MotoGP, Pol Espargaro: "L'obiettivo dev'essere il titolo"

MotoGP, Pol Espargaro: "L'obiettivo dev'essere il titolo"
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Prime dichiarazioni per il neoacquisto dell'HRC, che condivide le impressioni (da fuori) sulla RC213V, gli obiettivi e la prospettiva di dividere il box con Marquez. "Lottare con i migliori ti fa migliorare"
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19 gennaio 2021

Prima intervista con i colori Repsol per Pol Espargaro, che ha avuto un primo contatto (statico) con la sua Honda RC213V a inizio anno, e che già negli scorsi mesi non ha mai nascosto le ambizioni legate al suo passaggio al team che ha dominato l'ultimo decennio, prima con Stoner e poi con Marquez.  

Un vero e proprio sogno che diventa realtà, perché la sella della Honda ufficiale è, praticamente da sempre, la più ambita da tutti i piloti della MotoGP fin dai tempi in cui i prototipi erano ancora a due tempi ed era Mick Doohan a vincere. Che effetto fa vestire i colori Repsol?

"È qualcosa di indescrivibile. Ho visto i migliori piloti del mondo vincere titoli e gare con questi colori per tanti anni, per me significano gloria. Significano avere tutto nelle tue mani, essere dove qualunque pilota vorrebbe essere per poter vincere, e dove tutti vorrebbero finire. Quando correvo in 125, in Moto2 ma anche in MotoGP, il team Repsol era sul podio praticamente in tutte le gare. Vedere il proprio numero su questi colori è incredibile. È qualcosa di davvero speciale."

"Sono stato sempre molto trasparente fin dall'inizio in merito a dove volessi andare, dovre sarei dovuto essere e dove mi vedevo per potermi mettere alla prova, vedere di cosa fossi capace. Il miglior modo per farlo è essere nel miglior team del mondo, con la miglior moto del mondo e a fianco del miglior pilota del mondo. Credo di essere arrivato nel team Repsol Honda nel miglior periodo della mia carriera. Essere dove vuoi essere, nel momento giusto, significa realizzare un sogno. E ora lo sto vivendo."

 

Che impressione ti ha fatto la RC213V, da quello che hai potuto vedere?

"L'ho vista un sacco di volte in foto e nei video, e so che è piuttosto piccola. Una moto corta, che puoi mettere dove vuoi, che tende magari a muoversi un po' di più ma che è il tipo di moto che mi piace guidare. I comandi del pilota hanno un grande effetto sulla moto, sei tu a dirle cosa vuoi che faccia. A volte, certo, bisogna guidare di forza per farle fare quelle due o tre cose che proprio non vuole fare, ma è il mio stile di guida. Mi piace staccare tardi, e ho visto che tutti i piloti che salgono sulla Honda riescono a frenare molto tardi e con aggressività: la cosa mi piace, perché è proprio il mio stile."

Che obiettivi ti sei posto per la stagione 2021?

"L'obiettivo principale non può essere altro che salire sul podio, vincere le gare o addirittura il titolo mondiale. Dobbiamo migliorare i nostri risultati dell'anno scorso, quando ho avuto una buona stagione ma... poteva andare meglio, e farò di tutto per riuscirci. Il primo anno non sarà facile ma non sono venuto in Honda per fare sesto. Sono venuto qui per arrivare all'obiettivo di tutta la mia carriera: vincere un giorno il titolo della MotoGP. Un obiettivo che, assieme a vincere le gare, è raggiungibile qui in Honda."

Che contributo pensi di poter dare al team Repsol?

"Cercherò di essere sempre proattivo: tanto lavoro, tanto impegno, passione, amore per questo sport e sicuramente risultati. Dire che sarei felice di finire nei primi 10 non è quello che si aspetta il team né quello che voglio io, quindi farò di tutto per ottenere i risultati a cui questa squadra ci ha abituato negli ultimi anni."

 

Come credi che andrà il primo test?

"So già che sarò nervoso, molto nervoso. Che tremerò e che la notte prima non credo riuscirò a dormire! È un capitolo della mia vita che ho sempre cercato di immaginare. Non vedo l'ora di salire in sella per la prima volta, credo sarà un momento che ricorderò per tutta la vita, e me lo voglio godere fino in fondo."

Com'è condividere il box con Marc Marquez?

"Credo che poter dividere il box con Marc sia stata un'altra delle ragioni per cui sono voluto venire nel team Repsol. Mi sono battuto con Marc nelle classi inferiori per tanti anni, mi sono divertito molto, sono cresciuto lottando con lui gara dopo gara, e la cosa mi ha reso il pilota che sono oggi. Quando lotti contro uno dei più grandi piloti del mondo migliori molto più rapidamente. Il modo migliore di crescere è stare a fianco di un pilota veloce quanto te se non migliore. Ecco perché ho accettato. Voglio vedere a che livello sono rispetto a Marc, che senza dubbio è uno dei migliori sulla griglia di partenza."