My365Days: il giro del mondo in 365 giorni/parte 1

My365Days: il giro del mondo in 365 giorni/parte 1
Un’avventura in motocicletta da Bologna a New York, dall’Asia all’Australia, dall’Argentina risalendo il Sud America fino ad approdare in USA, con solo una tenda come tetto
15 marzo 2017

Il sogno di una vita che prende forma, e che il prossimo 31 maggio sarà realtà. Mi chiamo Mauro Chieffo, ho 41 anni e vivo a Bologna, città dove sono nato e cresciuto. Una sola passione: la motocicletta e l’avventura di un giro del mondo in solitaria alla scoperta di terre lontane, attraverso le rotte storiche degli esploratori di ieri, oggi divenute le vie ambite di noi motoviaggiatori.

Un viaggio estremo da compiersi in soli 12 mesi, dove le uniche prerogative sono: leggerezza, utilità ed autonomia. Porterò con me l’essenziale per sopravvivere ogni giorno, visto che dall’alba al tramonto sarò in sella alla mia Bmw R 1200 GS ADV che mi accompagna dal 2009, oggi con i suoi 70.000 km, ma rivista e preparata proprio per un’avventura estrema.

Ma un viaggio, fine a sé stesso, qualunque esso sia, non ha sapore se non lo si arricchisce di una prospettiva che non sia solo propria... All’Associazione Bimbo Tu Onlus di Bologna, che ho deciso di sostenere, dono la mia aspettativa con l'intento di portare loro visibilità e, spero, un contributo da parte di coloro che seguiranno il mio percorso sul web.

 

www.my365days.it è il mio blog, dove potrete acquistare le T-shirt e le felpe di my365days contribuendo personalmente a sostenere Bimbo Tu Associazione Onlus per i bambini colpiti da malattie del sistema nervoso centrale e/o tumori solidi. Basta un semplice gesto per fare “un mondo di bene” ed è questo che mi aspetto dai lettori che vorranno accompagnarmi nel giro del mondo.

Parto con una sola consapevolezza, la moto, e questo mi accomuna a tutti gli altri motoviaggiatori che all’insegna di una meta, o semplicemente senza ricercarne una, assaporano l’emozione della libertà. Oggi vi presento “Il mio giro del mondo!”

Pensarlo e dirlo mette i brividi, scatena adrenalina, pensi di avere tutto il tempo a tua disposizione per poter vedere i luoghi che hai sempre sognato. Guardi il planisfero sognando ad occhi aperti, tracciando rotte ipotetiche, poi la realtà delle cose ti riporta con i piedi per terra.

Nella sua pianificazione, in funzione di alcuni fattori, ho dovuto ridimensionare il viaggio per la parte asiatica, principalmente per i seguenti motivi: chilometraggio, quindi scelta di mete/destinazioni/tracciati coerenti con la prima parte conclusiva del percorso, ovvero, arrivare in Australia.

Usura delle gomme, consumo, carburante e tagliandi, tra loro strettamente collegati con un unico obiettivo: efficienza. Sulla carta tutto, più o meno, collima, ma si è consapevoli che incognite e variabili saranno una certezza della quale dovrò tener da conto.

Ho iniziato a documentarmi, collegandomi al sito www.viaggiaresicuri.it, ho attinto ad informazioni primarie relativamente alla documentazione necessaria per l'accesso al Paese che intendo attraversare, alla mobilità all'ingresso del proprio mezzo e alla situazione sanitaria, con indicazioni di eventuali vaccinazioni obbligatorie e/o consigliabili.

Obbligatoriamente, per l’Oriente, si è costretti a prenotare i visti dall’Italia avvalendosi di agenzie.

I visti non si possono richiedere troppo tempo prima dalla partenza, in funzione della loro validità; quindi, l’ansia vi accompagnerà per tutto il tempo dell’organizzazione. I documenti fondamentali per questa tipologia di viaggio sono:

  • il Carnet de Passages en Douane (CPD)
  • La patente internazionale, nel mio caso sono di due tipi in funzione delle convenzioni internazionali adottate in alcuni Paesi che visiterò: il modello "Ginevra 1949" e il modello "Vienna 1968".
  • Per alcuni Paesi, come ad esempio il Pakistan, occorre avere con sé il libretto di circolazione internazionale, ovvero, una traduzione multilingue del libretto di circolazione del veicolo. Il documento rimanda ad una convenzione internazionale del 1926.

“Non pensare a come potrà essere…”, questo è ciò che mi sono ripromesso: vivrò l’emozione cogliendone l’essenza quando sarà il momento, km dopo km, dal prossimo 31 maggio. Quando decisi che avrei intrapreso questo viaggio, iniziai a documentarmi, oltre che sull'ingresso in alcuni Paesi, anche sulla spedizione della moto per via mare e/o via aria… Credetemi, non è così semplice!

La rotta originaria per la prima parte del viaggio prevedeva che io percorressi la “Via della Seta”; mi sarebbe piaciuto attraversare la Cina entrando dallo Xinjiang, ma l’ingresso con il proprio mezzo è risultato essere difficile e dispendioso. Stessa cosa è valso per la Birmania e, da quest’anno 2017, anche per la Thailandia.

Questi Paesi richiedono che siate in possesso di una lettera d’invito rilasciata da un residente, e che siate accompagnati, nel percorso che dichiarate di voler fare, da un tour operator/guida. Tutto ciò richiede un’organizzazione a monte ed un impegno di denaro, limitando fortemente lo spirito di libertà del viaggio, quindi ho soprasseduto.

I mesi trascorrono nella pianificazione e organizzazione, e finalmente giungo a tracciare il percorso finale del mio giro del mondo. Per la prima parte del viaggio, l’Oriente, i Paesi che attraverserò saranno: la Grecia, raggiungibile con traghetto da Ancona, a seguire la Turchia, l’Iran, il Pakistan, l’India ed il Nepal. Devo arrivare in Australia, e non potendo attraversare Paesi come Cina, Birmania e Thailandia, imbarcherò la moto a Katmandu avvalendomi di un fly cargo, che la trasporterà a Singapore per poi proseguire per Darwin (Australia).

Ho passato settimane alla ricerca dei cargo per riuscire ad organizzare il trasporto della moto in l’Australia e dall’Australia al Cile: punto di riferimento Horizonsunlimited, il portale per antonomasia dei motoviaggiatori. Ma non è bastato, visto che le informazioni di alcuni post erano datate, le verifiche hanno richiesto tempo, ma alla fine sono riuscito a trovare i contatti giusti.

365 giorni sembrano essere stretti per il giro del mondo avendo come meta New York, gran parte del tempo è stato speso per organizzare la sua prima parte. I visti per Iran, Pakistan e India vanno richiesti con determinate cadenze. Per l’ingresso in Nepal il visto potrò tranquillamente farlo direttamente al border.

Volendo entrare negli Stati Uniti d’America nel 2018, ho sostenuto un’intervista presso il consolato americano di Milano giustificando le motivazioni del mio passaggio in territorio iraniano. Se tutto andrà come ho pianificato, arriverò in Australia la prima settimana di agosto 2017, per poi sbarcare in Cile a settembre alla volta dell’ Argentina, fino alla fine del mondo.

Dalla Patagonia risalirò il Sud America attraversando la parte ovest del continente fino ad approdare negli Stati Uniti. Ragazzi vi terrò aggiornati nelle prossime settimane sulle altre fasi dell’organizzazione di my365days.

A presto!

Mauro Chieffo

Foto: Giacomo Brini

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