MotoGP. Morbidelli: “Avere Rossi in squadra sarebbe una storia bellissima”

MotoGP. Morbidelli: “Avere Rossi in squadra sarebbe una storia bellissima”
Giovanni Zamagni
Alla vigilia dei test di domani a Jerez, Franco racconta perché ha firmato per due anni con Petronas (“E’ il posto migliore per arrivare a certi risultati”), svela le sue ambizioni (“Lottare sempre per il podio”) e parla del futuro compagno di squadra: “E’ la persona che mi ha insegnato di più, non solo nel motociclismo”
14 luglio 2020

Due anni di contratto, la possibilità di crescere e di arrivare a conquistare risultati importanti: Franco Morbidelli ha scelto la continuità per fare molto bene anche in MotoGP, dopo aver fatto benissimo in Moto2. Alla vigilia della giornata di test supplementare – MotoGP in pista dalle 10 alle 11:30 e dalle 14 alle 15:30 -, ecco speranze, ambizioni e aspettative di un campione del mondo, uno dei giovani italiani più promettenti.

Franco, parliamo di questa scelta di rinnovare per due anni con il team Petronas.
“E’ molto semplice: l’anno, scorso, al mio primo anno con questa squadra, sono stato benissimo, mi sono trovato molto bene con tutti: mi piace lavorare con questa gente, per me è fantastico stare qui per altri due anni, con un supporto importante da Yamaha. Mi trovo molto a mio agio con la M1: credo sia una grande opportunità per dimostrare che posso fare bene, con un pacchetto molto buono. Devo ringraziare Petronas, Yamaha e VR46 per avermi dato l’opportunità di continuare a fare quello che mi piace di più nella categoria più importante del motociclismo”.

Hai avuto contatti con altre squadre?
“No, Petronas è stata l’unica trattativa”.

Psicologicamente, è importante iniziare il campionato con il futuro già assicurato?
“Per la verità, non ero preoccupato per il futuro: era già tutto fatto, abbiamo parlato, ma non più di tanto. Stiamo bene insieme, sarebbe stato difficile non continuare... Non sono mai stato nervoso per il mio futuro, tutto era più o meno fatto. Certo, con la firma sul contratto sei più tranquillo”.

Qual è l’obiettivo per il 2020?
“Migliorare i risultati del 2019: credo di poterci riuscire. Ho lavorato bene durante l’inverno e dopo il “lockdown” per ripartire da dove ci eravamo fermati e recuperare ritmo. Mi sento pronto, ma tutto va verificato in gara: vorrei combattere sempre per il podio. Ho lavorato duro per questo, ma non posso essere sicuro di riuscirci. Non dimentichiamo che non ho così tanta esperienza nel mondo dei GP: io vengo da un ambiente completamente differente, il 2019 è stato il mio sesto anno nel motomondiale. E’ abbastanza, ma non così tanto per un pilota della MotoGP”.
 

Sembra sicuro che Valentino Rossi sarà il tuo nuovo compagno di squadra.
“So che Petronas sta parlando con un pilota speciale, un pilota veramente speciale: sarei felice, di lavorare con lui, ma non posso dire di più. Se sarà così sarà una storia fantastica per me: Valentino è la persona che mi ha portato in questo mondo, da lui ho imparato tantissimo, la maggior parte delle cose che so di motociclismo e non solo. Sarebbe una storia bellissima, fantastica. Ma non ne so di più”.

Quest’anno cambierai qualcosa nel metodo di lavoro?
“Nel 2019 io e Forcada abbiamo iniziato a lavorare in un modo, poi modificato un po’ durante la stagione: abbiamo finito meglio, siamo progrediti continuamente. Nei test in Malesia e in Qatar siamo ripartiti da dove avevamo finito a Valencia: sembra stia funzionando. 

L’anno scorso a Jerez eri stato veloce: credi sia positivo partire da qui?
“Nel 2019 ero andato forte (secondo in prova, a lungo secondo anche in gara, prima di chiudere settimo, NDA) e per la prima volta mi ero trovato vicino a Márquez. Può essere una buona occasione, anche perché credo che il Morbidelli del 2020 e sia più forte di quello del 2019”.

La Yamaha sembra cresciuta molto: si può fare bene?
“Ho tutto per provare a puntare al podio: moto e team”.

Cosa farai tra un GP e l’altro (i piloti, per regolamento, potranno stare o in circuito o in albergo)?
“Ho il motorhome in circuito: mi sono portato la playstation, tanti libri, Sarà diverso, ma penso anche che sarà piacevole: mancheranno un po’ di persone nel paddock, ma credo si potrà stare bene”.

Ci saranno tanti GP “doppi”: quale sarà l’aspetto più importante per fare bene?
“Come sempre la velocità: se hai la velocità puoi superare qualsiasi problematica”.

Credi che sarà complicato mantenere la concentrazione per il secondo GP sulla stessa pista?
“Non so come sarà la seconda gara, ma credo che saremo pronti a mantenere la giusta concentrazione, anche perché staremo in circuito, nello stesso ambiente. Ma non si può sapere a priori: sarà importante durante la stagione non avere cali di tensione”. 

Cambia la strategia per un campionato così differente rispetto al solito?
“Non so quale sarà la mia strategia, perché non so ancora quale sia il mio livello di competitività. Ero stato efficace nei test in Malesia e in Qatar, spero di aver mantenuta quella velocità: se hai la velocità, ci puoi provare. E’ chiaro che nel 2020 devi stare attento a non commettere errori, perché sarà più difficile da recuperare su un campionato di 13 GP anziché di 19 o 20”. 

Quindi sarai più conservativo che attaccante?
“No, non bisogna essere più conservativi, ma più concentrati”.

Cosa ti aspetti alla prima curva del primo GP, dopo otto mesi senza gare?
“Spero di essere abbastanza avanti per non avere questo tipo di problema... Tutti ci siamo allenati, io ho fatto delle gare al Ranch, ma non è certo paragonabile a una gara di MotoGP... 

Che tipo di lavoro dovrai fare nel test di domani, dovrai modificare molto la moto?
“Non ci ho pensato tanto ai test, il lavoro sulla moto non è un mio problema: sono solo focalizzato sul mio stile di guida e sul fine settimana di gara, non devo preoccuparmi di altro”.

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