Dunlop D213 GP Pro e KR 108/109: gomme da professionisti

Francesco Paolillo
Una giornata in pista con Dunlop per provare la gamma di pneumatici sportivi, con un occhio di riguardo per la nuova D213 GP Pro anteriore, e una evoluzione dei KR 108/109
18 settembre 2019

In occasione del Dunlop Day svoltosi a Misano Adriatico abbiamo avuto la ghiotta occasione di provare due novità di questo marchio, molto apprezzato nelle competizioni e tra gli appassionati della guida in pista.

Dunlop, per l’occasione, ci ha messo a disposizione una serie di BMW S1000RR 2019 gommate “in crescendo”. Come in una degustazione di vini, infatti, siamo partiti da uno pneumatico meno estremo come lo Sportsmart TT, in modo da riscaldarci e prendere le misure sia della pista ma soprattutto della moto, che ha prestazioni davvero incredibili. Sciolti i muscoli abbiamo alzato l’asticella e siamo entrati in pista con una coppia di D212 intagliati, che dopo pochi giri sono stati sostituiti con dei sempre performanti D212 GP Slick.

Tutto questo per prepararci a scendere in pista con la novità: il nuovo D213 GP Pro anteriore, mentre il posteriore per il momento non è stato modificato. Progettato e sviluppato per venire incontro alle richieste dei piloti professionisti, ma per soddisfare le esigenze anche dei partecipanti alle competizioni amatoriali, questo nuovo pneumatico è stato modificato nella struttura, che prevede sempre l’utilizzo della tecnologia JLB (Jointless Belt), cioè con le tre tele che permettono una deformazione controllata della carcassa sia in percorrenza di curva ad alta velocità, sia in fase di frenata e inserimento.

Oltre a questo i tecnici sono intervenuti anche sul profilo stesso, modificandolo in maniera tale da aumentare la zona di contatto in piega, sfruttando la minor rigidità della carcassa, e incrementandone al tempo stesso la velocità di discesa. Le mescole disponibili sono tre (PRO1 – PRO2 – PRO3), con la sola ”1” che è stata modificata nel compound.

Due le misure disponibili: la 110/70-R17 per le piccole e medie cilindrate (250-500), disponibile nella sola mescola PRO3, ed una 120/70-ZR17 per le cilindrate superiori. Per quanto riguarda il posteriore, è disponibile in due misure, 180/60 e 200/60, e ben quattro mescole differenti 0-2-3-4 (con la 3 esclusiva per il 180). Omologati per uso stradale, danno il meglio e garantiscono le prestazioni ottimali utilizzando le termocoperte, anche in presenza di asfalto caldo, con pressioni di esercizio in pista di 2,2/2,3 bar (al posteriore si può scendere fino a 1,4), ed una capacità di adattamento alla ciclistica, in questo caso quella agile e reattiva della S1000RR 2019, più spiccata rispetto al D212.

La rigidità che ha contraddistinto i pneumatici Dunlop fino ad oggi appare meno marcata, mentre rimane la sensazione di grip davvero infinito dell’anteriore con quella rapidità nello scendere in piega che all’inizio quasi ti prende in contropiede, ma che poi, prese le misure, ti fa letteralmente godere permettendoti di essere davvero rapido nei cambi di direzione (complice anche la rapidità stessa che caratterizza la ciclistica della BMW). Il grip è esagerato anche per quanto riguarda il posteriore, con perdite di aderenza più progressive rispetto alle D212 slick provate in precedenza, e con una durata del battistrada davvero apprezzabile: ma in questo Dunlop sappiamo essere una garanzia.

Nel corso della giornata abbiamo anche avuto modo di saggiare le doti del nuovo KR108/109, in una nuova evoluzione visto che è ancora in fase di sviluppo: uno pneumatico che abbiamo avuto modo di conoscere durante il test della Suzuki GSX-R1000 Ryuyo dello scorso anno. Qui l’asticella si alza ulteriormente, e le prestazioni garantite sono sfruttabili solo dai piloti professionisti che lo utilizzano in diversi campionati. La BMW S1000RR gommata con questi 200/70 e 125/80 cambia letteralmente faccia, ma al contempo mette in mostra qualche limite di assetto, che per questo genere di pneumatico dovrebbe essere decisamente più sostenuto e senza compromessi. Noi siamo arrivati a intuirne le potenzialità senza raggiungerne i limiti, che sono davvero elevatissimi in questa versione non ancora definitiva, ma che sta dando soddisfazioni nelle gare sprint come nell’Endurance e al TT.