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A Bellpuig vince Barragan. Incredibile sfida tra Philippaerts e Cairoli, che cade 2 volte ma domina la seconda manche. Video e Classifiche
19 maggio 2009


Campionato del Mondo di Motocross - Gran Premio di Spagna

MX1
Nella MX1
il motivo dominante della gara è stato senza dubbio il "duello" Philippaerts - Cairoli.
Dopo il "fattaccio" di Agueda (clicca qui per vedere l'incidente), i due erano attesi ad un confronto ma soprattutto ad un temuto e probabile "scontro". La settimana che ha seguito il GP portoghese, è stata movimentata da un rincorrersi di voci e parole "grosse" che avevano contribuito a calare sul GP di Catalunya un velo di apprensione tipico dei duelli del vecchio "far west".
I due piloti, cosi come le persone a loro più vicine, si sono ignorati per tutto il tempo fin dall'arrivo in pista a Bellpuig. E si sono ignorati anche sul podio che ha visto Philippaerts al secondo gradino e Cairoli alla sua sinistra, terzo, divisi dal vincitore di giornata, il pilota di casa, Jonathan Barragan. Il madrileno ha fatto segnare la prima vittoria assoluta di uno spagnolo nel GP locale con l'affermazione nella prima manche ed il quarto posto in gara 2.
Al primo via è stato perfetto ed ha condotto indisturbato i ventuno passaggi della manche. Indisturbato anche dal fatto che, nel secondo giro, Cairoli e Mackenzie si sono "presi" e sono volati a terra in una curva ripartendo entrambi ben oltre la ventesima posizione. Per Cairoli non si è trattato dell'unico assaggio del terreno catalano ed infatti, a quattro giri dal termine, in rimonta su Coppins che era in quarta posizione, Tony ha commesso un errore in fondo ad una discesa perdendo il controllo della sua moto e cadendo rovinosamente a terra. Caduta che poteva avere ben più gravi conseguenze per Antonio che si è rialzato indenne. Non indenne invece la sua Yamaha che ha accusato la rottura del serbatoio della benzina. Cairoli, accortosi del fatto, è stato costretto ad azionare nel suo polso destro "l'econometro" cercando di arrivare al termine della manche limitando i consumi della sua Yamaha. Alla bandiera a scacchi, l'ottava posizione per lui. Chi invece è andato oltre le aspettative, è stato il campione incarica David Philippaerts. Con il dito indice della mano sinistra vistosamente protetto da un tutore e con la mobilità inevitabilmente compromessa, David è riuscito a gareggiare in modo impeccabile concludendo in terza posizione, preceduto soltanto dal belga Clement Desalle che continua ad essere consistente ed inizia a preoccupare i top ridere della MX1. Uno dei piloti di testa che ha accusato una brutta battuta a vuoto in gara 1 è stato Ken De Dycker. Caduto per due volte nel corso del primo giro si è dovuto ritirare per una botta rimediata al polso destro e per la rottura della leva della frizione. Dopo quanto accaduto in gara 1, le aspettative per il rush finale erano alte ed i pronostici praticamente impossibili, visti i valori in campo.
Come nel primo via è stato Mackenzie a prendere il largo ed a fare da lepre per dieci giri ma l'inglese non ha retto più il ritmo e lentamente è stato risucchiato dal gruppo. È stato Maximilian Nagl a rilevarlo in testa seguito a ruota da Philippaerts e Cairoli a stretto contatto. I due si sono "studiati" per sei lunghi giri e sono stati "marcati a uomo" dagli occhi di tutto il pubblico presente. Al quindicesimo passaggio però, Cairoli ha rotto gli indugi sorpassando il campione in carica e si è portato in terza posizione che praticamente è immediatamente diventata la seconda dato che Mackenzie era in evidente calo fisico. Di quel gioco attendistico dei due italiani ne aveva di certo goduto il tedesco Nagl che nel frattempo si era trovato con dieci secondi di vantaggio su Mackenzie. Vantaggio rassicurante, salvo imprevisti. Imprevisto che si è manifestato per lui sotto forma di una banale scivolata che lo ha diseredato di una buona fetta di quel margine che aveva. A Cairoli non è parso vero ritrovarsi Nagl davanti il parafango della sua Yamaha mentre la direzione gara esponeva il cartello dei due giri al termine. Nel giro successivo, a - 1 dalla fine della manche, Antonio è passato sulla linea del traguardo come se fosse schiacciato in una carena di una moto stradale, facendo segnare il giro veloce in gara ed agganciando il codone della KTM di Nagl. A metà giro Cairoli ha passato inesorabilmente il rivale andando a tagliare il traguardo a braccia alzate seguito da Nagl, visibilmente contrariato dall'errore commesso. Chi invece non è stato di certo contrariato del terzo posto è stato David Philippaerts che ha raccolto punti veramente pesanti nell'ottica campionato dopo l'infortunio patito in Portogallo. Quarta posizione per Barragan che gli è comunque valsa la vittoria nel GP, seguito da Mackenzie e De Dycker che a causa dello "zero" di gara 1 ora si trova a pagare 36 lunghezze di svantaggio da Cairoli in classifica generale di campionato. Philippaerts, che ha recuperato due punti sul rivale accusa al momento 57 punti di ritardo. Con 18 manche da disputare in 9 GP e con 450 punti ancora in palio la matematica lascia aperti i giochi e la caccia al titolo 2009. Da qui a fine stagione se ne vedranno ancora delle belle in questa MX1 che continua comunque a entusiasmare.

