SBK 2020. Jonathan Rea, 6 volte campione del mondo!

Carlo Baldi
Il pilota della Kawasaki conquista all'Estoril il sesto titolo mondiale consecutivo
17 ottobre 2020

E sono sei! E tutti di seguito. Un record nel record. Nessuno aveva mai vinto sei titoli mondiali e nessuno aveva mai dominato per un così lungo periodo il campionato mondiale Superbike. Jonathan Andrew Rea è nato a Ballymena in Irlanda del Nord il 2 febbraio 1987 ed è un pilota cresciuto nei campionati delle derivate dalla serie. Dopo aver iniziato nel motocross, nel 2003 ha disputato il campionato inglese 125 e due gare del CEV 125.  La nota curiosa è che il giovane Johnny si cimentò nei round di Valencia e di Jerez, senza riuscire nemmeno a qualificarsi e che entrambe le gare vennero vinte da un certo Alvaro Bautista. Come sappiamo lo scorso anno Rea ha avuto modo di vendicare questa onta. 

L’anno successivo è passato alla Supersport, ma ci è rimasto solo un anno e nel 2005 ha debuttato nel BSB, la Superbike Inglese, dove ha corso per tre anni, nell’ultimo dei quali ha ottenuto il secondo posto con una Honda, dietro al vincitore Ryuichi Kiyonari. Nel 2007 il team Ten Kate lo ha inserito nel proprio team Supersport ed il nordirlandese ha ripagato la squadra olandese con un ottimo secondo posto, che gli è valso una wild card in Superbike, nell’ultima gara di Portimao. A quei tempi lo soprannominavo “l’impaziente inglese” perché correva con tanto polso e poca tattica (come cambiano i piloti…) e me lo confermò anche a Portimao. Dopo aver conquistato la prima fila in Superpole (l’ultima disputata sul giro unico) in gara1 Johnny ottenne la quarta posizione, mentre nella seconda gettò al vento una buona occasione con un dritto, che lo vide rientrare in ultima posizione e risalire sino alla quindicesima. Ma che Rea avesse del talento era fuori discussione e l’anno dopo ha disputato la sua prima e completa stagione in SBK, sempre con Ten Kate Honda. E’ restato con la casa motociclistica più grande al mondo sino al 2014, ottenendo un totale di 15 vittorie e 42 podi, oltre a due vittorie alla 8 ore di Suzuka (2007 e 2012). Un bottino che da allora nessuno è più riuscito a conquistare con la CBR.

Nel 2015 stanco di aspettare una promozione in MotoGP che non arriva mai, Rea ha deciso di legarsi alla Kawasaki. E’ stata la mossa vincente che gli ha permesso di laurearsi Campione del Mondo Superbike già nel suo primo anno sulla Ninja. E’ stato il primo dei suoi sei titoli mondiali. Il “pacchetto” formato da Rea, team KRC, Kawasaki e la ZX-10R è tutt’ora imbattibile. Come spesso accade quando un pilota domina la scena per anni, sembra che non ci siano avversari validi che gli possano contrastare il cammino. In realtà sono molti i piloti che hanno tentato di batterlo, ad iniziare dal suo compagno di squadra Tom Sykes, sino ai più recenti Alvaro Bautista e Scott Redding. Quest’ultimo in questa stagione è stato il suo più acerrimo avversario, l’unico in grado di lottare con Rea per la conquista del titolo. 

Il campionato non era iniziato nel migliore dei modi per il nordirlandese, caduto a Phillip Island in gara1, dopo un dubbio contatto con Sykes. Johnny si rifà subito nella gara sprint, ma in gara 2 viene beffato in volata dal compagno di squadra Alex Lowes, che si prende anche la vetta della classifica. Redding è tre volte terzo e torna in Europa al secondo posto della generale, con Rea solo quarto, preceduto anche dal talentuoso turco Razgatlioglu, vincitore della gara che ha aperto la stagione.

