Jorge Lorenzo/Honda, quale futuro?

Jorge Lorenzo/Honda, quale futuro?
Giovanni Zamagni
Dopo quasi due mesi di assenza per infortunio, Jorge torna finalmente in pista. L’aspetto fisico è però secondario rispetto a quello tecnico e umano: come verrà accolto dentro al box dopo i tentativi fatti per andare in Ducati? La frattura è insanabile? No, ma per lo spagnolo non sarà facile farsi “perdonare” dai giapponesi
20 agosto 2019

Il ritorno di Jorge Lorenzo sulla Honda RC213V è sicuramente l’evento più importante del GP di Gran Bretagna. Per diversi motivi: perché stiamo parlando di un pilota fortissimo, un cinque volte campione del mondo; perché la HRC è la più grande Casa motociclistica; per tutto quello che è successo in queste settimane, in particolare alla vigilia del GP d’Austria.

Lorenzo sembra fisicamente pronto: ogni giorno, attraverso i social, fa sapere di stare bene, posta foto mentre si allena duramente, senza apparenti problemi alla schiena, infortunata al GP d’Olanda con la frattura di due vertebre.

Dopo tanti mesi di assenza, non si può pretendere che sia al massimo della forma, ma Jorge si è preso - giustamente - tutto il tempo necessario per recuperare ed è quindi ragionevole pensare che non avrà problemi, perlomeno dal punto di vista fisico. Ma l’aspetto psicologico come sarà? Come verrà accolto nel box dal team manager Alberto Puig, dal direttore tecnico Takeo Yokohama e da tutti i responsabili giapponesi? Questo è il punto.

Frattura insanabile

Nonostante tutte le difficoltà di questi mesi, Puig continua ad avere grande fiducia nelle qualità del suo pilota: “E’ uno dei pochi a poter battere Marquez a parità di moto” ha ripetuto anche in Austria.

Alberto non è uno diplomatico, se lo dice è perché lo pensa veramente: questo è un punto a favore di Lorenzo. Ma su come saranno i rapporti dentro al box i dubbi ci sono, eccome: troppi gli episodi che hanno fatto arrabbiare la HRC.

Il primo è il viaggio alle Maldive fatto da Lorenzo a luglio, dopo il GP di Germania: evidentemente era stato programmato da tempo. Ma ai responsabile della Honda è parso totalmente fuori luogo: “Ma come, ha due vertebre rotte e si fa 12 ore di aereo, invece di stare a casa a curarsi e a fare fisioterapia?” hanno più o meno pensato. Ma soprattutto Lorenzo ha provato a tornare in Ducati, ha sondato il terreno, ha cercato una possibilità di uscita dalla Honda. Capibile, visti i (non) risultati: qualsiasi altro pilota avrebbe fatto lo stesso. Ma la HRC non ha la stessa comprensione e vive questa scelta di Jorge come uno "sgarro", una mancanza di riconoscenza per il lavoro svolto in questi mesi, con tutti i tecnici impegnati al massimo per trovare una soluzione adatta allo spagnolo.

Ricordate il viaggio in Giappone di Lorenzo a giugno? Mai era stata fatta una concessione così grande, tanto che lo stesso Marc Marquez si è risentito di tutta questa attenzione. Ecco quindi che i contatti con la Ducati vengono vissuti in Honda come un “tradimento” e per Lorenzo non sarà facile riscostruire i rapporti dentro al box. Un problema in più da affrontare per Jorge: oltre a una situazione tecnica per lui complicata e a una forma fisica tutta da verificare, anche un clima inevitabilmente poco sereno con gli uomini di vertice.

Dovrà essere molto bravo ad affrontare tutto al meglio. Il contratto, ufficialmente, scade a fine 2020: per stare insieme ancora così tanto tempo bisogna riscostruire la fiducia, che in questo momento non c’è più.