Antonio “222” Cairoli. Si riapre una nuova era?

Piero Batini
  • di Piero Batini
Dopo aver smesso di correre, Tony Cairoli chiude un altro capitolo della sua vita professionale. Ma c'è da scommettere che non sarà l'ultimo...
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
15 settembre 2021

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, il 14 settembre del 2021, avevamo dato notizia del ritiro di Tony Cairoli. Dopodiché fu la volta della nuova avventura come Team Manager, l’estate di chiacchiere, la supposizione di una nuova, incredibile sfida. Tecnica e umana. Decisamente, Tony Cairoli sarà sempre una persona sorprendente e speciale. Qui di seguito ripercorriamo gli ultimi passaggi salienti di un'avventura che pare ancora di là da venire.

Le dinamiche della fine di un’era sono micidiali. È una pallina di flipper che rimbalza tra testa e cuore e ci manda in tilt. Fosse accaduta oggi, l’estinzione dei dinosauri non avrebbe misteri e si parlerebbe di affezione per la fine di un fenomeno durato appena trenta milioni di anni. Sapremmo tutto della vita dei giganti della natura, ne avremmo registrato tutti i passi, alimentato e tenuto vivo l’interesse. Ora, cosa succede quando viviamo l’avventura di un mito nel riflesso di una passione, e arriva il giorno che bisogna rinunciarvi? Inutile, viviamo per le cose belle, e non ci si capacita che possano avere una fine. Il distacco è indigeribile. Soprattutto se arriva a bruciapelo, come l’annuncio ferale della imminente fine della carriera agonistica di Tony Cairoli.

Una precisazione. Antonio Cairoli non è un dinosauro. Cairoli è un gigante della natura e un monumento dello Sport. E la sua è un’era irripetibile che è durata vent’anni. Che milioni di persone hanno vissuto in una grande passione.

Così un bel giorno è arrivata la parola fine anche per la carriera di Tony Cairoli, 9 volte Campione del Mondo, ma anche tre volte secondo e una volta terzo, 270 Gran Premi disputati di cui 93 vinti e il doppio sul podio, più gli allori italiani. E anche una mezza dozzina di infortuni, più o meno gravi, intervenuti a rallentare il rullo compressore di una carriera fenomenale. Sono numeri indicativi, tranne quello degli incidenti che vogliamo ritenere definitivo, perché il contatore continua a girare, almeno fino alla fine della stagione per quanto riguarda il Mondiale, e poi cambierà la “filosofia” in un clima di distensione, di allentamento della pressione e delle responsabilità professionali in pista. Uno sguardo più sereno verso partecipazioni episodiche, verso altre discipline, desideri e passioni, un occhio al divertimento e, state certi, l’anima che spinge potenza nel motore, quel cuore che pulsa a quattro valvole.

Il "sistema" Cairoli

KTM ha voluto offrire al suo Campione un cerimoniale particolare. Forse per dare meno impressione di bilancio e per fissare in un momento speciale il significato di una collaborazione che è diventata qualcosa di più. Con Cairoli KTM ha vinto per la prima volta nella classe regina e ha vinto la sfida della sua 350, inizialmente vista come un inutile vezzo tecnico e rivelatasi, invece, una formula magica e di tendenza.

Con Cairoli KTM ha invertito una corrente oceanica “esportando” e affermando le proprie moto in America, quello che per gli austriaci era un deserto popolato da 4 giapponesi. Con Cairoli KTM ha costruito un sistema di comunicazione visiva della capacità di allargare il proprio campo d’azione, di immagine e di successo commerciale, poi dimostratosi argomento vincente anche in altre sedi di esame, vedi la MotoGP.

Come una famiglia

Per questo non bastava una “normale” conferenza stampa in un luogo di quelli che si usano tradizionalmente, la Fabbrica o il campo di gara. Ci voleva un’occasione che sigillasse l’epoca che rappresenta. Che, poi, si immaginasse di cosa si sarebbe parlato non è un diminutivo dell’intenzione. Al contrario è un richiamo all’attenzione sull’importanza.

Si è mosso Stefan Pierer, confidenzialmente il “boss”, più seriamente l’artefice di KTM… dell’era moderna. Per rappresentare il ringraziamento dell’intero Marchio. È sceso Pit Beirer, manager ed ex Pilota sfortunato. Per esprimere quel concetto di fabbrica che diventa famiglia e che non dimentica i suoi figli, e per ricordar come un contratto arrivato fortuitamente e gravato di una doppia sfida si è trasformato in un successo e in un rapporto interpersonale autentico, in un’amicizia. E non poteva mancare Heinz Kinigadner, che di KTM è anima, motore e testimone, la forza e la continuità della Storia. Per stabilire un infinito trait d’union tra la matrice sportiva di KTM e la continuità rappresentata dai suoi Piloti.

L'importanza del manager

La fine dell’era Cairoli è anche la fine di un’era… nell’era Claudio De Carli e Antonio Cairoli. In che misura il Manager e talent scout sia stato utile al Pilota, e in che misura viceversa, non è argomento sensato. In diciott’anni di collaborazione con un così alto tasso di successi, più che di una somma si dovrebbe parlare di una moltiplicazione di fattori, di una di quelle potenti reazioni chimiche che producono un risultato ben al di là delle aspettative. Traslato nell’umano si tratta dell’alchimia di un’alleanza che nel tempo non può limitarsi all’associazione per un obiettivo e diventa forte relazione umana, famigliare, affettiva. E questo lo si evince nel momento in cui si chiede a Claudio De Carli, scopritore, mentore e uomo al fianco del Campione, un bilancio. Lo si capisce quando lo slancio di una risposta convenzionale si smorza fino a strozzarsi in un momento di irrefrenabile commozione. Forte questo De Carli, lo conoscevo appena, solo per i suoi evidenti successi. Gran bella persona!

Del domani

Naturalmente non ci si poteva esimere dal chiedere al Campione quale sarà il suo futuro. Mai paghi! Ne esce la parte meno entusiasmante della serata sotto il cielo di Roma e un progetto vago. Sì, Antonio Cairoli e KTM rimarranno legati. Probabilmente a vita, almeno questa è l’intenzione. Tony continuerà a fornire il proprio valore nello sviluppo delle moto del Gruppo, nella ricerca e nell’”allevamento” dei nuovi talenti necessari alla continuità “filosofica” del marchio. Supponiamo che le cose stiano in questo modo, e accettiamo la versione di un periodo di stasi nel quale lasciar crescere e maturare le idee e i presupposti. In ogni caso è giusto così. L’incontro sulla terrazza di via Sistina era un punto di arrivo, non un bivio o una linea di partenza.

Bene Antonio “Tony” Cairoli da Patti, pian piano riusciremo ad accettare la realtà di un passaggio del tempo sulle meraviglie che produce, e riferiti a queste ultime ci uniamo al coro di ringraziamenti che era il centro nascosto della serata romana.

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