MotoGP 2020. I temi del GP di Teruel

MotoGP 2020. I temi del GP di Teruel
Giovanni Zamagni
Come nello scorso weekend, il clima rischia di essere un fattore determinante nella seconda gara ad Aragon, undicesima tappa dello "strano" campionato in cui i primi quattro della classifica generale sono racchiusi in 15 punti
22 ottobre 2020

GP Teruel, undicesima gara stagionale, siamo a -4 dalla fine del campionato. Anche se matematicamente sono ancora in tantissimi ancora in lotta per il titolo, si può dire che i primi quattro della classifica generale - Joan Mir, Fabio Quartararo, Maverick Vinales e Andrea Dovizioso, racchiusi in 15 punti - abbiamo ormai fatto la differenza rispetto agli altri: il successore di Marc Marquez sarà al 99% tra uno di questi piloti. Ecco quali potrebbero essere i temi di una gara che si disputa su un tracciato che gira in senso antiorario.

Condizioni climatiche

Il meteo, come si è capito bene settimana scorsa, potrebbe essere l’elemento decisivo, soprattutto per quanto riguarda la temperatura sull’asfalto. E ricordiamo che la gara verrà disputato alle 13, invece che alle 15: considerando che domenica si torna all’ora solare, è come se si corresse alle 14, quindi la differenza rispetto al GP di Aragon è di un’ora. Poco o tanto dipenderà dal sole o dalle nuvole.

Conferma Suzuki

Dopo il primo e terzo posto di domenica scorsa, ci si aspetta una conferma da parte della Suzuki: si può dire che forse per la prima volta in assoluto negli ultimi anni, inizia il GP come la moto da battere.

Yamaha per la riscossa

Ad Aragon è stata senza dubbio la moto del sabato, ma domenica ha preso paga, anche per alcune scelte sbagliate: i dati raccolti potrebbero permettere alla M1 e ai suoi piloti di fare bene anche in gara.

Ducati, margine di miglioramento.

Dovizioso è convinto che Suzuki, Yamaha e Honda abbiamo già espresso il massimo potenziale, mentre crede che la Ducati possa avere un buon margine di miglioramento, soprattuto se la temperatura dovesse essere accettabile. Speriamo sia così.

Mir e la foga della vittoria

Joan Mir è un vincente, su questo non ci sono dubbi, e trovarsi in testa alla classifica senza essere mai salito sul gradino più alto del podio gli dà fastidio. E’ evidente, non lo nasconde. La voglia di vittoria può diventare un’ossessione e fargli perdere lucidità? No, secondo Luca Cadalora. Personalmente, qualche dubbio ce l’ho.

Nakagami, meglio la seconda

Nei precedenti GP dove si è corso per la seconda volta sulla stessa pista, Takaaki Nakagami si è sempre espresso meglio rispetto alla prima gara. Vediamo nel dettaglio. Jerez1: 15esimo in prova, decimo in gara; Jerez2: ottavo in prova, quanto in gara; Austria1: decimo in prova, sesto in gara; Austria2: secondo in prova, settimo in gara (ma Nakagami era secondo fino all’interruzione con la bandiera rossa, poi ha sbagliato la successiva partenza). Ci si aspetta quindi che Takaaki faccia un salto in avanti rispetto a settimana scorsa. Attenzione, però: Nakagami è ossessionato dal non essere ancora salito sul podio, l’ha pubblicato lui stesso sui social.

Marquez, non c’è due senza tre?

Dopo due podi strepitosi, uno sul bagnato e uno sull’asciutto, Alex Marquez confermerà il detto che dice “non c’è due senza tre”? Sinceramente, le possibilità ci sono: la Honda è molto competitiva ad Aragon e Alex è molto in forma.

Moto2: grandissimo equilibrio

Sam Lowes è in grandissima forma, Enea Bastianini è gasato dal primato in classifica, Luca Marini e Marco Bezzecchi devono riscattare una grande delusione: io credo che potremmo assistere a un GP ad alta tensione sportiva, dove la tranquillità psicologica potrebbe fare più differenza della velocità in pista, comunque fondamentale.

Moto3: il ritorno di Arbolino

Dopo essere stato in quarantena, anche se negativo al tampone, torna in pista Tony Arbolino, che avrà probabilmente una grandissima voglia di rivincita. Credo sia un tema importante per il campionato della Moto3.