Honda CBX1000 by Mandril Garage: che bomba!

Umberto Mongiardini
modifiche radicali per rendere snella e accattivante una delle moto maxi anni '80
14 agosto 2019

Alla fine degli anni '70 Honda ha trasferito Shoichiro Irimajiri, l'ingegnere responsabile dello sviluppo dei motori F1 alla divisione moto e due delle sue creazioni sono state la CX500 e la CBX1000. Quest’ultima era dotata di un poderoso motore da ben 105 CV, qualcosa di particolarmente potente per l’epoca, ma di una ciclistica non all’altezza delle prestazioni e così, per sfruttare le caratteristiche tecniche del 6 cilindri, un collezionista di moto e di auto ha deciso di affidare una CBX1000 al preparatore cinese Mandrill Garage.

L’idea era quella di prendere la possente Honda, metterla a dieta in maniera intensiva e di darle una parvenza da cafe racer, reinterpretata in chiave moderna.

Nello specifico, è stata utilizzata una CBX-B del 1981, il modello da turismo, con sospensioni posteriori Pro-Link Monoshock, forcella anteriore da 39 mm regolabile, carenatura e borse ma, alla fine, quello che importava veramente ai preparatori, era il motore e il telaio.

Per prima cosa, il telaio è stato controllato e riparato ma, soprattutto, la parte posteriore è stata tagliata, in quanto pesante e sostituita con un’unità più corta e leggera, successivamente il forcellone è stato sostituito con uno più leggero preso in prestito da una Kawasaki ZRX, dando così la possibilità di avere un doppio ammortizzatore.

Non essendo un fan del design squadrato tipico degli anni '80 della moto, si è optato per linee più morbide, con le componenti della carrozzeria realizzate in alluminio, con il risultato di abbassare notevolmente il peso. Per quanto riguarda i colori, invece, sono sati usati un rosso ciliegia e un grigio metallizzato, con un disegno ispirato da un concept di Oberdan Bezzi.

Il motore non ha subito modifiche, è stato solo restaurato, mentre è stato sostituito il radiatore dell’olio con un sistema racing. Per quanto riguarda il sistema di scarico, i ragazzi dell’officina hanno optato per due 3 in 1, mentre i carburatori sono stati sostituiti con 6 Keihin.

L’opera si è poi conclusa con supporti motore nuovi, lavorati in CNC, un impianto elettrico semplificato, cerchi a raggi, forcella Showa a steli rovesciati, pinze freno radiali a marchio Brembo e dischi flottanti da 320 mm.

Cosa ne pensate di questo stravolgimento? A parte il fatto che, ovviamente, qui in Italia non potrebbe ai circolare su strade aperte!