Rieju MR 300 2T PRO VS Ranger: TEST, enduro a confronto! Facile o cattiva?

  • Voto di Moto.it 8.5 / 10
Aimone Dal Pozzo
  • di Aimone Dal Pozzo
Rieju completa la gamma offroad con le estremizzazioni della MR Racing. Da una parte la Ranger, ottima entry level, docile e mansueta, dall’altra la Pro ovvero la versione pronto gara, potente ed efficace. Le abbiamo messe a confronto per individuarne pregi e difetti
  • Aimone Dal Pozzo
  • di Aimone Dal Pozzo
7 giugno 2021

Eccoci dopo poco tempo, nuovamente a bordo di una Rieju, anzi questa volta sono due! Dopo alcuni anni di silenzio, la storica ditta spagnola ha acquistato la piattaforma tecnologica della ex GasGas e si è rilanciata in maniera molto attiva sul mercato delle due ruote offroad. La base tecnica è la medesima provata lo scorso anno in occasione del test della Racing, ovvero il 300 due tempi a carburatore con telaio a traliccio, ma in questa occasione abbiamo messo a confronto la versione Ranger, ovvero la entry level per i meno esperti e la versione Pro, studiata per le competizioni di alto livello.

Andrea (il Perfetto), la guest star Alberto Zetti e il sottoscritto le hanno messe sotto torchio nei medesimi passaggi e percorsi al fine di individuare pregi e difetti e soprattutto il carattere delle differenti declinazioni. 

 

La MR Ranger
La MR Ranger

Come vanno

Partiamo dalle basi comuni, ovvero lo scheletro, dove troviamo per entrambe  un telaio a struttura centrale in cromo mobildeno, molto snello ed allo stesso tempo sufficientemente rigido per trasmettere la necessaria sicurezza e stabilità. Il telaietto posteriore è in alluminio, al fine di essere leggero e sostiene, al suo interno, un’ampia cassa filtro e la batteria che, oltre a garantire un avviamento elettrico ormai necessario, alimenta l’impianto luci e la centralina di gestione generale del motore. A livello di forcelle anteriori troviamo del materiale di altissima qualità ovvero le Kayaba, di dimensioni e tarature differenti a seconda del modello, mentre al posteriore troviamo il mono, sempre Kayaba, che viene abbinato ad un forcellone leggero e resistente.
Come motore troviamo una termica a due tempi di 300 cc di cubatura, abbinata all’alimentazione a carburatore, diversi per i due prodotti che riesce ancora a garantire gli standard di rispetto per l’Euro 5.
Per entrambe viene confermato l’avviamento elettrico abbinato a quello a pedale che rimane, un serbatoio da 9,8 litri senza miscelatore separato ed un peso complessivo di 105 kg.

LA RANGER
Sempre più frequente all’interno di una gamma offroad è la cosiddetta “entry level” non tanto per qualità di componenti, in quanto anche in questo caso sono di alto livello, quanto per approccio alla guida. E’ una off road studiata in maniera particolare per gli amatori e gli appassionati che vogliono avvicinarsi e divertirsi con il tassello senza timore reverenziale verso la potenza del motore e l’altezza da terra.

Un tempo era impensabile muovere anche i primi passi in sella ad una 300 due tempi, mentre oggi, con l’intervento dell’elettronica e studi sulla termica, una moto di media cubatura diventa addirittura un’alleata, grazie alla coppia dolce e lineare che riesce ad esprimere rispetto ad una 125 con al quale solitamente si approccia il mondo del tassello.

La posizione in sella è un pochino più rannicchiata rispetto alla versione Racer e Pro per avere più contatto a terra (925 mm altezza sella), anche se comunque la posizione del manubrio è bella larga e dritta ed invita alla guida in piedi.

Il motore è incredibilmente morbido ed elastico in tutta la prima parte di erogazione, tanto che ti puoi quasi dimenticare le marce. Sembra che si stia per spegnere ma in realtà è sempre pronto a darti una mano. Di contro, non è fatto per girare in alto e chiama subito le marce non appena arrivi alla zona di apertura della valvola di scarico. Anzi sembra quasi che non entri mai in coppia, come se lo fosse sempre e questo dona alla guida tanta scorrevolezza nei percorsi lenti e tortuosi, tanto che alla fine sei più veloce con questa che con la versione super kittata da gara. Non solo, ma essendo particolarmente docile non strappa e non è scorbutica con il risultato che a fine giornata sei anche molto meno stanco.

