Supercross USA: a un passo dal termine

Supercross USA: a un passo dal termine
Massimo Zanzani
Anche la stagione Supercross statunitense ha dovuto fare i conti col COVID-19, ma l’oculata gestione degli organizzatori della Feld Entertainment ha permesso di portare a termine ugualmente tutte le 17 gare previste del calendario iniziale
13 giugno 2020

Così come tutti gli altri sport, anche il Supercross USA ha cambiato pelle nel corso di quest’anno per adattarsi alla pandemia che ha flagellato anche gli Stati Uniti. Dopo l’avvio del 5 gennaio di Anaheim, il campionato ha snocciolato una dietro l’altra 10 prove fino ad arrestarsi con la tappa di Daytona Beach del 7 marzo.

A quel punto il Covid-19 ha costretto gli organizzatori del campionato indoor più ricco e famoso del mondo a prendersi una lunga pausa per rimettere in sesto il puzzle di un campionato che aveva ancora ben sette prove da disputare.

Visti i notevoli problemi nel ricucire una stagione minata quasi a metà del suo cammino, come non era mai successo in passato, Feld ha puntato sulla sola località di Salt Lake City dove disputare tutte le gare restanti senza l’accesso del pubblico, che sino ad ora aveva assiepato gli spalti con una media di 50.000 spettatori a gara. E così che si sono aperte le porte dell’University of Utah Football Stadium, che ha ospitato al posto di quello di Indianapolis al quale spettava originariamente l’11ª tappa, la prima delle sette gare da disputarsi in tre settimane, correndo sia il sabato che, per la prima vota nella storia del Supercross, anche di mercoledì.

Gara, tra l’altro, che ha segnato i due record storici per l’australiano Chad Reed: la sua 260ª gara indoor e l’esclusività di averle corso con bei sei marchi di moto diversi: Honda, Yamaha, Suzuki, Kawasaki, KTM e Husqvarna.

A conclusione della quarta gara di Salt Lake, Eli Tomac è saldamente al comando della classe regina con il discreto bottino di 27 lunghezze di vantaggio nei confronti di Webb e di 29 rispetto a Ken Roczen, per cui nelle restanti 3 prove il suo obbiettivo è di non sbagliare e puntare al podio ogni volta.

 

“Gli organizzatori della Feld Entertainment avevano parlato con diverse località – ci ha spiegato il 5 volte iridato nonché manager KTM USA Roger De Coster - ma alla fine la migliore soluzione è venuta dallo stato dello Utah che da diversi anni è molto vicina a tutti gli sport ed in modo particolare a quelli delle moto fuoristrada”.

Pensi sia stata una scelta oculata?

“E’ senza dubbio la soluzione migliore piuttosto che avere un calendario ridotto o non aver più corso affatto. Soprattutto perché così siamo riusciti ad essere in televisione proprio quando gli altri grandi sport americani come il football, il basket e baseball sono fermi, per cui abbiamo più probabilità che le gare vengano seguite anche da un pubblico non abituato alle gare Supercross che poi magari continuano a seguirlo anche in futuro. Certo che non è facile per nessuno, anche per i team perché dobbiamo restare in hotel per più di tre settimane. Tra una gara e l’altra non possiamo infatti fare rientro a casa, perché ogni volta ci si dovrebbe sottoporre ai test di verifica del Coronavirus e si rischia di non essere in tempo per la gara”.

La pista di Salt Lake è sempre uguale?

“No, pur con tutti i limiti di capacità dello stadio hanno cercato di replicare il disegno delle piste previste ad inizio campionato per queste date. E devo dire che sino ad ora hanno fatto un ottimo lavoro, considerando oltretutto che gli spazi di uno stadio del baseball è diverso di quello del football”.

 

 

Dopo le quattro gare di Salt Lake che considerazioni hai tratto?

“Non è stato facile mettere tutto assieme con le tante regole e restrizioni da seguire per mantenere li più alti livelli di sicurezza, come far mantenere la distanza di sicurezza, misurare la febbre, ecc., ma anche sotto questo aspetto Feld ha lavorato molto bene superando tutti gli ostacoli e anche i tanti problemi secondari che si sono trovati di fronte”.

La scorsa puntata è stata vinta dal vostro pilota Cooper Webb, che ha centrato la sua 3ª affermazione stagionale e che è così passato al 2° in campionato a 27 punti da Eli Tomac, cosa gli è mancato per essere più consistente e trovarsi magari agganciato al leader del campionato?

“Nelle prime tre gare non stava bene fisicamente, mentre in Texas è stato protagonista di una pesante caduta sul cemento che poteva avere conseguenze molto serie, invece si è ripreso e alla gara successiva è già stato in grado di correre. Dopo la pausa che ha seguito la tappa di Daytona su quattro gare ha fatto due primi e due secondi posti, in piste molto dure e scivolose che non sono le sue favorire, per cui non si può dire che abbia fatto una brutta stagione. Certamente l’attuale divario che lo separa da Tomac è troppo grande per essere colmato in modo normale, bisognerebbe che il pilota della Kawasaki abbia qualche sfortuna ma mancano ancora tre gare e nelle gare si sa come va a finire solo all’ultimo giro dell’ultima gara”.

Che prospettive ci sono invece per il campionato outdoor?

“La prima gara è prevista il 18 luglio, alla quale seguiranno ad adesso 7 o 8 prove, ma non è detto che il programma non possa subire delle modifiche”.

Marvin Musquin sarà pronto?

“Sicuramente correrà, e penso che sarà anche in buone condizioni fisiche perché si sta preparando sodo, ma è difficile dire che risultati farà in quanto gli manca da diversi mesi il passo di gara e quindi non è possibile fare dei pronostici”.

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