Spunti, considerazioni, domande dopo il GP del Giappone

Spunti, considerazioni, domande dopo il GP del Giappone
Giovanni Zamagni
Yamaha ha colmato definitivamente la differenza con la Honda? Perché Rossi non è riuscito a contrastare Lorenzo e Marquez? Ducati ha fatto un passo indietro in gara? | G. Zamagni, Motegi
12 ottobre 2014

Punti chiave

MOTEGI – Spunti, considerazioni, domande dopo il GP del Giappone.


La Yamaha ha vinto le ultime tre gare: ha colmato definitivamente la differenza con la Honda?

Sicuramente la M1 è cresciuta moltissimo in questa seconda parte della stagione, ma va sottolineato che Misano, Aragon e Motegi sono stati GP particolari, per diversi motivi: la super motivazione di Rossi in Italia, il “flag to flag” in Spagna, la pressione di Marquez in Giappone per il titolo mondiale. Gli ultimi tre GP, quindi, indicheranno meglio i valori tecnici di Honda e Yamaha.


Marc Marquez avrebbe potuto conquistare il GP senza i “calcoli” iridati?

Nel warm up, il campione della Honda aveva dimostrato di avere un passo da paura e Marc ha dichiarato di essere stato piuttosto prudente all’inizio. Al terzo giro era quarto staccato già di 1”488, ma al quinto era a soli 0”601 da Jorge Lorenzo, passato al comando proprio in quel passaggio. Qui Jorge ha dato uno “strattone” e il distacco di Marquez si è assestato attorno al secondo e 0”3, fino al 15esimo giro, quando la serie di sorpassi con Rossi ha fatto crescere il vantaggio di Lorenzo su Marquez a 2”586, distacco rimasto grosso modo invariato – decimo più decimo meno – fino al termine. Insomma, il cronologico dice che battere Lorenzo non sarebbe comunque stato facile.


Perché Valentino Rossi, scattato al comando, non è riuscito a contrastare Jorge Lorenzo e Marc Marquez?

Semplicemente perché Rossi, anche se di poco, pochissimo, era più lento dei sui rivali e non riusciva a tenere il loro ritmo. I giri veloci di ciascun pilota aiutano a capire la situazione: Lorenzo 1’45”350 (8° giro); Pedrosa 1’45”381 (20°); Marquez 1’45”389 (4°); Rossi 1’45”545 (20°); Dovizioso 1’45”557 (3°). Una differenza di un paio di decimi che con Lorenzo si è mantenuta più o meno per tutta la gara, mentre Marquez ha fatto più “elastico”, dimostrando però di avere un po’ di margine da utilizzare in caso di bisogno.


Ancora una volta Dani Pedrosa si è giocato la possibilità di salire sul podio nei primi giri: perché?

Difficilissimo rispondere a questa domanda: fino al 2013, Dani era fenomenale proprio a inizio gara e più in difficoltà alla fine, mentre dall’inizio del 2014 sta accadendo esattamente il contrario. «Colpa della nuova gestione elettronica» ha detto una volta Pedrosa, ma la sua spiegazione non è affatto convincente. Resta il fatto che negli ultimi giri, Dani è spesso il più veloce, come è successo anche in questa occasione.
 


Andrea Dovizioso ha chiuso a 14”353 dal primo: è quindi un passo indietro rispetto agli ultimi GP?

In realtà no: il distacco è dovuto soprattutto all’andamento della gara. Al 17esimo giro, Dovizioso era a 6”292 da Lorenzo, ma essendo ormai troppo staccato da Pedrosa e avendo un grande vantaggio su Iannone, Andrea ha rallentato il passo di un secondo al giro per evitare un’inutile scivolata: se si fosse trovato in lotta con Dani o se fosse stato costretto a difendersi dagli attacchi dell’altro Andrea, la differenza con il vincitore sarebbe stata certamente inferiore, probabilmente contenuta nei famosi dieci secondi indicati da Gigi Dall’Igna come il vero obiettivo stagionale.


Come mai Aleix Espargaro ha chiuso solo 11esimo a 40”668 da Lorenzo?

In tutto il fine settimana, Aleix e la sua squadra non sono riusciti a trovare una messa a punto che gli permettesse di essere competitivo. Espargaro non “sentiva” la moto e il risultato è la conseguenza di queste difficoltà.