MotoGP, Luca Cadalora: "C’era il Cadalora day su Sky? Non lo sapevo!"

MotoGP, Luca Cadalora: "C’era il Cadalora day su Sky? Non lo sapevo!"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Ha rivisto soltanto il GP d’Italia a Misano del settembre ’93, quello della sua vittoria e del dramma di Rainey. Ma non importa, le gare… le ricorda tutte. E la MotoGP nell’anno della crisi? Era messa bene la Yamaha, e Valentino…
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
8 aprile 2020

Non si può dire che Luca Cadalora abbia il culto della personalità: Sky gli ha dedicato la programmazione di una intera giornata – martedì scorso, con le gare più significative della sua carriera soprattutto in 250 e 500- e lui l’ha saputo per caso, qualche messaggino degli amici. L’unica gara che ha rivisto quasi per intero è stata quella della 500 a Misano nel ’93, programmata la sera: Stefano Saragoni era la mia spalla in cabina di commento (Beltramo collegato dai box) e mi ha inviato un messaggino (“non eravamo poi così male…”), io ho inviato un messaggio a Luca, alla fine l’abbiamo rivista tutti. Il giorno dopo cerco Luca al telefono. Che effetto ti ha fatto?

“Purtroppo è stata una gara drammatica, con la caduta rovinosa di Rainey e tutto il resto –commenta Cadalora- e questo non si dimentica. Però è stata una gara vera, dura e bellissima, nessuno poteva immaginare. Belle immagini e buona regia. Siamo andati forte con Schwantz, quasi non mi riconoscevo”.

Scherza, Luca, come quando dice che rivedersi non gli serve, perché “tanto le gare me le ricordo tutte”. Ma quell’arrivo spalla a spalla con le due Honda 250 inclinate una contro l’altra, ancora Misano, con Bradl nel ’91? Pubblico, commentatori e giuria erano dalla sua parte, con le analisi al rallentatore e tutto il resto, ma non la pensava allo stesso modo la famiglia Bradl: il povero Stefan, il figlio di Helmuth…

“Anni dopo mi ha detto che sono stato il suo incubo da bambino. Però il mio gomito era davanti a quello di suo padre, dunque quei due o tre centimetri a mio favore c’erano fin dall’inizio della manovra…”.
La gara che avrebbe rivisto più volentieri, a saperlo?
“Suzuka ’92 con la 250, quando pioveva e scattavo dal diciannovesimo posto in griglia dopo due cadute in prova e gomme terribili. Vinsi con la gomma Michelin dell’anno prima trovata in fondo al camion, dopo un recupero incredibile. Oppure le vittorie con la 500 come Brno ’95 o Barcellona 1994, entrambe davanti a Doohan, o Laguna Seca ’94 su Kocinsky e Doohan…”.

 

E Donington ’93? La tua prima vittoria in 500 con lo strike di Mick Doohan al primo giro, che centrò Schwantz e Barros…
“Lì Doohan mi diede una grossa mano –ricorda ridendo Luca- ma Wayne aveva due o tre costole fratturate dopo la caduta in prova e non lo sapeva nessuno, nemmeno io. Ricordi? Non mi curai delle segnalazioni al muretto e vinsi la gara. Poi Kenny mi insegnò tutti gli insulti che conosceva…”.

Cadalora è molto preoccupato per la crisi, va a fare la spesa due volte la settimana con guanti e mascherina, trascura i suoi giocattoli a motore e passa tanto più tempo del solito con la moglie e le due figlie. Riguardo al campionato mondiale 2020 non si fa molte illusioni. Immagina che salvare qualche GP sarà una impresa difficile, legge le notizie e trepida come tutti.
“Peccato, dai test sembrava potesse uscire una stagione molto interessante. Mi è sembrata in forma la Yamaha -analizza- che con Vinales e Quartararo e Morbidelli, ma anche con Valentino, sembrava cresciuta e abbastanza a posto. La Honda pareva più in difficoltà, sulla moto 2020 non mi pare che avessero fatto un gran lavoro. Bene Suzuki ma anche Ducati, alla fine: le gomme nuove li hanno rallentati un po’ ma le premesse erano molto buone”.

 La telefonata si chiude con una sua battuta.
“Siccome avevano messo in giro la voce che per Valentino sarebbe stato l’ultimo anno… la stagione è saltata e lui non potrà più fermarsi”.

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