Monopattini elettrici. La parola all'avvocato: "Incentivano l'utilizzo a discapito della sicurezza"

Monopattini elettrici. La parola all'avvocato: "Incentivano l'utilizzo a discapito della sicurezza"
Marco Berti Quattrini
Abbiamo fatto una chiacchierata con l'Avv. Petriello, esperto di questioni legali legate alla mobilità e insieme a lui abbiamo approfondito pregi e difetti della normativa che regola i monopattini elettrici
22 febbraio 2021

I monopattini elettrici fanno ormai parte della mobilità delle nostre città. Che siano in sharing o di proprietà non sono più una stravagante rarità, ma piuttosto una realtà in costante crescita. La legge li equipara alle biciclette, ma di fatto si tratta di due mezzi diversi per caratteristiche di utilizzo e per doti dinamiche. Con l'Avvocato Michele Petriello dello Studio Legale LCA di Milano, cerchiamo di fare un po' di chiarezza. 

Innanzitutto Avvocato Petriello cosa pensa di questa equiparazione?

"Diciamo che il monopattino è un veicolo che ha caratteristiche dinamiche diverse e anche l'idea di non prevedere un patentino per i minorenni mi lascia perplesso. Ha caratteristiche diverse e avere un 'addestramento' all'utilizzo di questo veicolo è fondamentale. Non solo da un punto di vista legislativo, ma una conoscenza del mezzo e una prova pratica, per un mezzo così diverso da una bicicletta e che espone a rischi diversi, è una scelta un po' azzardata.

Una scelta legislativa finalizzata a incentivare l'utilizzo, perché qualora fosse stato previsto il patentino per i minorenni o addirittura per gli adulti io credo che di monopattini in giro per l'Italia non ne avremmo visto nemmeno uno. E' stata una decisione politica per ragioni di snellimento del traffico e problematiche legate all'inquinamento. Forse li si è incentivati un po' troppo, a discapito della sicurezza. Io non vedo tanto un problema legale, quanto tecnico. L'equilibrio dinamico è completamente diverso".

Boom di diffusione, boom di incidenti, e anche di cause legali e risarcimenti.
"Sì, e se possiamo dare un consiglio ai nostri lettori è sicuramente quello di usare i monopattini a noleggio. Perché le norme prevedono che tra gli  obblighi del gestore ci sia quello di avere assicurazione per la responsabilità civile. La normativa è stata previdente da questo punto di vista e infatti tutte le compagnie di noleggio hanno attive delle coperture assicurative per risarcire tutti i danni che vengono fatti nei confronti di terzi e in alcuni casi anche le spese legali. Non coprono i danni al conducente e al veicolo che invece rimangono a carico di chi guida".
 

Avv. Michele Petriello (Studio Legale LCA, Milano)
Avv. Michele Petriello (Studio Legale LCA, Milano)

Se io invece faccio un incidente con il mio monopattino "privato"?
"E' un tema molto delicato, che purtroppo le persone sottovalutano. Se faccio un incidente non ho nessuna copertura, di nessun tipo. Il che significa che se si investe una signora, la si butta per terra, minimo minimo a si parla di 15-20 mila euro e, se l'infortunio è grave, superare i 100 mila euro è molto facile. Nel caso più tragico di un decesso si supera il mezzo milione di euro. Questo per dare un ordine di grandezza di questi danni: una cosa enorme. Quindi (i mezzi non targati, ndr) senza assicurazione sono delle pistole sciolte. Questo tipo di infortunistica, che è estremamente diffusa con auto e moto e che è regolamentata, non ha nessun regolamentazione per gli utenti di monopattini privati, esattamente come non c'è per le biciclette".

Serve una targa e un'assicurazione?
"Se n'è parlato tante volte per le biciclette e ora anche per i monopattini, ma chiaramente c'è sempre stata una strenua opposizione da parte dei produttori. Poi purtroppo in Italia assicurazione fa rima con truffa e quindi sapendo cosa è successo sui ciclomotori, con i costi delle assicurazioni che hanno di fatto distrutto quel mercato, si è voluto evitare un rischio del genere".

Assicurazione e numero identificazione sono invece obbligatori per i monopattini in sharing, ma i gestori vorrebbero una regolamentazione nazionale.
"La legge ha previsto bandi comunali per permettere ai singoli Comuni di modulare la normativa sulla base delle caratteristiche del territorio. Sicuramente  una normativa nazionale potrebbe armonizzare determinati aspetti, ma personalmente non credo che il problema sia quello. Anche perché alcune cose, come ad esempio i massimali assicurativi ormai sono abbastanza omogenei perché sono già applicati dalle compagnie assicurative in maniera omogenea. Il tema vero dovrebbe essere la regolamentazione della mobilità privata. Paradossalmente si potrebbe dire più sharing e meno privato".

Fermo restando che le sentenze in Italia non costituiscono precedente vincolante, si intravede una direzione in cui la giurisprudenza si muove per quanto riguarda i monopattini?
"Diciamo che siamo veramente all'inizio. Ad oggi il filone è ancora quello legato all'equiparazione tra monopattino e bicicletta, quindi diciamo che la giurisprudenza è ancora allineata a quello che era il discorso relativo al ciclista e l'assoggettamento al Codice  della Strada. Sicuramente c'è da attendere degli sviluppi, ma io credo anche degli interventi normativi. Perché se il trend di sviluppo del fenomeno crescerà come è cresciuto in questi due anni, ci saranno ulteriori modifiche legislative sia a livello di circolazione stradale sia rispetto all'obbligo di copertura assicurativa. Per il resto è troppo presto per indicare una linea giurisprudenziale già netta. Il fenomeno è troppo nuovo e vista anche la durata di una causa non possiamo già registrare degli orientamenti consolidati". 

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