SBK 2021. Le pagelle del GP d’Argentina

Carlo Baldi
Toprak non capitalizza una netta supremazia. Rea fatica come sempre, mentre è grande Ducati non solo con Redding, ma anche con Bassani e Rinaldi. E ora una pausa di un mese…
18 ottobre 2021

Alla fine Toprak Razgatlioglu non è riuscito a capitalizzare tutto il vantaggio che aveva dimostrato di avere prima nelle prove libere e poi nelle prime due gare, e riparte dall’Argentina con sei soli punti in più di vantaggio su Jonathan Rea rispetto a quanti ne aveva dopo il round di Portimao. A San Juan la sua R1 non l’ha tradito e solo nella gara lunga di domenica ha mostrato un assetto difficile, messo probabilmente in crisi dalle temperature diverse rispetto alle gare precedenti. Rea ha ammesso che gli ci vorrebbe una nuova Ninja, invitando quindi gli ingegneri della casa di Akashi a farla davvero e non a modificare quella attuale come avvenuto lo scorso anno. Sul tracciato sudamericano la Ducati è sempre andata forte ma per portarla alla vittoria, scardinando la supremazia Yamaha e Kawasaki, ci sono voluti un grande Scott Redding, un sempre più sorprendente Bassani ed un volitivo quanto alterno Rinaldi. 

Senza pioggia la BMW ha navigato nelle posizioni di rincalzo con un positivo Van der Mark, mentre è tornata nella zone basse della classifica la Honda, sia con Haslam che con Bautista. E ora dovremo aspettare oltre un mese prima di assistere all’ultima puntata che si dovrebbe disputare in Indonesia. Sempre che riescano a terminare il faraonico circuito di Mandalika. Assurdo che un campionato così spettacolare ed incerto veda la propria conclusione solo a fine novembre, dall’altra parte del mondo e quando in Europa è notte fonda.    

La Supersport ha invece laureato campione Dominque Aegerter, ponendo fine alla supremazia del team Evan Bros. comunque secondo con Steven Odendaal. Lo svizzero è l’ultimo Campione della Supersport vecchia maniera. Il prossimo anno si cambia tutto, secondo un regolamento... che ancora non esiste. Un giorno forse capiremo quali logiche seguono queste decisioni e queste tempistiche, ma nel frattempo leggete i nostri giudizi sui protagonisti del weekend di San Juan in Argentina.

Toprak Razgatlioglu – voto 9,5 – Il turco non ha capitalizzato la netta supremazia dimostrata in prova e nelle prime due gare dominate senza lasciare scampo ai suoi avversari. In gara2 lamenta uno scarso grip della sua R1, ma non vorremmo fosse stato invece un po di “braccino” quello che lo ha portato a cedere sia nei confronti di Redding che di Rea. Aumenta il suo vantaggio sul nordirlandese, ma è tutto rimandato all’ultimo round. Trenta punti non sono pochi e dovrebbero bastare per un titolo che si merita in pieno. 

Scott Redding – voto 8,5 – Senza la scivolata alla prima curva di gara1 questo avrebbe potuto essere il suo weekend (quasi) perfetto. Si è aggiudicato la Superpole, ha ottenuto il secondo posto nella gara sprint ed ha dato una grande dimostrazione di forza vincendo gara2. Ora anche la matematica lo condanna, ma da metà campionato in poi è stato senza dubbio sullo stesso livello di Razgatlioglu e Rea. E’ senza dubbio il pilota Ducati  maggiormente in grado di sfruttare il potenziale della V4 ed è quindi giusto... che vada in BMW.    

Jonathan Rea – voto 9 – Quando non può vincere Jonny limita i danni e lo ha fatto anche a San Juan, salendo sempre sul podio e riuscendo a tenersi dietro Toprak in gara2. Da persona intelligente qual è sa che il binomio Rea/Kawasaki è inferiore a quello Razgatlioglu/Yamaha e questo traspare da alcune sue dichiarazioni. Però una cosa è certa: ci proverà sino a quando non sarà la matematica a condannarlo. 

Axel Bassani – voto 9,5 – Il “Bocia” ha avuto la sua definitiva consacrazione in Argentina ancor più che a Most, dove salì sul secondo gradino del podio in una gara condizionata dalla pista bagnata. Sino ad ora la Superpole e la gara sprint non erano certo i suoi cavalli di battaglia, ma in Argentina ha conquistato la prima fila e poi il podio nella Superpole Race, dimostrando di essere un pilota completo. Per un rookie di 22 anni non è male.

Michael Ruben Rinaldi – voto 7,5 – Se non migliora in Superpole rischia di compromettere la gran parte delle sue gare. Nelle due gare lunghe riesce a recuperare. Sabato conquista il podio e domenica è quinto. Nella gara sprint 10 giri non gli bastano per riprendere i primi. Gira spesso più forte dei primi, ma deve partire più avanti se vuole stare con loro. 

Michael Van der Mark – voto 7 – Con la Yamaha su questa pista era salito sul podio, ma ora guida la M1000RR e non può fare miracoli. Si mantiene sempre tra la quinta e la settima posizione, regalando alla casa tedesca una costanza di rendimento che nemmeno Sykes era riuscito a dargli. 

Andrea Locatelli – voto 6 – Mister Quartoposto in Argentina, su di una pista a lui sconosciuta, non si ripete. Fatica a trovare un assetto che gli consenta di esprimersi al meglio e resta lontano dai primi.

Garrett Gerloff – voto 6 meno – La crisi sembra alle spalle, ma mancano i guizzi che lo hanno posto all’attenzione di tutti nel finale dello scorso anno. Due volte ottavo (compresa la Superpole) e due volte settimo. Non è ancora il vero Gerloff.

Chaz Davies – voto 5 – A parte in gara2 (dove è nono) non centra nemmeno la top ten. Non gliene facciamo una colpa, ma è normale che una volta che un pilota ha deciso di ritirarsi gli manchino gli stimoli giusti. Ma allora perché tornare (soprattutto dopo che Baz ha dimostrato cosa si può fare con quella moto)?

Alvaro Bautista – Leon Haslam voto 5,5 -  Se escludiamo la gara di sabato, i due sono sempre andati a braccetto, terminando uno davanti all’altro in decima ed undicesima posizione. Dov’è finita la Fireblade che ha corso a Jerez e a Portimao?      

Leandro Mercado – voto 6,5 – Davanti agli appassionati tifosi argentini Tati da il massimo, ma raccoglie solo un punto. Visto quanto hanno fatto le Honda ufficiali non ce la sentiamo di dargli un’insufficienza ed i suoi siparietti con i tifosi e le bandiere ci hanno stretto il cuore. 

Dominque Aegerter – voto 10 - Lo svizzero ha dimostrato sin dai test invernali di essere di un’altra categoria. Ha dominato e vinto un campionato pur saltando due gare per correre in MotoE. Se avesse corso per il team Evan Bros avrebbe fatto come Locatelli, ma ha comunque portato in cima la mondo anche la R6 del team Ten Kate, che non vinceva un mondiale da 11 anni. La speranza è che ora riescano a reperire il budget necessario per passare in Superbike.