SBK 2020, Alex Lowes: un compagno scomodo per Rea

SBK 2020, Alex Lowes: un compagno scomodo per Rea
Carlo Baldi
Il team KRT ha portato a termine la maturazione di Alex Lowes, che era iniziata lo scorso anno con il coach Niccolò Canepa. Un avversario in più per Rea, e per di più con la sua stessa moto
3 marzo 2020

Per la prima volta da quando corre in Superbike, Alex Lowes è in testa alla classifica del mondiale. L’inglese, che compirà 30 anni a settembre, a Phillip Island ha vissuto un weekend fantastico. Nella prima gara è arrivato secondo in volata, staccato di soli 7 millesimi da Razgatlıoğlu, nella sprint race ha perso il podio per un decimo di secondo ed in Gara-2 ha conquistato la sua seconda vittoria da quando corre in Superbike (la prima a Brno nel 2018). Un inizio folgorante quanto inatteso, perché nelle prove ufficiali di inizio settimana Lowes era stato solo dodicesimo nella classifica dei tempi, per giunta con una caduta nella seconda giornata.

In realtà Alex stava lavorando con la sua squadra prima di tutto per adattarsi alla sua nuova moto, e poi per imparare a guidarla al meglio anche con le gomme usurate, un fattore che spesso si è rivelato determinante sulla pista australiana. Il Lowes visto nelle gare di Phillip Island è solo un lontano parente del pilota che con la Yamaha collezionava qualche podio, ma soprattutto tante cadute.

La sua maturazione era iniziata lo scorso anno, quando al suo fianco è comparso Niccolò Canepa. Per ammissione dello stesso Alex, l’esperto pilota italiano, con il doppio compito di tester del team Pata Yamaha e coach di Lowes, lo ha aiutato a migliorare la propria guida e a leggere la gara diversamente da come aveva fatto sino ad ora. Le cadute sono drasticamente diminuite ed è arrivato il terzo posto in campionato, un risultato mai raggiunto in precedenza.

Dopo aver iniziato in 125, Lowes era passato alla Stock 600 ed in seguito alla Stock 1000 europea, per poi ritornare a casa e correre nel BSB dal 2011 al 2013, quando si è laureato campione. L’anno successivo Paul Denning lo ha chiamato nel mondiale Superbike nel team Crescent Suzuki, dove è rimasto per tre anni, concludendo decimo ed undicesimo nella classifica piloti. Nel 2016 tutto il team è passato alla Yamaha e Denning, che stravede per Alex, ha convinto la casa dei tre diapason a tenerlo nella squadra ufficiale. Il primo anno l’inglese è solo dodicesimo, ma mano a mano che la R1 migliora, lui scala le posizioni della classifica: quinto nel 2017, sesto nel 2018 e come abbiamo visto terzo nel 2019. Ma alla Yamaha i piazzamenti non bastano più, vogliono vincere. Puntano tutto sull’astro nascente Razgatliuoglu ed il sacrificato è lui, Lowes.

Ma come si dice: si chiude una porta e si apre un portone. Per Alex il portone è quello del team KRT, che deve sostituire Leon Haslam. E’ un cambiamento sostanziale, che lo porta in quello che si può considerare attualmente il miglior team del mondiale Superbike, su di una moto che ha raggiunto lo stato dell’arte e che non ha segreti per i tecnici della squadra spagnola, capitanati da Marcel Duinker (ex capotecnico di Sykes e Haslam), che diventa un’importantissima guida per il ventinovenne pilota inglese. Nei test invernali e nelle prove ufficiali di Phillip Island il Crew Chef gli insegna a guidare la Ninja, e nelle prove della gara lo obbliga ad utilizzare solo gomme usurate. I risultati li conoscete, e non a caso nelle interviste del dopogara il compagno di squadra di Rea ha pubblicamente ringraziato Duinker per la sua vittoria.

Siamo solo all’inizio del campionato, e come sappiamo la pista australiana è molto particolare, ma senza dubbio, quando è ormai vicino ai trent'anni, Lowes sembra aver raggiunto la maturità necessaria per restare ai vertici della Superbike.

Bisognerà vedere come la prenderà Rea. Che come abbiamo visto in passato con Sykes, non ama i compagni di squadra scomodi...