MotoGP, Australia. Dorna, Michelin e Rossi-Yamaha sotto accusa

MotoGP, Australia. Dorna, Michelin e Rossi-Yamaha sotto accusa
Giovanni Zamagni
In una giornata particolare, sono emerse tre anomalie: perché si corre a fine e non a inizio stagione? Perché la Casa francese fa usare una gomma che non si potrà comunque montare in gara? Perché Valentino ha effettuato 11 giri con quel pneumatico invece dei 10 previsti?
21 ottobre 2016

Pioggia, vento, freddo: ovvero le condizioni peggiori per disputare un GP di moto. Sicuramente è stata una giornata molto particolare, anche difficile da prevedere: corretto sottolinearlo. Ma è anche giusto evidenziare alcune scelte quanto meno discutibili: la data del GP, la decisione della Michelin di limitare a 10 giri l’uso della extra soffice anteriore. Come merita un approfondimento l’errore fatto da Valentino Rossi e dal box Yamaha nelle FP1, proprio sul conteggio dei giri da fare con la extra soffice.

DORNA: NON HA LA FORZA DI IMPORSI

Partiamo dalla data in calendario, sapendo benissimo che trovare la sistemazione giusta per 18 GP è tutt’altro che semplice. «Da sei anni chiedo a Ezpeleta di spostare il GP d’Australia all’inizio della stagione, perché in questo periodo fa freddo e può diventare pericoloso» ha detto Valentino Rossi. L’aspetto della sicurezza è fondamentale: in questo periodo, fa spesso freddo, non è la prima volta che accade. Anzi, le temperature sono spesso basse e, oltretutto, correndo alle 16 locali (per fare in modo che in Europa il GP si disputi a un orario “accettabile”), aumentano le possibilità che le temperature si abbassino. Ricordate cosa accadde nel 2014? Tante scivolate (tra le quali quelle di Marquez al comando e Crutchlow secondo), proprio perché le gomme (Bridgestone) erano troppo fredde a destra. Ma la gara non si può spostare, perché l’organizzatore della MotoGP è lo stesso del GP di F.1, che, non a caso, apre a marzo la stagione delle quattro ruote. Ecco quindi perché non si sposta la data: l’organizzatore non vuole. Ma la Dorna dovrebbe avere la forza di imporre la sua data, al di là dell’organizzatore: non ti va bene l’inizio della stagione? Il motomondiale va da un’altra parte. Tanto, secondo Ezpeleta, c’è la fila di paesi che vogliono organizzare un GP. O non è così?

MICHELIN: STRATEGIA INCOMPRENSIBILE

Gomme: quella della Michelin è una scelta incomprensibile. Durante la stagione la Casa francese è stata criticata pesantemente per i tanti problemi tecnici emersi: forse anche troppo pesantemente, dimenticandosi troppo facilmente (lo faccio anche io) delle difficoltà di “gommare” una MotoGP, dei tanti anni di assenza dal motomondiale, del pazzesco livello raggiunto dal predecessore Bridgestone. Insomma, tecnicamente le difficoltà sono più che comprensibili. Ma questo di Phillip Island è un errore strategico, che non ha nulla a che vedere con la tecnica.

Dopo i problemi emersi in gara a Brno – con pezzi di anteriore che volevano da tutte le parti -, Michelin ha deciso che quel pneumatico, l’extra soffice anteriore non si sarebbe potuto usare per più di 10 giri. Ma a Brno c’erano 30 °C sull’asfalto e la pista andava ad asciugandosi giro dopo giro, qui ci sono 10 °C e piove senza interruzione (almeno oggi). «Sarebbe stato più giusto provarlo e poi fare le valutazioni dopo la prima giornata di prove, considerando anche che questa pista, per le sue caratteristiche, non consuma troppo l’anteriore» ha detto Andrea Dovizioso, in una tesi condivisa anche da Valentino Rossi. Ecco, è questa la strategia sbagliata: perché deciderlo prima di scendere in pista? A questo punto, visto che la gomma non si potrà usare in gara, tanto valeva non metterla a disposizione dei piloti. «Lo abbiamo fatto per andare incontro ai piloti, proprio pensando che le temperature avrebbero potuto essere basse: con una gomma extra soffice all’anteriore, i piloti possono prendere maggiore confidenza, soprattutto nel turno del mattino» ha spiegato Piero Taramasso, responsabile in pista della Casa francese. Mah…


Taramasso ha anche spiegato che la regola non verrà cambiata, anche se le prove hanno evidenziato la validità della extra soffice anche dopo 10 giri. «Sarebbe sbagliato cambiare la regola in corsa», in una tesi questa volta condivisibile.

ROSSI/YAMAHA: ERRORE AL 50%

Per metterla sul ridere, si può dire che a Phillip Island, evidentemente, si fa fatica a contare: nel 2013 aveva sbagliato la Honda, questa volta è stata la Yamaha. «Pensavo che non contassero i giri di uscita e rientro ai box» ha spiegato l’errore Valentino Rossi, che ha avuto addirittura l’appoggio del compagno di squadra. «La situazione non era chiara, è stato sbagliato togliere tutti i giri a Valentino» ha commentato Lorenzo. Ma a sentire le altre squadre, la situazione era chiara, era stata comunicata correttamente, prima attraverso un “briefing” tecnico, poi via email a tutti i responsabili delle Case. Allora cosa è successo, perché dal box non hanno segnalato per tempo a Valentino di rientrare? Si può dividere la colpa a metà tra pilota e tecnici: Valentino, effettivamente, non ha capito bene la regola, al box non si aspettavano che stesse fuori così a lungo, perché gli accordi iniziali erano differenti. Così ne è venuto fuori un pasticcio, fortunatamente non troppo grave.

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