MotoGP 2020, Valentino Rossi: "Manca velocità di punta". Ma resta il pilota Yamaha più costante

MotoGP 2020, Valentino Rossi: "Manca velocità di punta". Ma resta il pilota Yamaha più costante
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Il nove volte iridato parla dei problemi della M1. Morbidelli: "È l'unico in costante miglioramento"
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
27 agosto 2020

Si potrà discutere fin che si vuole sul valore di questa affermazione, ma è un dato di fatto che Valentino Rossi, in entrambe le gare disputate sul tracciato dell'A1-Ring, sia stato il miglior pilota Yamaha al traguardo. Una prestazione sicuramente condizionata da inconvenienti tecnici, cadute e ritiri, ma tant'è, i fatti sono fatti: sul tracciato forse più difficile per la YZR-M1, tutto fatto di ripartenze dalle marce basse e da rettilinei lunghi e spesso in salita, Rossi è stato quello che ha raccolto di più. Ma un quinto e un nono posto non sono, e non possono essere, risultati soddisfacenti.

"Sappiamo che in questa pista soffriamo perché conta tantissimo la velocità di punta, e quest'anno la differenza fra noi e gli altri è pazzesca, difficilissima da compensare" ha spiegato Rossi. "Era già così l'anno scorso, e noi piloti avevamo fatto molta pressione perché la situazione migliorasse, ma non ci siamo spostati di molto. Qui ci sono molti rettilinei lunghi e noi paghiamo pegno. Per quanto mi riguarda sono state due corse anomale: la settimana scorsa sono riuscito ad arrivare quinto, ma ci sono state molte cadute davanti a me. Questo fine settimana, purtroppo, quasi tutti hanno risolto i loro problemi e hanno trovato il modo di sfruttare qualche cavallo in più rispetto a noi: nessuno ha commesso errori e la prima Yamaha è arrivata nona."

Una situazione sicuramente molto difficile, che qualcuno attribuisce anche alla scelta Yamaha di restare fedele allo schema a quattro cilindri in linea crossplane, ovvero con fasatura irregolare degli scoppi, che si scontra però con la realtà: il confronto con Suzuki, che adotta la stessa architettura, vede la M1 nettamente perdente, tant'è allo Spielberg la GSX-RR perdeva dai 4 ai 6 km/h rispetto alle migliori Ducati contro gli oltre 10 delle Yamaha. E Joan Mir ha rischiato di vincere la gara...

"Suzuki lavora tanto e bene, e in questi due fine settimana sono stati impressionanti" ha commentato Valentino. "Il problema, quindi, non sta nella configurazione del motore: la Suzuki ha più trazione di noi in accelerazione, ma anche il motore è evidentemente più potente. Ho girato dietro a Rins e fra una curva e l'altra accelera più rapidamente di me, il che significa che Suzuki ha trovato la strada giusta. Ma sono buone notizie, perché se è così possiamo migliorare anche noi".

 

 

Una positività apparentemente contrastante con la situazione Yamaha: il blocco allo sviluppo fino a fine 2021 le impedisce infatti di lavorare sui motori anche solo per risolvere il problema di affidabilità accusato a Jerez. La soluzione applicata dai tecnici di Iwata non sembra essere stata indolore in termini di prestazioni di punta.

La situazione migliorerà anche, e soprattutto, con l'avvicinarsi delle due gare sul circuito di Misano Adriatico, su cui la M1 non dovrebbe soffrire troppo delle lacune in velocità di punta lamentate sul tracciato austriaco. Proprio qui, sulla pista di Casa, Rossi ha molto da dimostrare se vuole continuare nella sua opera di convincimento nei confronti dei vertici Yamaha: non sarà così semplice prevalere sui compagni di marca, che qui l'anno scorso sono andati tutti fortissimo.

A conforto di Valentino arriva il tributo di fiducia del suo allievo e compagno di marca Franco Morbidelli, che nota come l'esperienza di Rossi sia un'arma molto potente. "Noi piloti Yamaha abbiamo ottenuto prestazioni molto altalenanti - l'unico che in questo 2020 è in costante miglioramento è Valentino". A Misano, dove tra l'altro è attesa la firma del contratto fra Rossi e il team Petronas, attendiamo la prova del nove.