Yamaha YZF-R1 2012

Yamaha YZF-R1 2012
Francesco Paolillo
La Yamaha YZF-R1 2012 riceve un leggero lifting estetico ma soprattutto un controllo di trazione per sfruttare al meglio il suo 4 cilindri a scoppi irregolari. Ora in pista ci si gode alla grande tutta la cavalleria. Costa 17.190 euro
14 ottobre 2011

La vera novità è di natura elettronica, e riguarda il traction control, finalmente disponibile anche sulla superbike di Iwata

Parto con il traction control su “6”, quello che sulla carta dovrebbe impedire sin dal nascere qualsiasi perdita di aderenza e la mappatura Standard (la B è buona per il bagnato e la A per la guida “spettacolo”). E così è.
Sotto la spinta poderosa del 4 cilindri Yamaha, il 190 posteriore fatica non poco a tenere a bada i 182  Cv erogati dal quattro cilindri di Iwata a 12.500 giri (la coppia massima è di 115,5 Nm a 10.000 giri), ed ecco che l’elettronica prende il sopravvento, e segnalando con il lampeggio di una spia sul cruscotto, riporta nei ranghi il pneumatico posteriore.
La parte tortuosa del tracciato mette in evidenza una buona rapidità di inserimento, aiutata anche dal profilo del pneumatico anteriore, che però tende a scomporre l’assetto quando si rilascia la leva del freno nella parte iniziale della curva.
In pratica, in fase di staccata la carcassa tende a flettere eccessivamente, e continuando a frenare anche nella fase iniziale di inserimento una volta che si scarica l’avantreno, rilasciando la leva del freno il pneumatico riprende “forma” troppo repentinamente, innescando degli ondeggiamenti fastidiosi che possono portare anche a un moderato sottosterzo.

Chiusura di gas, un colpetto al pulsante di selezione sul blocchetto sinistro, e scendo a livello “5”. Cambia poco, ma qualcosa cambia, in uscita di curva a gas spalancato la R1 pattina quel tanto da non mettere in apprensione il pilota, ma senza trasmettere la sensazione di “non fare strada”. Il taglio  di erogazione avviene in base alla situazione anche se solitamente la sequenza di intervento prevede la parzializzazione dei corpi farfallati, quindi  una variazione dell’anticipo di accensione, per poi tagliare direttamente l’alimentazione quando si è andati davvero oltre.
Presaci la mano scendo con il TCS a livello “4”, e qui le cose cambiano decisamente. I sovrasterzi quando si spalanca il gas senza ritegno, iniziano ad essere consistenti, e la scarsa propensione pistaiola delle Power Pure emerge in maniera decisa. Un breve assaggio dei livelli “2” e “1” mi porta a tornare sui miei passi, prima di combinare un guaio!

La frenata

I trasferimenti di carico in staccata sono mitigati in parte dal nuovo assetto del posteriore, che risulta leggermente più alto, e soprattutto dall’intervento poco aggressivo del freno anteriore, che deve essere “strizzato” per benino prima di ottenere una decelerazione consistente. Questa sua modalità di intervento permette un trasferimento di carico meno repentino, con un vantaggio per il posteriore della moto che rimane più composto. 
Tra i difetti annoverati dalla versione precedente avevo segnalato l’eccessivo calore del sottosella, e purtroppo nulla è cambiato, e l’indisponibilità dell’ABS che ancora non è possibile montare. Un passo avanti invece per la disponibilità del Traction Control e per la guidabilità in generale, che mi è parsa migliorata, ma in questo hanno avuto un ruolo fondamentale i pneumatici, come potete leggere qui di seguito.

Cambio scarpe

Il tempo di pranzare e subito dopo troviamo le nostre R1 gommate fresche. Sotto le termocoperte si intravedono però delle gomme molto più adatte alla situazione odierna. Rimaniamo in territorio Michelin, ma al posto delle Power  Pure troviamo delle più prestanti Power One 2CT (pressione a caldo 2.3 / 2.1).
Per il 2012 la Yamaha YZF-R1 passa sotto i ferri del chirurgo estetico che sapientemente le dona uno sguardo ancora più cattivo, grazie a due luci di posizione a led ai lati dei fari e a un musetto più pronunciato
Per il 2012 la Yamaha YZF-R1 passa sotto i ferri del chirurgo estetico che sapientemente le dona uno sguardo ancora più cattivo, grazie a due luci di posizione a led ai lati dei fari e a un musetto più pronunciato

Il comportamento in pista della Yamaha R1 cambia diametralmente, ed in meglio. Il grip offerto dalle Power One 2CT permette di spingersi fino ai livelli più bassi del TCS senza rischiare di giocare a Shangai con le ossa. L’intervento è meno “palpabile”, e solo in pochi punti della pista notiamo con la coda dell’occhio la spia del traction che ammicca dal cruscotto, mentre sotto le terga l’intervento è davvero impercettibile.
Avendo provato recentemente la versione priva del TCS, posso affermare che un aiuto elettronico (con la funzionalità di quello Yamaha) psicologicamente, ma anche alla prova dei fatti, aiuta non poco.
Il poter agire sul gas senza troppi preamboli, ma soprattutto poter sfruttare fino in fondo gli oltre 180 CV del 4 cilindri a scoppi irregolari, derapando quel tanto che basta a fare andare la moto più forte… è davvero gasante!
Questo TCS, senza raggiungere la sofisticazione di quelli montati sulla BMW S1000 RR, ma soprattutto quello della Aprilia RSV4 APRC, funziona davvero bene con una logica di funzionamento paragonabile a quella del sistema montato sulla Kawasaki ZX-10R, e permette alla YZF-R1 2012 un incremento prestazionale alla portata di tutti.
Non si deve essere più dei piloti per avvicinare i limiti di questa superbike, l’importante è fidarsi dell’elettronica!



Pregi


Funzionalità TCS | Prestazioni motore soprattutto ai medi regimi | Finiture

Difetti


Calore sottosella | Mancanza ABS

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Yamaha

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Via Tinelli 67/69
20050 Gerno di Lesmo (MI) - Italia
848 580 569
https://www.yamaha-motor.eu/it/it/

  • Prezzo 17.190 €
  • Cilindrata 998 cc
  • Potenza 182 cv
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Scheda tecnica Yamaha YZF R1 (2012 - 14)

Cilindrata
998 cc
Cilindri
4 in linea
Categoria
Super Sportive
Potenza
182 cv 133 kw 12.500 rpm
Peso
206 kg
Sella
835 mm
Pneumatico anteriore
120/70 ZR17M/C (58W)
Pneumatico posteriore
190/55 ZR17M/C (75W)
Inizio Fine produzione
2011 2014
tutti i dati

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