Dal punto di vista sospensioni nonostante il prezzo davvero aggressivo, troviamo un pacchetto tecnico molto interessante in quanto monta la Kayaba da 46 mm a cartuccia aperta all’anteriore con escursione da 270 mm ed un mono sempre Kayaba settato per essere molto morbido, il che permette un’ottima trazione ed una sella più vicina a terra.

Come componentistica troviamo come freni pompe AJP e pinze J.Juan (ora di proprietà di Brembo), come carburatore un Keihin da 36 mm, gomme V Rubber con posteriore da 120 di diametro.

La PRO
La PRO

E la Pro

Sul modello di punta della ditta spagnola abbiamo il top di gamma su ogni elemento della componentistica. Sali in sella e sai subito di essere su una moto pronto gara. Sella alta 960 mm da terra, manubrio con piega dritta ed alta, distanza sella, pedane, manubrio davvero ottima. La forcella Kayaba da 48 mm con trattamento DLC ed escursione da 300 mm per aumentarne la scorrevolezza, unita a questo telaio rende la PRO veramente stabile soprattutto sul veloce, in particolare sulle buche a scalino che vengono copiate molto bene anche in velocità grazie alla buona trazione del mono. Questo aspetto trasmette molta fiducia in termini di guida e ti permette di osare sempre di più e di avere sempre la moto “in mano” e la situazione sotto controllo. Dal punto di vista termico abbiamo un propulsore molto sornione e progressivo nella prima parte di erogazione e poi, nella zona dell’apertura della valvola diventa sorprendentemente potente ed esplosivo. Su questo aspetto, personalmente preferisco maggiore equilibrio, ma questa caratteristica è facilmente personalizzabile grazie alla possibilità di variare di parecchio la risposta del motore grazie alla selezione della mappatura al manubrio. Nella versione nuvoletta, l’intervento dell’elettronica è evidente e taglia in maniera importante nel punto di apertura della valvola dove questa 300 tende a diventare esplosiva. Questo aspetto rende la progressione della schiena di potenza molto più lineare, ideale per i terreni scivolosi e le situazioni più estreme. In questa versione Rieju ha optato per un carburatore più grande, sempre Keihin ma diametro 38 mm.

Anche il pacchetto freni è di altissimo livello con pinze e pompe Nissin di prima categoria con un disco NG da  260 mm flottante all’anteriore ed uno, sempre NG da 220 mm fisso al posteriore che trasmettono grande progressione e potenza. Il modello di punta è equipaggiato con molti accessori dedicati al racing come il manubrio Renthal TwinWall, cerchi Goldspeed Pro HD, mozzi anodizzati rossi, ventola del radiatore, protezioni motore e telaio Polisport, gomme Michelin e carico FMF.

Rieju dunque si conferma un’interessante opportunità per il mercato enduro in quanto offre un pacchetto davvero completo e di alto livello ad un prezzo imbattibile. La medesima piattaforma del 300 inoltre, è proposta nelle differenti declinazioni e permette di poter scegliere fra tre modelli, la Ranger, la Standard e la Pro a seconda delle preferenze e tipologie di utilizzo, quasi come se fosse un abito su misura! 
Per chi fosse intenzionato a provarla ed acquistarla è possibile andare presso i rivenditori che potete cercare sul sito ufficiale su www.rieju.es/en. In questo modo, verrete contattati direttamente da Rieju Italia che è in grado anche di spedire la moto direttamente a casa vostra!

 

PREZZI
300 MR RANGER € 6.900,00

300 MR PRO € 8.500,00

Pro e contro

Pro

  • Pacchetto telaio/sospensioni. Intuitività di guida. Prezzo

Contro

  • Gomme sulla versione Ranger. Coppia un po' nervosa nella versione Pro

Maggiori info

Sono stati utilizzati:
Aimone e Alberto

- Casco: Alpinestars 
- Occhiali : Ariete
- Maglia: Alpinestars
- Pantaloni: Alpinestars
- Guanti: Alpinestars
- Stivali: Alpinestars

Andrea
- Casco Airoh
- Completo e guanti TUR
- Stivali Alpinestars
- Occhiali Ariete 

Luogo: Oleggio Castello, Castello Dal Pozzo
Meteo: Sole, 22 gradi
Terreno: terreno fangoso, single track nel bosco

Foto di Cristiano Morello
Video di Camilla Pellegatta