Astron Omega 1: 160 cavalli in 15 kg per il motore rivoluzionario

Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
La statunitense Astron Aerospace ha brevettato un innovativo motore rotativo che promette enormi vantaggi in termini di prestazioni, semplicità, leggerezza, costi ed emissioni
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
21 gennaio 2022

Il motore a ciclo Otto, con i suoi derivati, resta il più utilizzato al mondo in campo automobilistico, motociclistico e in tante altre applicazioni. Naturalmente non è privo di criticità, ma finora nessun'altra invenzione nel campo dei motori termici ha saputo superarlo in termini di pregi complessivi.

Una innovativa proposta arriva ora dalla Astron Aerospace, una start up americana (associata alla Clearwater Engineering) nata per promuovere proprio questa tecnologia motoristica che è stata pensata per l'automobile, il volo e per altri veicoli e impieghi terrestri.

Come nel caso del motore rotativo ideato da Felix Wankel nel 1932, che in ottanta anni di storia ha visto alcune interessanti e performanti applicazioni automobilistiche e qualcuna motociclistica, abbandona il movimento alternato dei pistoni con la complessità meccanica che ne deriva, adottando però un principio di funzionamento assai diverso al noto Wankel (qui trovate la moto inglese Crighton CR700W da 220 cavalli che utilizza proprio un doppio rotore Wankel).

Un motore, quello proposto da Astron, che teoricamente è ancora più semplice da realizzare e privo di alcuni limiti intrinsechi del Wankel. Come il rotore centrale, il relativo comando a ingranaggi e le fasce di tenuta.

Si può sintetizzare dicendo che l'Omega 1, questo il suo nome, sfrutta due rotori anteriori per aspirare e comprimere l'aria e altri due posteriori, messi in relazione con i primi tramite una valvola a disco rotante e una precamera dove avviene l'iniezione di carburante, per la combustione della miscela e l'espulsione dei gas combusti.

Il tutto con un attrito estremamente ridotto, elevato rendimento, nessuna parte mobile tranne quelle in rotazione, basse perdite per pompaggio e una lubrificazione semplificata.
L'efficienza comincia adottando una pressione di aria molto alta: va infatti da da 14 a 20 bar.

Secondariamente l'efficienza migliora grazie a un particolare “skip-fire”, determinato dalla potenza richiesta e gestito elettronicamente, con un'accensione che può avvenire ogni 5, 10 o 50 rotazioni.
Il regime di utilizzo va dai 1.000 ai 25.000 giri al minuto e le revisioni sono previste ogni 100.000 ore di funzionamento.

Il peso è di sole 35 libbre (15,8 kg), la potenza sviluppata è di 160 cavalli e la coppia massima è altrettanto elevata: 23 kgm.
L'Omega 1 offre poi la possibilità di una costruzione modulare assemblando in serie i motori: 320 cavalli per 32 kg e così via.

Infine, anche in termini di costo, di consumi e di emissioni sono promessi obiettivi estremamente competitivi.
Molte delle soluzioni presenti in questo motore sono state oggetto di brevetto internazionale, comprese la Cina e l'India.

Una rivoluzione copernicana in ambito motoristico? Chissà...

Va detto che per ora quelle diffuse sono simulazioni computerizzate, non è stato mostrato un prototipo funzionante e non sono state fornite specifiche ulteriori.
La società è aperta ad aziende interessate alla sua tecnologia e ad eventuali partner.

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