MotoGP. Daniele Romagnoli: “Ecco quanto incide il peso di un pilota”

Giovanni Zamagni
Il capo tecnico di Danilo Petrucci spiega, nel dettaglio, come e perché è penalizzato chi deve portarsi in giro più massa: “C’è molto più trasferimento di carico e si scalda maggiormente la ruota posteriore”. Daniele non ha dubbi: bisognerebbe introdurre il peso minimo moto+pilota, come c’è nelle altre categorie
8 aprile 2020

Oggi, tramite Skype, vi porto a casa di Daniele Romagnoli, capo tecnico in Ducati di Danilo Petrucci. Daniele, detto radar, racconta come erano andati i test invernali di Danilo.

“Non erano andati male, anche se avevamo fatto fatica a Sepang, dove ci aspettavamo di essere più veloci. La difficoltà principale era far lavorare meglio le nuove gomme, migliori del 2019, ma che richiedono una messa a punto differente. Credo che i 4 cilindri in linea siano avvantaggiati, che sfruttino meglio la gomma al massimo angolo di piega. Comunque sul passo non siamo andati male, ci manca un po’ il giro secco, come è successo anche nel 2019”.

Con Daniele, però, vogliamo concentrarci sul peso del pilota, quanto può incidere sulla guida, quali sono gli svantaggi e i vantaggi di un pilota più pesante come lo è Petrucci: tra lui e Dovizioso, vestiti, c’è una differenza di 16 kg...


“Un pilota pesante è svantaggiato. Danilo deve portarsi a spasso un serbatoio di benzina pieno in più degli altri: questi 16 kg li devi accelerare e decelerare. Devi dare più potenza, che passa per la ruota posteriore, con aumento di temperatura e usura. Poi c’è il trasferimento di carico: il baricentro di Petrucci deve essere più basso rispetto a quello di Dovizioso. E’ uno svantaggio enorme, la moto diventa meno maneggevole: con Danilo è difficilissimo trovare il giusto compromesso. Prendiamo l’esempio dell’Austria, pista favorevole alla Ducati, ma non per Danilo, per tutto quello che ho detto. E c’è anche un problema aerodinamico, che riguarda la gomma posteriore: quando acceleri, metti sulla gomma un certo carico, aumenti la spinta, di conseguenza l’energia da dissipare è maggiore, la gomma si scalda di più. Non a caso, con una temperatura di asfalto inferiore ai 40 °C, Petrucci è sempre velocissimo”.

Secondo Romagnoli, un pilota piccolo come Pedrosa ha più svantaggi che vantaggi.
“Applichi meno potenza, quindi non hai grandi problemi, se non quello, a volte, di scaldare poco le gomme. Anche nel bagnato un pilota più leggero può avere un problema, mentre Danilo, per esempio, va forte sull’acqua. A patto che la pista rimanga bagnata, perché altrimenti finisce le gomme prima degli altri”.

Daniele non ha dubbi: ci vorrebbe il peso minimo moto+pilota, come avviene in Moto3 e Moto2. 
Voi cosa ne pensate, sareste favorevoli all’introduzione di un peso minimo per moto+pilota?

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