Moto e hi-tech: dall'intelligenza artificiale al 5G. Capitolo 4, l'interconnessione tra i veicoli

Moto e hi-tech: dall'intelligenza artificiale al 5G. Capitolo 4, l'interconnessione tra i veicoli
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
È possibile un'integrazione più profonda tra le moto e l'ambiente circostante? La parola d'ordine è V2X
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
1 ottobre 2019

Dopo aver visto le più importanti innovazioni legate all'introduzione dell'elettronica avanzata sulla motocicletta, già a bordo dei veicoli o in produzione tra breve, in questo e nei prossimi capitoli passiamo a disegnare la possibile evoluzione futura della motocicletta. È possibile un'integrazione più profonda tra le moto e l'ambiente circostante?

L'interconnessione tra i veicoli

Già da alcuni anni molti produttori stanno sviluppando la tecnologia necessaria per permettere alle moto di trasmettere dati ad altri veicoli e alle infrastrutture per creare maggiore sicurezza durante la marcia: è facile immaginare uno scenario tutt'altro che remoto dove ai fini della sicurezza tutti i veicoli interagiscono tra di loro attraverso una rete e avvertono il conducente della vicinanza ad un incrocio, dell'approcciarsi di un altro veicolo o semplicemente dialogano con caselli autostradali, i semafori e tutto quanto possa in qualche modo essere connesso.

È chiaro che questo genere di sviluppo prescinde dal settore: avrebbe del resto molto poco senso se riguardasse soltanto le moto o soltanto le auto escludendo le infrastrutture, i ciclisti o i pedoni, perché ovviamente non renderebbe pienamente efficace la funzione di aumentare la sicurezza di tutti gli utenti della strada (ma anche di gestire meglio il traffico e la performance ambientale dell'intero sistema di trasporto pubblico/privato).

Questa tecnologia viene generalmente chiamata V2X, dove la "V" è un veicolo e la "X" può rappresentare altri veicoli, infrastrutture stradali o dispositivi intelligenti come smartphone, magari proprio indosso ad un pedone.

V2X: ecco come funziona

Il principio di funzionamento del V2X è quello della interazione fra tutti gli utenti della strada attraverso un modulo che li tenga permanentemente connessi ad una rete e generi sulla moto, sulla base delle informazioni scambiate con i veicoli e le infrastrutture, degli avvisi ottici, acustici o meccanici (vibrazioni al manubrio, per esempio) per indurre il pilota ad intervenire nelle situazioni di pericolo: un veicolo nascosto dall'incrocio o una frenata improvvisa del mezzo che precede o, ancora, l'avvicinarsi di un camion ad alta velocità o l'approssimarsi di lavori in corso sulla carreggiata vengono così immediatamente comunicati al conducente.

Tutte le comunicazioni tra i dispositivi avvengono in tempo reale e in modo bidirezionale anche se in campo automobilistico si parla di azioni automatiche da parte dell'automobile (fino a raggiungere la guida autonoma di livello 5, ovvero totalmente svincolata dall'intervento umano), tema che nelle motociclette è molto più difficile da sviluppare per ragioni sia relative alla dinamica del mezzo, sia all'accettabilità da parte dell'utenza.

Questo non toglie però che molti dei sistemi ARAS di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente non possano, e debbano, essere integrati nel V2X per sfruttarne al meglio tutte le possibilità di maggiore sicurezza: potremo così ipotizzare una moto che non solo avverte ma rallenta da sola attraverso l'ACC se nella marcia in autostrada, per esempio, vi è un brusco rallentamento dovuto a lavori.

Il progetto Ducati

Tra le case motociclistiche, Ducati ha già avviato il progetto ConVeX (Connetted Vehicle to Everything: consorzio che unisce Audi, Ducati, Ericsson, Swarco, Università di Kaiserslautern e Qualcomm Technologies GmbH) che prevede, nell'ambito della strategia rivolta allo sviluppo di nuovi sistemi e tecnologie in tema di sicurezza Safety Road Map 2025, la dotazione futura sulle sue motociclette di un sistema dotato di processori Qualcomm 9150 C-V2X (dove la “C” sta per Cellular, quindi verrebbe utilizzata la rete cellulare 5G di prossima introduzione). Attraverso la parentela con Audi e la collaborazione con Ford, al CES 2019 è stata tenuta una dimostrazione del rendimento e delle potenzialità della comunicazione tra auto, moto e infrastrutture.

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Scudo digitale

Anche Bosch ha, da un paio d'anni, avviato lo sviluppo di uno “scudo digitale di sicurezza” , questa volta su rete WLAN (cioè come una classica rete WIFI) che prevede tutta una serie di soluzioni per aumentare la sicurezza dal B2V/X (Bike to Vehicle/Everything) Communication, al Motorcycle Approaching Warning che avvisa l'automobilista dell'arrivo di una motocicletta, magari da un angolo cieco, attraverso lo scambio reciproco fino a dieci volte al secondo di informazioni su tipo di mezzo, velocità, posizione e direzione di marcia consentendo di adottare una strategia di guida più difensiva, o il sistema che gestisce le chiamate d'emergenza in caso di incidente o di panne del veicolo, fino al tracking per le moto rubate e il Telemetric Recording per la trasmissione al cloud di tutti i dati relativi alla guida e alla marcia della moto da analizzare ovunque e in qualsiasi momento.

Prematuro, ad oggi, puntare gli occhi su una soluzione in particolare: i sistemi sono tutti in evoluzione e gli standard di comunicazione V2X ancora da scegliere; c'è, infatti, ancora un nodo molto importate da sciogliere, ovvero quale sarà la rete sulla quale viaggeranno i dati e sulla quale saranno connessi i veicoli: sarà l'argomento del prossimo capitolo. Stay Tuned!

lo scudo digitale di Bosch
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