ISDE 21 Italia. Team Moto.It. Lo Zen e l’Arte della 6 Giorni

Piero Batini
  • di Piero Batini
Aimone dal Pozzo, Marco Aurelio Fontana, Giovanni Sommaruga. Il “nostro” Team ha fatto faville e si è guadagnato sul campo i galloni di Squadra vera. Un viaggio di sei giorni iniziato in gita e finito in Gara
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
5 settembre 2021

Rivanazzano Terme, Pavia, 4 Settembre. ISDE 2021 Italia. Team Moto.It. Ci chiedono risultati, classifiche, commenti tecnici. Fino a un certo punto della storia la quantità ha sempre esercitato un’attrattiva irresistibile, ma dallo Zen e l’Arte della Manutenzione della Motocicletta la Qualità ha preso il sopravvento insediandosi sistematicamente e definitivamente nelle intelligenze più avanzate, fino a fissarsi nella filosofia del Team Moto Punto It alla Sei Giorni Italia 2021. Per questo motivo non abbiamo mai parlato di piazzamenti ma sempre e solo di impressioni, di atmosfere, di sensazioni. Ora, per accontentare tutti, facciamo un’eccezione flash: Aimone dal Pozzo, 198°, Marco Aurelio Fontana, 205°, Giovanni Somaruga 68°. Quel che più conta, e qui quantità e Qualità si fondono, il Team ha conquistato il 36° posto sulla bellezza di ben 163, centosessantatre, Squadre di Club! Per una Gita a Tindari Nord è un risultato sensazionale, concreto. Ahimé, ora sappiamo già che con quei tre non ci si farà più vita, e che dovremo soccombere mille volte alla nostra manifesta inferiorità.

Ma torniamo alla Qualità e al bilancio che esprime. Aimone ha avuto l’idea, e ancora prima di ragionarci su questa l’ha sorpassato ed è scappata in avanti diventando progetto, esecuzione, come dice Mr. Franco indispensabile coordinazione e organizzazione. Mettere insieme un Team per la Sei Giorni non è un gioco da ragazzi, di solito lo fa un team di specializzati. Aimone ha fatto tutto da solo mentre intanto si preparava. La sua ultima Sei Giorni, infatti, risale all’inizio del millennio. È l’idea di un’avventura, nell’accezione più vasta e umana del termine, così Marco Aurelio è della partita perché è un appassionato vero cresciuto alla scuola del desiderio. La formidabile carriera ciclistica del fuoriclasse ha solo sopito quella passione, pronta ad esplodere in un’esperienza parallela in un altro mondo. Giovanni è soprattutto l’esperto, il cavallo di razza venuto dal Motocross, l’indomabile grinta di chi è cresciuto di qua dal cancelletto. Doveva essere l’avventura, anche un po’ guascona di tre amici (che è la formula che manda in delirio i social). È diventata, strada facendo, anche una cosa seria, impegnata, responsabile e attenta. Verso tutti, amici, fans, tifosi che crescevano di numero ogni giorno, partner, sponsor e direttori.

In telegrafica sintesi le dinamiche. Sommaruga è partito a palla, poi ci ha ripensato e ha calibrato le sue prestazioni, sempre notevoli, sul fine di Squadra. Fontana è il torrente in piena dell’olimpionico formato in salita e ora liberato in discesa. Fisicamente vertiginoso e moralmente galvanico, con una sola, incredibile flessione finale. Dal Pozzo, l’unico ad aver già preso le misure con la caratura dell’impegno, e dopo aver conosciuto la propria figlia prima di partire per Rivanazzano, è stato l’enzima regolatore e moltiplicatore delle forze in campo, ad un tempo generatore di Van Der Graaf e gabbia di Faraday. Un Sacchi con l’anima, per intendersi. Fatica? Difficoltà? Imprevisti? Incidenti, infortuni e/o rotture? Nell’ordine: no, no, sì ogni giorno, no assoluto. Vuol dire un piccolo bouquet di cose: perfetta organizzazione del progetto, ottima esecuzione con eccellente crescita di potenziale e consapevolezza, forza intransigente di fronte alla missione. Ora, vista alla luce di tutto questo, c’è un risultato globale attendibile? Sì, una bella amicizia e una bellissima storia in una performance esemplare!

Punto.

Marco Aurelio Fontana. “Ho fatto 3 Olimpiadi e mi mancava un po’ la quarta, mi piacciono i numeri pari. Devo dire che lo spirito olimpico è praticamente lo stesso della Sei Giorni. Sono stato aiutato da un croato quando la moto mi stava finendo in un fosso con la ruota davanti, da un americano e un italiano quando, sbagliando, stavo per lanciare la Moto in una scarpata. Non è solo Speciali, non è solo stare in Moto tanto tempo. È lo spirito, le vibrazioni, l’atmosfera. Quella è la Sei Giorni. Poi, il cronometro, i Piloti ufficiali, il supporto, i gipsies, tutto fa la Sei Giorni, ma lo spirito… è uno spirito libero. È stata una cosa pazzesca, unica, bellissima, e sono veramente contento di averla corsa con due persone che posso chiamare amici, e con le quali ho davvero vissuto, tra risate e sofferenze, consigli e condivisioni. È stato un grandissimo Team. UN GRANDISSIMO TEAM!”

Giovanni Sommaruga. “Non è facile sintetizzare sei giorni di Gara. è stata un’esperienza micidiale, pazza, molto faticosa. C’è voluto tutto, cuore, passione. Per la Moto e per un’amicizia storica, con Aimone, e un’amicizia nuova, con Marco Aurelio. Due persone meravigliose, e dalle persone meravigliose possono solo uscire buone cose. Il risultato ha marcato le persone che siamo, le ha fatte vedere. Senza strafare abbiamo portato a casa un risultato egregio. Sono felice, felice… Non ho parole, ma potrei stare qui a parlarvi, a raccontarvi per molto tempo!”

Aimone dal Pozzo. “Se hai la Moto nel sangue non puoi farne a meno. Finché ne stai lontano va tutto bene, ma appena riassapori il profumo di benzina, l’immaginazione ed il desiderio si rimettono... in moto. Six Days in Italia, praticamente dietro casa… un’occasione imperdibile! L’ho sognata, l’ho sperata e l’ho voluta tanto che lunedì mattina al primo controllo orario non mi sembrava vero. Invece era tutto vero: Sei Giorni numero 95! Nata da una sfida di tre mondi, il cross, l’enduro e la bici, si è trasformata in qualcosa di molto più grande, capace di legare le persone tra loro in un’esperienza che rimarrà a lungo nel mio cuore.

Un enorme grazie a tutti coloro che, come me, ci hanno creduto, ci hanno tifato e ci hanno supportato, oltre a mia moglie Marianna che si è presa cura della nostra piccola Vittoria da sola, nei primi giorni importanti.

Spero di raccontarvi presto qualche altra follia, perché la passione per le due ruote è senza dubbio uno stile di vita!”

 

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