MotoGP 2017. Dovizioso: "Non siamo i più forti, ma si può far bene"

MotoGP 2017. Dovizioso: "Non siamo i più forti, ma si può far bene"
Giovanni Zamagni
Andrea spiega cosa non ha funzionata in QP: “La caduta nelle FP4 mi ha tolto un po’ di fiducia. Inoltre, rispetto a ieri, ero meno fluido, faticavo a far girare la moto”. La gara, però, non è compromessa. “Il nostro potenziale è più alto: l’obiettivo è salire sul podio”
21 ottobre 2017

PHILLIP ISLAND – A voler essere ottimisti a tutti i costi, si può dire che anche in Giappone era partito dalla terza fila e poi aveva vinto. Le basi, però, erano un po’ differenti. Intanto, questa volta, Andrea Dovizioso sarà costretto a scattare dalla quarta fila con l’11esimo tempo; inoltre, rispetto a Motegi sembra meno efficace sulla distanza, anche se il suo potenziale è comunque ben più alto di quello espresso in qualifica.

«Diciamo che non è andata come speravamo. Nelle FP4 sono caduto e ho perso un po’ di fiducia: quando non hai feeling è facile perdere tanto. In qualifica ho fatto almeno tre errori: diciamo che la mia posizione non rispecchia il nostro potenziale. Sicuramente Marquez è il più veloce, ma subito dopo, come passo, ci siamo noi: nelle FP4, con le medie, solo Marquez e Zarco sono stati veloci. Ripeto: non siamo messi così male. Partire 11esimo può essere un limite, ma è inutile pensarci troppo… Piuttosto, è meglio concentrarsi a come migliorare la moto: oggi non ero fluido a centro curva, bisogna ritrovare le sensazioni di ieri. Ma in gara, tutto può succedere».

 

Dopo la caduta nelle FP4, hai dovuto usare la seconda moto: è stato questo il limite?

«No. Era già in programma di provare un differente set up: diciamo che con la caduta ho solo anticipato il test…».

 

Sarà fondamentale partire bene.

«Sì, sarà importante recuperare nei primi giri, non farsi imbottigliare e perdere troppo tempo. Ci sono le possibilità di creare una situazione positiva: dipende da me, ma ci vorrà anche un po’ di fortuna, perché qui il primo giro è complicato tra curvoni veloci e tornantini lenti dove in tanti provano a infilarsi. Tanti piloti sembrano avere un buon passo: sarà molto importante anche la scelta tra la media e la soffice posteriore. Sotto questo aspetto abbiamo lavorato bene, abbiamo abbastanza chiara la differenza».

 

Nelle FP3, con il bagnato, come è andata?

«Non c’era tanta acqua sulla pista: si è girato più che altro per capire come sono le gomme, effettivamente un po’ dure. Ma non ci sono motivi per cui non possiamo essere veloci con le “rain”».

 

Marquez ha conquistato la 44esima pole in 88 GP nella massima cilindrata; cosa ne pensi?

«Ha una velocità pazzesca, quando vuole andare forte ci riesce. Non è facile: anche un pluricampione come Rossi si deve preparare bene per fare certe cose, a lui gli riescono naturali».

 

A proposito di primati: lo è anche la 24esima caduta. Eppure lui, torna in sella, e non perde assolutamente fiducia.

«Anche in questo è unico. Ma non credo che sia qualcosa che sviluppi nel tempo, è un’attitudine mentale: sicuramente è un vantaggio, perché una caduta non ti condiziona. Dall’altra parte, però, è anche facile farsi male».

 

Tornando alla gara, qual è l’obiettivo?

«Non siamo i più forti, ma possiamo fare bene. Dobbiamo, però, essere più fluidi possibile, perché se non lo sei non hai velocità. Io e Vinales abbiamo un passo simile, molto dipenderà dalla scelta della gomma: diciamo che l’obiettivo è salire sul podio».

 

Qui la Ducati è in grande difficoltà: ti preoccupa questo aspetto?

«Non più di tanto. Io ieri mi sentivo bene con la moto, mi interessa solo questo».