Lucio Cecchinello risponde al 4 in pagella di Laguna Seca

Lucio Cecchinello risponde al 4 in pagella di Laguna Seca
Giovanni Zamagni
Il manager italiano incontra Zamagni per discutere del 4 in pagella rimediato a Laguna Seca. Dal punto di vista sportivo Cecchinello non discute, ma ricorda che in MotoGP gli sponsor sono fondamentali
31 agosto 2011

Punti chiave


INDIANAPOLIS – E’ venerdì sera, quando in un ristorante di Indianapolis incontro Lucio Cecchinello. Lo saluto e lui mi chiama in disparte: “Giovanni, posso parlarti un attimo?”.
Certamente, è un piacere. Ma Lucio è piuttosto indispettito. “Perché a Laguna Seca mi hai dato 4 su Moto.it per aver fatto correre Ben Bostrom?” mi chiede diretto. Inizia uno scambio di opinioni, assolutamente corretto e civile, come è nello stile di Cecchinello: io spiego le mie ragioni, lui le sue e ci lasciamo con una promessa: “Appena posso – gli dico – vengo da te e ne parliamo “ufficialmente”, coinvolgendo anche gli amici di Moto.it: ti va?”. “Certo che mi va” risponde sereno.

Ecco quindi la tesi di Cecchinello, partendo dal 4 rifilatogli a Laguna Seca con questa motivazione:
LUCIO CECCHINELLO 4: E’ inutile giudicare Ben Bostrom, mentre ritengo totalmente sbagliata la scelta di Cecchinello: far guidare un pilota che non è mai salito su una MotoGP non ha nessun senso, non può portare nessun risultato. Inoltre, per far correre Bostrom è stata tolta una delle due moto ad Elias, che durante le prove, dopo una caduta, è dovuto stare fermo a lungo ai box, proprio perché non aveva la seconda RC212V. D’accordo che Toni sta deludendo ogni aspettativa, ma farlo correre così è umiliante. E inutile.

Un giudizio criticato da alcuni nostri lettori e così a Cecchinello leggo, come esempio, i commenti numero 13, 63, 64 e 71 delle pagelle di Laguna Seca, tutti a favore del team manager italiano.
“La realtà è che bisogna scindere le considerazioni – si difende Lucio -. Dal punto di vista sportivo posso essere d’accordo che non si possono ottenere risultati da un pilota che non è mai salito su una MotoGP. Dall’altra parte, però, mi sarebbe piaciuto che venisse presa in considerazione anche la parte commerciale, perché gli sponsor sono fondamentali. 
 

Dall’altra parte, però, mi sarebbe piaciuto che venisse presa in considerazione anche la parte commerciale, perché gli sponsor sono fondamentali


Già all’inizio dell’anno era stata negoziata un’operazione con la “Rizoma” per essere lo sponsor principale nel GP degli USA. Per una serie di considerazioni, ci hanno chiesto di far correre Ben Bostrom, un pilota a fine carriera ma rappresentativo per la “Rizoma” che stava aprendo una filiale negli Stati Uniti. C’era anche la possibilità di sfruttare l’immagine di Bostrom, legato a Michael Jordan: ci hanno pagato per fare questo tipo di lavoro e abbiamo deciso di farlo. E’ chiaro che abbiamo dovuto togliere una moto ad Elias: in queste operazioni devi anche assumerti dei rischi, sperando che non succeda niente. Dal punto di vista sportivo hai ragione, anche se sei stato un po’ troppo duro (lo ammetto! Nda), ma noi dobbiamo avere una visione complessiva e soddisfare i nostri clienti. Da un certo punto di vista, l’operazione è stata un fallimento, perché Bostrom è sempre stato ultimo in prova e in gara ha fatto qualche giro e poi si è ritirato, ma l’altra chiave di lettura è che dopo appena due giorni di prove, in gara ha girato in 1’24”0, solo tre decimi più lento di Toni. E, soprattutto, c’è stata una visibilità enorme di questa operazione”.
 

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