Motomondiale, Reinhold Roth ci ha lasciato

Motomondiale, Reinhold Roth ci ha lasciato
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Il tedesco, specialista della 250 degli anni 80, aveva 68 anni
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
16 ottobre 2021

La notizia viene da Gunther Wiesinger di SpeedWeek: Reinhold Roth, 68 anni, uno dei più forti interpreti della 250 di fine anni 80, ci ha lasciato. Reinhold era costretto su una sedia a rotelle da una emiplegia, risultato di un terribile incidente a Rijeka nel 1990. Assistito dalla moglie Elfriede e dal figlio Matthias, Roth aveva continuato a lottare dopo essersi ripreso da un coma che sembrava irreversibile fino a quando, ieri, il suo apparato respiratorio ha ceduto, vittima di un collasso polmonare che non gli ha lasciato scampo.

Roth era approdato al Mondiale alla fine degli anni 70. Dopo qualche excursus nelle grosse cilindrate, 350 e 500, si era specializzato nella quarto di litro. Aveva conquistato il titolo europeo nel 1982, correndo con le Yamaha TZ, per poi passare alla Honda, nel 1986, e diventare rapidamente uno dei protagonisti fissi della classe cadetta.

In sella alla NSR ufficiale (gestita da quel team HB che ha fatto correre anche Waldmann, Bradl e il nostro Chili in 500) chiude due volte secondo nel Mondiale: nel 1987 dietro a Toni Mang, nel 1989 dietro a Sito Pons. È sempre allegro, simpatico e scanzonato ma allo stesso tempo un gran professionista. Accanito fumatore da giovane, durante un allenamento di corsa a piedi, in circuito, si rende conto di non riuscire più a tenere il ritmo e butta le sigarette per sempre.

Il destino però lo aspetta a Rijeka, nel Gran Premio di Yugoslavia. Lui è nel gruppetto di testa, si sta giocando la vittoria con Kocinski, Cardus, Cadalora, Bradl e Wimmer. A pochi giri dalla fine inizia a piovere, in testa nessuno molla ma di colpo il gruppo si trova davanti Milner, privato australiano che ha rallentato vistosamente restando però in traiettoria. I primi scartano e riescono a evitarlo; Roth, che si trova la visuale bloccata fino all'ultimo momento, non può fare nulla e lo centra in pieno a quasi 170 all'ora.

L'impatto gli causa una frattura cranica; all'epoca, la Clinica Mobile è agli albori, spesso viene osteggiata dalle strutture dei circuiti e non riesce ad intervenire prontamente: Roth viene rianimato dopo che è rimasto senza ossigeno per diversi minuti, e il suo cervello subisce danni irreversibili. Reinhold lascia la moglie Elfriede e il figlio Matthias, che a breve lo avrebbe reso nonno. A loro vanno le condoglianze di tutta la redazione di Moto.it, che si uniscono a quelle dell'intero paddock del Motomondiale.