MotoGP 2019 in Austria. Dall'Igna, Ducati, Dovizioso: bisogna stare uniti

MotoGP 2019 in Austria. Dall'Igna, Ducati, Dovizioso: bisogna stare uniti
Giovanni Zamagni
Insieme, tecnico, Casa e pilota hanno costruito un "giocattolo" meraviglioso: sarebbe un peccato rovinarlo. Lo strepitoso successo in Austria, il quarto consecutivo della Desmosedici su questo tracciato, può ricompattare lo spogliatoio dopo il riavvicinamento (ormai sfumato) con Lorenzo. "Avevo il dovere di provarci, nessuna delegittimazione dei nostri piloti", spiega Dall'Igna
11 agosto 2019

ZELTWEG - Mai visto un Andrea Dovizioso così. Per tanti motivi, è la sua vittoria più bella. “Sì, lo è” conferma il Dovi. Lo è perché Andrea ha trionfato in una gara di “velocità”, smentendo chi sosteneva che era in grado di salire sul gradino più alto del podio solo nei GP di gestione. Lo è perché il sorpasso all’ultima curva è di quelli da ricordare a lungo, tutto istinto e talento, dando una spallata a chi dice che è solo un buon pilota.

Lo è perché Marquez, questa volta, non era in inferiorità tecnica - come è successo in altre occasioni nelle sfide tra i due - ma la sua Honda era competitiva perlomeno quanto la Ducati e Marc aveva una gran voglia di vincere, non ha certo pensato al campionato. Lo è, per tutto quello che è accaduto nei giorni precedenti al GP, con il contatto Dall’Igna/Lorenzo per riportare lo spagnolo a Borgo Panigale. Come se i piloti attuali non fossero all’altezza di Marquez, non lo potessero battere.

“Non è così - risponde gelido Dall’Igna -. Io sono il direttore generale di Ducati Corse, devo provare a mettere sulla nostra moto i migliori piloti possibili. Se c’è una possibilità, è doveroso provarci. La Honda non ha fatto la stessa cosa? Prendendo Lorenzo non ha delegittimato Marquez. La situazione non è diversa: anche noi avevamo una moto libera, quella di Miller”.

La differenza è che la Ducati è stata cercata o è andata a cercare un pilota sotto contratto, mentre la Honda aveva preso Lorenzo libero da ogni vincolo. Non solo. Lorenzo ha già corso con la Ducati e non si conoscono nemmeno le sue condizioni fisiche e psicologiche dopo i tanti infortuni: provare a prenderlo comunque io credo che confermi che non ci si fida così tanto di Dovizioso e di Petrucci. Questa è solo una mia ipotesi, mentre è certo che va ricostruito il rapporto tra Dall’Igna e Dovizioso, ormai ai minimi storici: speriamo che questo successo serva per ricompattare la squadra.

 

“La Honda è cresciuta moltissimo nelle prestazioni, ha fatto un grandissimo sforzo per recuperare il vantaggio che avevamo. Qui era sicuramente più competitiva che in passato: per questo dico che Dovizioso è stato ancora più bravo. La sua è stata una prestazione strepitosa, nell’ultima curva è stato incredibile, bisogna solo fargli i complimenti”, riconosce Dall’Igna.

Che poi si tira fuori dal mercato: qualcuno ipotizzava un suo passaggio in KTM. “Non sono il miglior tecnico perché non ho ancora vinto il titolo della MotoGP e non sono sul mercato”, taglia corto Dall’Igna. Insieme, lui, la Ducati e Dovizioso hanno raggiunto grandi risultati: sarebbe un peccato rovinare questo 'giocattolo' meraviglioso per una questione di orgoglio, sia del tecnico sia del pilota.

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