è arrivata una vittoria molto dolce, dopo tanto lavoro e sacrifici».

Al 15esimo giro, sul rettilineo, Marquez ti ha fatto passare facendo uno strano gesto: come l’hai interpretato?
«Non ho capito bene. Ho pensato: o ha paura per la pioggia, oppure ha rotto il motore. Alla curva successiva mi era di nuovo attaccato e ho capito che non aveva problemi tecnici…».

Come spieghi il grande cambiamento di prestazioni rispetto a ieri?
«Credo sia una combinazione di fattori: ieri in qualifica avevo avuto un problema con una gomma posteriore e il distacco di un secondo non era veritiero. Inoltre, oggi era un po’ più fresco e abbiamo potuto montare le gomme più morbide a nostra disposizione; infine i piloti Honda, in particolare Marquez, sono andati più piano. Così è arrivato questo successo insperato, su una pista dove non avevo mai vinto».

Adesso il secondo posto in campionato è a soli 15 punti…
«Sì, sotto questo aspetto è stata una giornata più che positiva, ma spero soprattutto che Rossi stia bene: ha preso una brutta botta. Adesso andiamo in Giappone, dove l’anno scorso avevo vinto, ma non si può dire niente: nel 2014 abbiamo faticato in piste a noi favorevoli e siamo andati forte in altre solitamente difficili per noi».