MX2

Grandi lotte nella MX2
che ha visto il podio monopolizzato dal colore arancio degli uomini KTM. Colore arancio al vertice ma non quello del team ufficiale, dato che è stato il diciannovenne Jeremy Van Horebeek, a vincere il GP. Il belga, secondo e terzo nelle due manche, che di solito si trova a suoi agio sui terreni soffici del nord Europa, ha trovato un feeling esagerato con l'arido terreno spagnolo ed ha conquistato la sua prima vittoria iridata in sella alla moto gestita dalla struttura di Jacky Martens, che ha in mano il vivaio dei piloti "ready to race". Alle sue spalle il sempre più consistente Rui Goncalves.
Reduce dalla vittoria nel GP di casa, Rui ha dominato la prima manche dal primo all'ultimo metro mentre in gara 2, forse anche accusando la pressione esercitata su di lui dal compagno di marca, ha commesso un errore ed è caduto riportando anche un forte colpo alla testa che non gli ha permesso di riprendere subito il ritmo di gara e si è dovuto accontentare della quinta posizione. Piazzamento che comunque gli è valso il secondo gradino del podio.
Podio completato dal rientrante Anthony Boissiere che, praticamente al debutto dopo che si era infortunato a Faenza e successivamente a Valkenswaard, ha ottenuto il pieno successo in gara 2 dopo che si era opportunamente "rodato" con la settima posizione della prima manche. Immediatamente ai piedi del podio la giovane promessa made in germany, Ken Roczen. Al suo secondo GP in carriera, appena poco più che quindicenne, Ken ha sfiorato il colpo grosso nella seconda manche conquistando la piazza d'onore alle spalle di Boissiere ma impensierendolo seriamente per la vittoria fino a fine della durata del tempo.
Alle sue spalle il francese Xavier Boog e Davide Guarneri.
Un Davide Guarneri che ha un po' da recriminare per quanto raccolto in gara soprattutto alla luce della vittoria della qualifica del sabato che lo aveva visto dominare gli avversari con netta superiorità.
Quarto in gara 1 e settimo nella frazione finale, Davide recrimina soprattutto perché, alla luce dei risultati ottenuti dai piloti che lo precedevano in classifica di campionato si poteva tranquillamente ritrovare in mano la tabella rossa di leader. Dopo il GP di Catalunya, soltanto cinque punti separano il bresciano dal vertice della classifica. Chi invece esce veramente "malconcio" dalla gara spagnola è l'oramai ex capo classifica Gautier Paulin. Il francese ha compromesso inevitabilmente al gara con la caduta durante la qualifica del sabato che lo ha costretto ad allinearsi alla griglia di partenza in ultima posizione. La prima manche è partito ultimo e non è riuscito a recuperare se non fino alla sedicesima posizione mentre in gara 2 è rimasto coinvolto dalla caduta in partenza, innescata da Monni, ed ha bissato il risultato della frazione di apertura.
Pur con una prestazione non di alto livello, chi ha goduto di questa situazione è stato il suo connazionale Marvin Musquin. Diciannove punti nel computo totale di giornata, sono bastati al pilot del Team NGS per salire al podio e prendersi la tabella rossa di leader della generale.
Punti che invece sono mancati a Manuel Monni. Il perugino ha corso una buona prima manche concludendo ottavo, ma nella seconda partenza ha commesso un errore di valutazione in ingresso della prima curva ed ha involontariamente urtato il braccio sinistro di Van Horebeek con il risultato di essere stato "deviato" verso l'esterno della curva, causando l'inevitabile mucchio di piloti. Mucchio dal quale ne è uscito per ultimo dato che la sua gamba destra era rimastra incastrata, fortunatamente senza conseguenze, nella ruota della moto di un avversario. La rimonta di Manuel è stata fantastica facendo segnare tempi sul giro simili a quelli del gruppo di testa ma il ritardo accumulato era tanto che non è riuscito a rimontare oltre la quattordicesima piazza. Per quanto riguarda gli altri italiani in gara, Deny Philippaerts e Marco Maddii non sono stati in grado di raggiungere la zona punti. Alessandro Lupino invece, ha dovuto abdicare soltanto dopo due giri del primo turno di prove del sabato a causa del dolore alla spalla sinistra dopo che il mercoledi precedente il GP, in allenamento in Belgio, si era cappottato in avanti in un simulazione di partenza. Per il "lupo" una gran botta alla testa con perdita di memoria che però, dopo gli opportuni controlli, ha escluso ogni sorta di complicazione ma soprattutto la lussazione della spalla scongiurata di poco che comunque lo ha costretto al forfait.

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Enzo Tempestini

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