MotoGP, GP di Misano 2021. Andrea Dovizioso: "Questa moto è l’opposto della Ducati"

MotoGP, GP di Misano 2021. Andrea Dovizioso: "Questa moto è l’opposto della Ducati"
Giovanni Zamagni
Il forlivese rimane ultimo, ma comincia a capire meglio la M1: “DNA e caratteristiche sono quelle che ricordavo del 2012, molto differenti dalla moto che ho guidato negli ultimi anni. Ho migliorato la posizione, ma il lavoro di adattamento da fare è ancora tantissimo”
18 settembre 2021

MISANO ADRIATICO - Ultimo era e ultimo è rimasto, ma il distacco è diminuito e, soprattutto, le sensazioni sono migliori. Per questo Andrea Dovizioso appare tranquillo e moderatamente ottimista.

“E’ stato bello provare nelle FP3 delle sensazioni migliori sulla moto: ho potuto spingere di più, siamo più vicini, stiamo cominciando a raccogliere più informazioni possibili per i due giorni di test, che saranno per me fondamentali.

Ieri non avevo spinto, non potevo affondare in frenata, ero lontano dal limite, non acceleravo forte. Oggi ho migliorato la posizione (nel live trovate le foto di Niki Kovacs del voluminoso tampone messo sulla parte posteriore, NDA): naturalmente non è ancora perfetta, ma è sicuramente meglio.

Adesso posso capire di più la M1: il DNA è quello del 2012, è l’opposto della Ducati, bisogna guidare in modo molto differente. Ci sono tanti aspetti positivi in entrata, ma io sono ancora lontano dalla velocità giusta, anche l’accelerazione è molto differente da quello alla quale ero abituato. La moto ti trasmette buone sensazioni: Misano è una pista piccola, ma con dei curvoni velocissimi; in questi punti ti senti a tuo agio”.

Nei test proverai la M1 2021?

“Non credo, anche se forse sarebbe la soluzione migliore. Ma in questo momento sono talmente lontano dallo sfruttare questa moto, che è meglio continuare a imparare su questa. Devo cambiare completamente il mio stile di guida, questa è la chiave”.

Nel 2020 avevi faticato con queste gomme, con la Yamaha come ti sembrano?

“La sensazione è simile a quella che avevo in Ducati, ma c’è da lavorare per capire anche su questo aspetto. Ma non è l’unico obiettivo”.

Qual è l’altro?

“Devo adattare la moto per essere più veloce, ma devo anche dare indicazioni per sviluppare la moto: quando vieni da un’altra Casa è più chiaro per te, rispetto ai piloti che non hanno guidato MotoGP differenti, capire cosa c’è bisogno. E’ un lavoro importante”.

Anche il metodo di lavoro è molto differente?

“Sì, questa è una impostazione che decide la Casa costruttrice”.

Con Forcada come ti trovi?

“Ramon ha una età molto differente da “Pigiamino” (Alberto Giribuola, suo capo tecnico in Ducati, NDA), l’approccio è differente. L’aspetto positivo che Ramon conosce perfettamente questa Yamaha, lavora da tanti su questa moto: è ottimo avere lui a fianco, sa quali cambiamenti si possono fare, cosa può essere utile”.

La Yamaha era sempre stata efficace su questa pista, adesso sembra più in difficoltà: è cambiata così tanto?

“Non è che è cambiata la M1, negli ultimi tre anni è cambiata la MotoGP: adesso non c’è più una pista favorevole a questa o quella moto, è così per tutte le Case. Basti pensare che Quartararo si stava giocando il successo in Austria, certi ragionamenti non valgono più. Le mie idee e quello che è successo in passato non conta più”.

Confermi, però, che la moto è come te la aspettavi?

“Caratteristiche e DNA sono simili al 2012, ma quando sali su una moto è sempre tutto differente, è tutto più estremo, è normale che all’inizio sei un po’ sorpreso da tanta differenza con la moto che guidavi prima. C’è da chiedersi come fanno gli ingegneri ad avere idee così differenti”.

Come ti trovi con Valentino?

“Non è che lavoro insieme a Valentino, i dati sono condivisi tra tutti i piloti. Lui è molto curioso tecnicamente, abbiamo fatto due chiacchiere su questo, voleva sapere la mia opinione, diciamo però che non è più così sul pezzo come lo era in passato”.

Chi è il favorito?

“Credo che Bagnaia abbia il passo per vincere domani: partendo così forte nelle FP1 ha potuto lavorare sui dettagli. Questa è la sua pista e qui la Ducati ha fatto tanti test con Michele Pirro: Pecco ha più passo di tutti. Magari sembra che Quartararo sia messo meglio, ma secondo me non è così”.