I primi Cento anni di Moto Guzzi raccontati da Moto.it [GALLERY]

Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Una rapida carrellata dei modelli più significativi dei primi cento anni della Casa di Mandello e una serie di articoli che riguardano moto, personaggi e piloti di Moto Guzzi
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
15 marzo 2021

Esattamente 100 anni fa, era il 15 marzo del 1921, Carlo Guzzi e Giorgio Parodi fondarono a Genova la “Società Anonima Moto Guzzi" per "La fabbricazione e la vendita di motociclette e ogni altra attività attinente o collegata all'industria metalmeccanica".

Come simbolo venne scelta l’aquila ad ali spiegate, in memoria del compagno d’armi Giovanni Ravelli. I tre erano stati insieme nel Servizio Aereo della Regia Marina e lì avevano sviluppato l’idea di dedicarsi, a guerra finita, alla costruzione di moto di concezione innovativa. Ravelli morì nel 1919 durante un volo di prova e i due amici vollero ricordarlo col simbolo dell’arma aerea.

La fabbrica venne aperta a Mandello del Lario e il primo modello prodotto fu una monocilindrica di 498 cc con valvola d'aspirazione sopra lo scarico e volano esterno.
Quel motore a cilindro orizzontale costituì la base concettuale per i modelli di serie fino agli anni Sessanta.

La Normale 500
La Normale 500

Nel 1924 arrivò la prima monocilindrica 500 a quattro valvole e albero a camme in testa: fu la vincitrice del primo campionato europeo.

E proprio nelle competizioni la Moto Guzzi iniziò a dare il meglio di sé subito dopo, quando alle monocilindriche di serie affiancò moto da corsa meccanicamente sempre più raffinate. Dalla monocilindrica 250 alla bicilindrica a V di 120°, dalle due, tre e quattro cilindri sovralimentate, alla quattro cilindri in linea albero in testa per rivaleggiare con Gilera e MV Agusta. Fino ad arrivare alla straordinaria 500 V8 del 1955.

Sport 15
Sport 15

Fra i primi modelli di serie meritano di essere ricordati la Normale 500 del 1921, la Norge 500 del 1928 (raggiunse il Circolo Polare Artico guidata da Giuseppe Guzzi, fratello di Carlo), la 500 Sport 15 del 1931 (erede della famosa Sport 14), il Guzzino 65 (il primo, piccolo, due tempi) del dopoguerra, l'innovativo Galletto 160 (poi anche 175 e 192) del 1950 e l’Airone 250 che venne prodotto nelle versioni base, Turismo e Sport dal 1939 al 1961.
Nel 1950 fu invece la volta del Falcone 500, che restò in produzione sino al 1967.
 


In quel periodo venne inaugurata la galleria del vento, la prima in campo motociclistico, nella quale vennero sviluppate le moto da corsa progettate da Umberto Todero, Enrico Cantoni e Giulio Cesare Carcano, il progettista della 500 V8.
Tra il 1935 e 1957 la Moto Guzzi vinse 15 titoli mondiali velocità e 11 volte il Tourist Trophy.

V7 Special
V7 Special

Gli anni Sessanta sono quelli delle motoleggere: fra tutte merita di essere citata la Moto Guzzi Stornello 125 del 1960, che evolverà poi in Regolarità e Scrambler fino al 1975: è una delle più note e vendute.

E quando si affacciano le prime maxi moto, Moto Guzzi presenta la sua V7 con il nuovo motore bicilindrico a V di 90° di 703 cc e con la trasmissione finale ad albero. E' il 1967 e due anni dopo sarà la volta della V7 Special, sempre 700. Seguiranno le V7 750 California e Ambassador.

Nel 1971 una Moto Guzzi in serie difficoltà viene rilevata dall'argentino Alejandro De Tomaso che già controllava la Benelli di Pesaro.
Di quel periodo è la bella V7 Sport (la famosa Telaio rosso del 1970 e 1971), seguita dalle versioni Telaio nero, “S” (del 1974) e poi S3 (1975) e 1000 S (1993).

E soprattutto arriverà a partire dal 1976 la 850 Le Mans I, seguita dalle versioni II, III e 1.000 che uscirà di produzione nel 1993.

850 Le Mans I
850 Le Mans I

Nel 1977 nasce anche la famiglia delle V2 piccole, sempre con la trasmissione finale a cardano, ovvero le V35, V50 e V65. E nel 1993 è la volta della Daytona con motore di 992 cc e testate a quattro valvole.

L'azienda attraversa intanto una serie di difficoltà economiche e commerciali, nel 1994 De Tomaso dà la gestione della GBM (Guzzi-Benelli Moto) alla Finprogetti che riporta il bilancio in attivo in un paio d'anni e la società tornerà a chiamarsi Moto Guzzi SpA.
Fra traversie varie e poco sviluppo, nel 1999 la produzione scende però al minimo di 6.000 motociclette e nell'aprile del 2000 è l'Aprilia di Ivano Beggio a rilevare Moto Guzzi per poi rilanciarla: nascono modelli come V11 Sport, MGS-01 e Griso 1100.

MGS-01
MGS-01

Tuttavia è il marchio veneto a conoscere subito dopo la crisi e Aprilia, con Moto Guzzi, passa al Gruppo Piaggio guidato da Roberto Colaninno nel 2004.

Inizia così un nuovo rilancio puntando sulla naked Breva 1100 (2005), Norge 1200 e 1200 Sport (2006), Bellagio (2007), la nuova serie V7, la maxi enduro Stelvio.
Fino alle più recenti, California 1400V9 e V85TT.

Tutte costruite nello storico stabilimento di Mandello del Lario.

Griso 1100
Griso 1100

Nel commentare il centenario, Roberto Colaninno, Presidente e AD del Gruppo Piaggio, ha detto: “I cento anni di Moto Guzzi rappresentano un momento di grande orgoglio per il Gruppo Piaggio e per tutta l’industria, non solo motociclistica, italiana. Capacità di innovazione, coraggio nel riuscire ad anticipare i tempi, spirito competitivo, amore per il prodotto e attenzione meticolosa alla qualità delle produzioni sono i talenti che Moto Guzzi ha saputo unire negli anni ad un rapporto unico con il suo territorio. Dal 1921 a oggi, ogni Moto Guzzi che ha percorso le strade del mondo è infatti nata nello stabilimento di Mandello, proprio lì dove la storia ebbe inizio esattamente un secolo fa. E tutto ciò continuerà anche nel suo secondo secolo di storia. Un’eccellenza tutta italiana che ha fatto la storia del nostro paese senza mai invecchiare e che continua a muovere la passione più autentica di migliaia di guzzisti in tutto il mondo”.

MGX-21
MGX-21

Per approfondire

Qui sotto trovate alcuni nostri articoli che raccontano momenti, personaggi e piloti di questo primo secolo di Moto Guzzi.

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Livrea Centenario per le Moto Guzzi V85TT, V7 e V9 in serie limitata
Libri per motociclisti. “Moto Guzzi. Dal 1921 ad oggi”
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