MotoGP. Ducati/Lorenzo, divorzio fallimentare

MotoGP. Ducati/Lorenzo, divorzio fallimentare
Giovanni Zamagni
Il motomondiale riparte da Brno con Marc Márquez nettamente al comando (+58 su Andrea Dovizioso). Le prime nove gare del 2019 hanno evidenziato come la separazione tra la Casa di Borgo Panigale e il pilota spagnolo abbia fatto male a entrambi
29 luglio 2019

Assieme hanno raccolto pochino, ma da separati sta andando perfino peggio. Strano destino quello della Ducati e di Jorge Lorenzo: Casa e pilota cercavano nel 2019 la definitiva consacrazione, ma per diversi motivi entrambi hanno reso (fino ad ora) ben al di sotto delle aspettative, sempre al centro di continue polemiche. La Ducati era convinta di lottare costantemente per la vittoria e per il titolo mondiale, Lorenzo voleva vincere con la terza moto differente. Per il momento non è accaduto niente di tutto questo, e la seconda parte della stagione - 10 GP da disputare, a iniziare da quello della Repubblica Ceca di domenica prossima - si annuncia complicata, soprattutto per Jorge. Ma anche la Ducati non avrà vita facile. Vediamo nel dettaglio.

 

DUCATI: PISTE PIU’ FAVOREVOLI, MA "SPOGLIATOIO" SPACCATO

Nelle prime nove gare della stagione, la Ducati ha conquistato complessivamente due vittorie e altri sei podi (uno con Miller), dimostrandosi competitiva solo in alcuni tracciati. Le due vittorie in Qatar (Dovizioso) e in Italia (Petrucci) sono arrivati per pochi millesimi di vantaggio (rispettivamente 23 e 43), mentre nelle piste sfavorevoli i piloti Ducati non sono nemmeno saliti sul podio, e in alcuni casi, come in Germania, il distacco dal vincitore è stato molto elevato. Il problema è quello cronico per la DesmosediciGP: la moto non “torna”, per dirla con le parole dei piloti, ovvero non gira a centro curva. Nei tracciati dove il “motorone” può compensare questo difetto i piloti Ducati se la possono giocare, ma negli altri non hanno nessuna possibilità. Una situazione piuttosto evidente, ma il calendario prevede adesso piste più favorevoli alla GP19. Almeno, stando ai risultati del 2018, quando un pilota Ducati si impose a Brno (Dovizioso), Zeltweg (Lorenzo), Misano (Dovizioso) e Valencia (Dovizioso, con l’acqua, però), andando fortissimo anche ad Aragón, in Thailandia, in Giappone e in Australia. C’è però una grande differenza dall’anno scorso: gli avversari sono molto più competitivi. A cominciare dalla coppia Márquez/Honda, cresciuta moltissimo sui tracciati dove in passato faticava. Ma non solo, perché la Yamaha è certamente più veloce che in passato, così come la Suzuki, costantemente nelle prime posizioni. 

 


PILOTI CONTRO INGEGNERI
Dopo il GP d’Italia Andrea Dovizioso aveva sottolineato questo aspetto, ma era stato criticato, e le sue parole erano state considerate inopportune. Invece, il prosieguo della stagione ha avvalorato la sua tesi, confermata anche da Danilo Petrucci: così non si può battere Márquez. La storia si ripete: come spesso è accaduto in Ducati, gli ingegneri sono convinti che la Desmosedici sia la moto più competitiva, mentre i piloti sono sicuri del contrario. Così si creano spaccature e malumore dentro al box, e qualcuno in Ducati è convinto che con altri piloti in sella si arriverebbe a risultati migliori, come se le negative esperienze del passato non avessero insegnato niente. Nemmeno quella con Lorenzo, battuto regolarmente da Dovizioso, che in due anni ha vinto molti più GP (10 contro 3), totalizzando quasi il doppio dei punti (506 contro 271, 235 in più). Numeri inequivocabili, che qualcuno, però, legge in maniera differente. 


LORENZO, MAI COSI’ MALE
Per Jorge Lorenzo la situazione è perfino peggiore, penalizzato da una serie infinita di infortuni, tanto che non sarà in pista nemmeno a Brno e a Zeltweg, dove nel 2018 riuscì a battere per due volte consecutive il futuro compagno di squadra Marc Márquez nella sfida uno contro uno. Ma con la Honda è tutta un’altra storia la RC213V è fatta per esaltare le caratteristiche di Márquez, agli antipodi rispetto a quelle di Lorenzo. Così Jorge sta vivendo la peggior stagione della sua carriera in MotoGP, perfino peggiore della prima in Ducati, già di per sé deludente, mostrando difficoltà al momento insormontabili. Lorenzo chiede modifiche importanti alla Honda, che non lo può accontentare in questo momento, e che ha anche il problema di non “scontentare” Márquez per non fargli venire voglia di andare via.

Jorge è in una posizione difficile: l’esperienza in Ducati ha dimostrato che è capace di ribaltare la situazione in qualsiasi momento, ma questa volta l’impresa sembra ancora più complicata. Insomma, sarebbe stato meglio per Ducati e Lorenzo continuare insieme: a Borgo Panigale avrebbero avuto meno dubbi sui propri piloti (sembra incredibile, ma è così) e Dovizioso avrebbe probabilmente reso di più, perché battere Lorenzo rappresentava per lui un grandissimo stimolo; Jorge, con la GP19, avrebbe fatto certamente meglio di quanto stia facendo adesso. Per come si era messo il “mercato”, e per come stava rendendo in quel momento Lorenzo, separarsi era inevitabile, ma, alla fine, ci hanno perso entrambi. Strano, ma vero.

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