CIV. Davide Giugliano, Team Principal del RGR TM team

Carlo Baldi
A soli 30 anni Davide Giugliano ha iniziato a Misano la sua carriera di manager e lo ha fatto nel migliore dei modi con una doppia vittoria. Ecco la nostra intervista
3 aprile 2019

Poco più di un anno fa, per la precisione il 13 Aprile 2018, Davide Giugliano scendeva in pista al Motorland Aragón con l’Aprilia RSV4 RF del team Milwaukee, in sostituzione di Eugene Laverty che si era infortunato in Thailandia. E’ bastato un solo anno per tramutare Davide da pilota a team Principal di una struttura che lui stesso ha creato.


Da pilota vinse il titolo della Superstock 1000 nel 2011, momento magico per il team Althea Ducati, che nello stesso anno si aggiudicò anche il titolo mondiale Superbike con Carlos Checa, e dopo una stagione trascorsa sempre con la squadra di Bevilacqua su di un’Aprilia privata, passò alla Ducati. 


Per sua sfortuna erano i primi anni della Panigale V2, la superbike meno vincente nella storia della Casa bolognese che, come sappiamo, fu ostica non solo per lui, ma anche per molti altri piloti. Cadute ed infortuni interruppero di fatto la sua carriera, e così, a soli 30 anni, Giugliano ha deciso di saltare dall’altra parte del muretto, per mettere a frutto la sua passione e la sua esperienza e creare un team di giovani che è partito dal CIV Moto3, in collaborazione con l’italiana TM. Una bella sinergia per una squadra tutta tricolore, compresi i piloti, che sono Nicola Carraro ed il campione italiano uscente Kevin Zannoni, uno dei migliori piloti che il nostro motociclismo abbia espresso negli ultimi anni.


Mi sembra strano vedere Davide che si aggira nel suo box senza mai indossare la tuta in pelle. Lo conosco da molti anni, da quando correva con una Suzuki nella Stock 1000. Era il 2008 quando superò in impennata Xavier Siméon al Nürburgring all’ultimo giro, uscendo dalla curva che immette sul rettilineo, e fu allora che tutti si accorsero di questo giovane e talentuoso pilota romano. Genio e sregolatezza. La sua era una guida istintiva e generosa che lo portava sempre a dare il massimo, a non chiudere mai il gas. Nemmeno quando invece sarebbe stato meglio farlo. Ma i piloti di razza sono fatti così.


Ad essere sincero, inizialmente ho guardato Davide con un poco di diffidenza a Misano, nei suoi nuovi panni di team manager, ma i risultati della sua squadra (due vittorie su due) e soprattutto i commenti estremamente positivi (e sinceri) dei suoi piloti, mi hanno tolto ogni dubbio. E allora complimenti a Davide, e un grande in bocca al lupo per una lunga carriera da manager, piena di successi!