Husqvarna Factory Cross

Husqvarna Factory Cross
Aimone Dal Pozzo
  • di Aimone Dal Pozzo
Al termine di una stagione ricca di soddisfazioni, Husqvarna ci mette a disposizione le armi letali portate in gara dai piloti ufficiali. Tanta personalizzazione alla ricerca dalla massima fruibilità e gestione della potenza
  • Aimone Dal Pozzo
  • di Aimone Dal Pozzo
20 dicembre 2016

Arriviamo nel piazzale del tempio del motocross, e già i profumi nell'aria promettono bene. Chissà perché, ma quando ci sono le moto Factory accese, l'aria circostante si impregna di odori e profumi che trasmettono già in qualche modo la loro unicità e particolarità. Non parliamo di olio di ricino, ma in qualche modo è come se lo fosse...

Inutile cercare di far finta di nulla, cercare di essere indifferenti a tanta bellezza. In realtà le moto Factory non sono più tanto così diverse dalla versione in vendita nelle concessionarie, ma la cura maniacale dei minimi dettagli trasmette una grande cura e passione per ogni bullone.

La fascetta del colore giusto nel posto giusto, la leva fresata o la piccola feritoia nel fiancantina mettono queste Husky sullo stesso piano di un abito su misura, rispetto ad uno da negozio....da fuori può sembrare uguale o anche simile, ma se parliamo di vestibilità allora è tutta un'altra cosa!

La base meccanica e costruttiva è ovviamente la medesima dei prodotti presenti in concessionaria, ma ognuna viene completamente smantellata e rimontata da capo a piedi con un’attenzione ed una cura al dettaglio maniacale. Ogni pilota ha poi le sue necessarie personalizzazioni che vengono fedelmente riprodotte su ogni mezzo, al fine di riuscire a trasmettere la massima fiducia possibile a chi sta in sella. Dopo aver provato diverse moto ufficiali, sono sempre più certo che non esiste la moto perfetta, bensì la necessità che questa diventi un tutt’uno con il pilota in termini di sicurezza e prevedibilità.

Arena del test è niente di meno che una tra le piste più insidiose del mondiale motocross, ovvero la mecca della sabbia: Lommel, in Belgio, ideale quindi per testare questi mezzi nel loro habitat naturale. Vediamo come vanno, una per una.

FC 250 Thomas Covington

Bella leggera e reattiva la piccola 250 cresce di schiena e di potenza in particolare nella zona centrale ed in alto. La sabbia di Lommel la lega un po', ma appena inquadri la cambiata diventa veramente facile galleggiare sulle buche. Particolare la posizione di guida dove troviamo in manubrio molto basso e delle leve rivolte verso il basso un po' vecchio stile.

Il comparto sospensioni è la vera chicca in quanto mangia qualsiasi asperità e dona a chi sta in sella un senso di sicurezza davvero unico.

FC 250 Max Anstie

La moto del campione inglese è simile a quella del compagno di squadra anche se dimostra più carattere e sostegno. La posizione in sella è più distesa ed il comparto sospensioni più sostenuto. Anstie ha decisamente una guida più aggressiva ed energica, oltre che ad essere più grande fisicamente, di conseguenza necessita di un sostegno maggiore.

Risultato è che questa versione appare inizialmente più legnosa, ma una volta “fatto il callo” la sua stabilità è davvero invidiabile.

FC 450 Christophe Charlier

Come molti piloti in 450 ormai la sella riporta la classica gobba al centro così da rimanere in posizione durante l'accelerazione. Manubrio abbastanza alto e dritto e leve precise. Solo il freno posteriore è particolarmente lungo di corsa. Il motore è stato addolcito anche se comunque Christophe lo preferisce abbastanza rapido a salire. Il bello è che metti la terza e ti dimentichi di cambio e frizione.

La forcella WP da 52 in alluminio, sempre a molla, sostiene davvero bene e gli inserimenti negli appoggi sono molto precisi anche se abbastanza impegnativi. Il mono trasmette una sicurezza davvero importante, soprattutto nelle curve ampie dove non ondeggia mai rimanendo sempre attaccato a terra con grande precisione. Questo elemento è fondamentale, soprattutto in una pista come Lommel dove è proprio la fiducia nel mezzo e la confidenza che ti permette di andare più o meno forte. Se sai come reagisce la moto osi, se no chiudi il gas.

FC 450 Max Nagl

Se le altre sono già belle curate e personalizzate, la gemma di punta del Team IceOne è una vera opera d'arte. La cura è maniacale e la precisione millimetrica, ogni bullone viene tirato e verificato con la dinamometrica.

La posizione in sella è la classica di Nagl, storico pilota del marchio Austriaco che predilige un manubrio basso con la leva della frizione più alta di quella del freno. Pompe originali sia per il freno che per la frizione e pinza anteriore Brembo ricavata dal pieno, davvero bella da vedere. Molto secca, poca corsa e particolarmente aggressiva.

Unica nel suo genere è la forcella, sempre WP da 52mm, ma con tecnologia ad aria che, in ordine di marcia, cambia radicalmente l'equilibrio di tutta la moto, non solo dell'avantreno che diventa sensibilmente più leggero. Come precisione sul dritto e sul veloce è paragonabile a quella tradizionale, ma è quando vai ad inserire che senti che non sforza mai. Non ti ostacola, non si punta, anzi cade quasi nell'appoggio, davvero notevole. Il mono si accoppia con altrettanta precisione e pur rimanendo bello gnucco e frenato è ottimo nelle buche più secche e profonde perché è sempre costante e non scarta mai.

Come motore troviamo un'evoluzione della serie ancora più bilanciata. La crescita di potenza è principalmente dedicata alla parte centrale della schiena, cosi da rendere il tiro talmente corposo che una volta che hai messo la terza, ti puoi tranquillamente dimenticare di cambio e frizione. Per assurdo questa 450 super potente stanca meno che le piccole 250! Nel sabbione di Lommel ho anche particolarmente apprezzato il setting del freno motore che viene impostato praticamente al minimo, quasi da due tempi. In staccata e sulle rampe dei salti infatti quando chiudi non interviene il motore in rilascio e questo agevola molto gli inserimenti ed evita i brutti avvitamenti sulle rampe.

Poter inforcare queste moto da sempre un’emozione speciale, da una parte perché ti senti pilota Factory per un giorno, dall'altra perché hai l'opportunità di avere tra le mani le anteprime di dove andranno moto e motori nei prossimi anni. E' pur vero che le Factory sono cucite addosso ai piloti, ma altrettanto che il vero scopo delle case costruttrici nel competere ai massimi livelli è quello di sviluppare per il futuro i propri prodotti testandoli sul banco di prova più democratico che ci sia.

Pregi e difetti

Pro

  • Coppia dei motori | Bilanciamento generale sospensioni

Contro

  • Posizioni in sella molto personalizzate

Sono stati utilizzati:
Casco: KYT Strike Eagle
Occhiali: Ariete
Maglia: Alpinestars Techstar
Pantaloni: Alpinestars Techstar
Guanti: Alpinestars Techstar
Stivali: Alpinestars Tech 10

Maggiori informazioni:

Moto: Husqvarna Factory 2016
Data: 18/10/2016
Location: Lommel - Belgio
Temperatura: 15°
Clima: Sole
Condizioni terreno: Pista di sabbia

Foto: Bavo Swijgers/Juan Pablo Acevedo