UK: lo stop alle auto a benzina anticipato al 2030. E le moto?

UK: lo stop alle auto a benzina anticipato al 2030. E le moto?
Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Dal 2030 nel Regno Unito non saranno più in vendita le automobili con motore termico. Lo ha detto ieri il premier britannico Boris Johnson. A febbraio si era parlato del 2035 e, almeno in un primo momento, erano state escluse le moto
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
19 novembre 2020

Lo scorso febbraio Boris Johnson aveva detto che già dal 2035 - in anticipo sulla data del 2040 stabilita dopo la Cop21 di Parigi - nel Regno Unito non sarebbe stato più possibile acquistare un’automobile, o un furgone, con motorizzazione alimentata a benzina o gasolio.

E' di ieri, invece, un'altra sua dichiarazione che anticipa ulteriormente quella data al 2030, fra meno di dieci.

Il primo annuncio era arrivato a Londra, lo scorso 4 febbraio, durante l’evento di presentazione della prossima Cop26. La prossima conferenza ONU sul clima a presidenza del Regno Unito, e con la partnership italiana, era prevista in un primo tempo a Glasgow a novembre, ma è stata rinviata al 2021 a causa della pandemia.

Johnson aveva detto allora che Londra avrebbe vietato la vendita di nuovi veicoli a benzina e diesel, ibridi compresi, già dal 2035 nell’ambito dell’impegno britannico verso la neutralità di emissioni di CO2 del 2050.
Un processo che richiederà non solo tagli alle emissioni ma anche misure compensative come la piantumazione di alberi.

Il programma era già stato stabilito, ma ponendo come data di inizio il 2040: l’anticipo era stato deciso dopo che pareri tecnici hanno dimostrato come quella data avrebbe lasciato sulle strade molte auto a motore termico anche dopo il 2050, il che avrebbe intaccando l’obiettivo del pareggio di emissioni “carbon free”.

Quella scadenza è stata però nuovamente anticipata al 2030, con una proroga al 2035 per i modelli ibridi di futura generazione, proprio mentre BoJo è alle prese con una difficile gestione della pandemia di coronavirus.

Nel fissare i dieci punti dello suo programma a tutela dell'ambiente, Johnson ha promesso investimenti per 12 miliardi di sterline nel corso del decennio e l'impegno di creare almeno 250.000 nuovi posti di lavoro nel settore green.

Nel febbraio scorso, nonostante le prime indicazioni contrastanti, il dipartimento dei trasporti britannico aveva chiarito che le moto e gli scooter non sarebbero rientrati nel programma. Anche perché le due ruote sono in una fase elettrica meno sviluppata rispetto a quella delle automobili, sono importanti per il commuting e rappresentano appena un ventiquattresimo del traffico automobilistico.

Teoricamente questo ulteriore anticipo non dovrebbe coinvolgere le moto per la stessa ragione, ma non lo è stato specificato e perciò qualche preoccupazione aleggia fra i motociclisti nel Regno Unito.

Il governo mette ancora a disposizione incentivi per l’acquisto di moto e scooter elettrici, un contributo pari al 20% del costo di acquisto e fino a un massimo di 1.500 sterline.

«Il 2020 – aveva dichiarato Johnson a febbraio - dovrebbe essere l'anno nel quale cambiamo la tendenza al riscaldamento globale, è l'anno in cui scegliamo un futuro più pulito e verde per tutti. La Cop 26 è un'importante opportunità per il Regno Unito e le nazioni di tutto il mondo per fare un passo avanti nella lotta ai cambiamenti climatici ed esorteremo gli altri a unirsi a noi nell'impegno a zero emissioni nette».

Johnson aveva ammesso che “dobbiamo chiederci se avremo abbastanza disponibilità di vetture a zero emissioni entro 15 anni” e per questo aveva chiesto al suo governo di ridurre le imposte sull’acquisto dei veicoli elettrici per renderli più convenienti.

(Articolo originale del 7 febbraio 2020, aggiornato il 19 novembre 2020)

Argomenti