Al rientro dall’Australia il mondo si ferma per il coronavirus, e non vi è nessuna certezza della ripresa del campionato. Rea si rifugia nella sua casa di campagna con la famiglia composta dalla moglie Tatiana Watson e dai due figli Jack e Tyler. Si allena molto e attende la ripresa del campionato, che per fortuna avviene a Jerez il 31 luglio. In Spagna il cinque volte campione del mondo deve fare i conti con un Redding molto motivato, con una moto velocissima, e con la Ducati che vuole vincere un titolo che gli manca dal 2011. In gara1 Scott piega Rea, che si deve accontentare della seconda piazza. Con molta grinta Rea si aggiudica la Superpole Race che però assegna solo 12 punti, con Redding secondo. Gara2 rappresenta l’apice della stagione per l’inglese della Ducati, che vince e va in testa al campionato con 24 punti di vantaggio su Rea. Scott è costante, veloce e determinato e non ha timori reverenziali nei confronti del campione del mondo, che sembra abbia trovato pane per i suoi denti. Ma sono denti ben affilati, e Redding se ne accorge nel terzo round di Portimao. Rea piazza una tremenda tripletta e conquista 62 punti, contro i 34 di Redding. In classifica la situazione si ribalta ed è il pilota della Kawasaki che si riprende la leadership con 4 punti di vantaggio sul suo rivale. Il doppio appuntamento del Motorland, giro di boa di una stagione accorciata a soli otto round a causa del covid19, si preannuncia determinante ai fini del campionato. La pista è favorevole alla Panigale V4 che può scaricare tutta la sua numerosa cavalleria sul lunghissimo rettilineo. La prima gara è a favore di Redding con Rea solo terzo, ma nelle altre due è Johnny a tagliare per primo il traguardo. Il suo antagonista chiude al  secondo ed al quarto posto. Il vantaggio del Cannibale aumenta a 10 punti. La svolta decisiva avviene nel secondo round disputato al Motorland, quando in gara1 Redding cade ed è costretto al ritiro. Una caduta inspiegabile, che gli fa perdere feeling con la sua moto. Scott si prende subito la rivincita nella Superpole race, ma poi in gara2 viene surclassato non solo da Rea, ma anche dalla rivelazione Rinaldi, che utilizza la sua stessa moto. La situazione in classifica si fa pesante per il pilota Ducati e 36 punti sono davvero difficili da recuperare ad un pilota come Johnny, che non molla un centimetro di pista a nessuno. 

Da Barcellona in poi Rea si trasforma da dominatore a ragioniere, ed amministra il suo vantaggio che dopo il round catalano è di 51 punti. I giochi sembrano fatti e resta da capire se il sesto titolo consecutivo arriverà a Magny Cours o all’Estoril. Sotto la pioggia francese Johnny stravince gara1 e la Superpole race. Manca solo gara2 nella quale potrebbe festeggiare la sua vittoria numero 100 e, ammesso che Redding la vinca, Rea deve arrivare almeno terzo. L’inglese della Ducati non ci sta, ha una reazione d’orgoglio e si impone davanti al padrone di casa Loris Baz. Rea è terzo, ma nel finale deve cedere al rimontante Chaz Davies e termina al quarto posto. Mentre nel suo box si rimettono negli scatoloni le magliette celebrative, il nordirlandese si presenta scuro in volto in sala stampa: “Non avevo trazione”. 

Si arriva in Portogallo con Rea che ha 59 punti di vantaggio sul suo unico rivale. La matematica dice che in gara1, anche nel caso di una vittoria di Redding, al nordirlandese basterebbe conquistare tre punti per laurearsi campione. In Superpole succede di tutto e sia Johnny che Redding cadono e sono costretti a partire rispettivamente dalla quinta e dall’ultima fila dello schieramento di gara1. Allo spegnersi del semaforo Rea parte come un forsennato ed in pochi giri è terzo. Al sesto giro la Ducati di Redding si ferma malinconicamente a bordo pista. Rea taglia il traguardo al quarto posto è campione del mondo per la sesta volta!