MV Agusta Setteecinquanta Sport: il tributo all'icona, in chiave moderna

Umberto Mongiardini
Una trasformazione radicale, il cui risultato è strabiliante: tecnica moderna, look nostalgico
5 settembre 2018

MV Agusta 750 Sport, una moto che non ha bisogno di molte parole, prodotta dal 1970 al 1974, è stata la moto icona del made in Italy e pensata per assomigliare alla moto guidata da Agostini, protagonista di tantissime vittorie. Pur non avendo prestazioni al top della categoria, la 750 Sport ha conquistato il cuore di tutti gli appassionati del marchio e non solo, portandosi dietro intatto tutto il proprio fascino, anche a più di 40 anni dal proprio debutto, rimanendo un oggetto di culto.
In questo articolo vi parliamo di una “special”, che special non è, effettivamente, ma di una moto plasmata al proprietario, Michele Capraro, all’interno del proprio box, per rendere omaggio alla quattro cilindri più famosa del Belpaese. I lavori sono stati tantissimi, i dettagli sono stati curati in maniera maniacale, tanto da farla sembrare una moto di serie. Ora, però, lasciamo la parola a chi ha progettato e realizzato questa MV Agusta Setteecinquanta Sport.

“L'idea di costruire una moto probabilmente è nata con me, nel senso che fin da piccolo ho sempre disegnato moto e telai per moto. Nel 2009 incontrai ad EICMA uno dei più famosi costruttori di special motorizzate MV Agustae gli dissi che avrebbe dovuto costruire una moto ispirandosi alla mitica MV Agusta 750s degli anni 60/70 ma in chiave moderna, ossia con il motore della MV F4 (ovviamente 4 cilindri) ma dopo una lunga chiacchierata restava fermo sulla sua idea: non viene bene, non sarà bella, motore troppo alto e via dicendo e così, alla fine, gli dissi che allora l'avrei costruita io (che nella vita faccio tutt'altro, mi occupo di ascensori). Bene questo è quello che mi ha spinto ad intraprendere questa avventura durata ben 5 anni, ho realizzato il telaio copiando le quote ciclistiche della Mv Brutale 750. Sono partito posizionando il motore su un cavalletto nella stessa posizione in qui si trova quando è alloggiato sulla moto campione (ovviamente in posizione statica), al motore ho asportato gli attacchi originali posti sulla testata al fine di farlo sembrare realizzato per questa moto e non una cosa posticcia.. A questo punto il telaio a doppia culla aperta necessitava di nuovi supporti e li ho realizzati ricavando un supporto tra la coppa dell'olio ed il motore. Da lì ci ho letteralmente ricamato il telaio intorno prendendo sempre i riferimenti dalla donatrice di quote, quote come la distanza e la posizione del pivot del forcellone rispetto al pignone, lunghezza del forcellone stesso, inclinazione cannotto di sterzo e cosi via. 
Una volta finito con il telaio è stata la volta delle sovrastrutture come serbatoio, fianchetti parafanghi e box sottosella per l'alloggiamento della centralina e di tutti i componenti necessari come i relè, mentre la batteria trova alloggio anch'essa sotto la sella ma in un apposito vano ricavato nel parafango posteriore, l'impianto elettrico è completamente dedicato e costruito per intero da me e che non tralascia nulla dal clacson alla sonda lambda passando da frecce, spia benzina, sensore cavalletto e persino il sensore di ribaltamento e tutto il resto di cui necessita una moto a codice ed usando tutta componentistica omologata come le frecce il faro il fanalino gli specchietti ed anche l'inclinazione della targa! Per ovviare al motore "alto" ho realizzato i collettori di aspirazione in modo da ruotare il corpo farfallato di 90° "abbassando" il motore di 15 cm.
Tutte le sovrastrutture sono in alluminio battuto in lastra e per realizzarlo il più uguale possibile al quello della 750s ci siamo avvalsi di foto trovate su internet. Anche il radiatore è dedicato, disegnato da me e poi fatto fare dal mio radiatorista preferito. La sella, invece, è realizzata su una base in Forex appositamente modellata sul telaio e poi la suddetta base è stata ricoperta di neoprene e la finitura in rosso.

La MV Agusta durante la lavorazione
La MV Agusta durante la lavorazione

Come è venuta lo si vede, il primo giro di prova è avvento a novembre del 2017 e la sorpresa è stata super positiva, quasi 500 km senza alcun problema.

Com’è da guidare? immaginate una MV F4, togliete 30 kg, puro divertimento, una vera giostra! Ed ora che ho anche risolto grazie ad una centralina aggiuntiva i vuoti di carburazione è un vero spasso, la moto frena da vera SBK volta in un fazzoletto ed è stabile e reattiva come una MV, ma copiandone le quote ciclistiche non poteva che essere cosi, anche lasciando i manubri a velocità elevata, si riesce ad arrivare fin quasi a fermarsi senza che la moto ondeggi certo, “ogni scarrafone e bello a mamma sua”, ma anche chi l'ha provata è rimasto favorevolmente colpito. In altre parole è un oggetto unico, solo la forcella e pochi altri dettagli come i blocchetti elettrici al manubrio sono "di recupero" per il resto non ha nulla di intercambiabile con nessun'altra moto al mondo! Inutile dire che quando la uso si forma una vera fola attorno alla moto ed è divertente sentire i commenti della gente che vanno da: “è una vita che non ne vedevo una in giro”, a quello che dice non sapevo che MV avesse fatto un nuovo modello.

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