Olivier Pain, alla Dakar 2015 insieme a Botturi

Piero Batini
  • di Piero Batini
Abbiamo intervistato l'ufficiale Yamaha discutendo dei programmi del team per la Dakar 2015, della nuova moto e del suo compagno di squadra, Botturi | P. Batini
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15 novembre 2014

Punti chiave

E chi non conosce Alessandro Botturi. Ma la Yamaha per la Dakar non è solo Botturi (guarda la sua intervista). Prima di Alessandro c’era già Olivier Pain, pilota ufficiale insieme al bresciano, e ci sarà anche Michael Metge. A Pain chiediamo quali sono i programmi e le ambizioni del pilota, ma indirettamente anche della Squadra.

«Diciamo chiaramente e senza falsi pudori che quest’anno alla Dakar il mio obiettivo è quello di andare a cercare la vittoria. È lo stesso obiettivo di Yamaha, e dunque siamo perfettamente d’accordo. Per me è perfetto».

 

Non avete partecipato al Rally del Marocco, ma avete ugualmente lavorato molto, per oltre un mese, sulla nuova moto. Una vera nuova moto. Che impressioni ti ha dato?

«Ottime impressioni! Yamaha ha lavorato partendo da una base nuova. La nuova WRF 450 è stata rifatta completamente, e partendo dalle indicazioni della moto precedente direi che va molto bene. Direi che si è passati decisamente a un livello superiore. Il motore è molto “forte” e la moto velocissima. Siamo riusciti a modificare le geometrie del telaio per ottenere una moto più facile da guidare e più stabile. La maneggevolezza è aumentata, abbiamo l’avviamento elettrico. Tutto questo, insieme ad altre piccole cose faranno, io credo, una bella differenza».

 

Botturi ci ha detto che la moto è davvero veloce. Sei d’accordo?

«Non solo è molto veloce, ma con un tester del “peso” di Alessandro direi che il dato è evidente. Alessandro l’ha spremuta a dovere, e i risultati velocistici sono ottimi. Botturi è forte. Non è solo un grande pilota, è anche una persona molto simpatica. Mi intendo alla perfezione con lui, mi trovo ancora meglio nella Squadra da quando è arrivato. Penso che insieme faremo una bella corsa e che insieme andremo a cercare quella vittoria che Yamaha e tutti noi desideriamo».
 

Botturi è forte. Non è solo un grande pilota, è anche una persona molto simpatica. Mi intendo alla perfezione con lui, mi trovo ancora meglio nella Squadra da quando è arrivato


Tu hai già assaporato il gusto di essere in testa alla Dakar. Poi il diavolo ci ha messo lo zampino…

«Sì, è vero. Ho avuto la fortuna, nel 2013, di fare tre giorni in testa alla Dakar. Poi ho perso la leadership per un errore di navigazione ed è diventato troppo difficile rimontare. È stata certamente una buona esperienza, e se un domani, alla prossima Dakar, riuscissi a trovarmi nella stessa situazione, credo che saprei come gestirla al meglio. Probabilmente lo farei con meno stress e più concentrazione sulla corsa e sugli obiettivi, in modo da mantenere la testa fino alla fine e salire sul gradino più alto del podio.

 

Quando una marca come Yamaha accetta la sfida, e si schiera alla Dakar con una squadra e una moto come queste, lo fa per vincere. Ci sono già delle strategie che avete studiato, e di cui magari ci puoi parlare?

«No, per il momento non abbiamo messo a punto nessuna strategia particolare. Aspettiamo la presentazione ufficiale della Dakar, a Parigi il 19 Novembre, per iniziare a riflettere sulle possibili tattiche di gara. Certamente, tra noi piloti, cercheremo di intenderci e di andare molto d’accordo. Bisogna prima di tutto creare una vera squadra, molto affiatata. Ciascuno di noi cercherà la vittoria personale, questo è naturale, ma per ciascuno di noi è altrettanto importante che sia Yamaha a vincere. Per questo è logico che ci batteremo contro i Piloti delle altre Squadre e non tra di noi. Saremo “saldati” e, se uno di noi avrà bisogno di un aiuto, sono sicuro che gli altri saranno contenti di offrirglielo».

 

Il primo obiettivo, molto bello, è dunque quello di far parte di un “vero” team?

«Questo è sicuro, e così possiamo cercare di ridare alla Dakar una mano di quel “blu” degli anni Peterhansel. Siamo sulla buona strada».

 

Ci saremo anche noi, e vorremmo che tu dessi una mano anche a noi per seguire la vostra Dakar…

«Nessun problema. Ogni sera vi darò le mie impressioni. Quelle buone naturalmente, e quelle, spero poche, meno buone. Le gioie e i dolori. Sarà un grande piacere per me!».