Le pagelle del GP di Francia

Le pagelle del GP di Francia
Giovanni Zamagni
Nove per il campione del mondo; 8 a Rossi, peccato per l'errore; 8 anche a Bautista e a Pol Espargaro. Sei a Pedrosa, reduce da una operazione e 4 a Lorenzo in crisi nera. Bella gara per Dovizioso, sempre miglior pilota Ducati, 7 | G. Zamagni, Le Mans
19 maggio 2014

Punti chiave

MARC MARQUEZ VOTO 9
Un primo giro “rilassato”, forse per eccesso di sicurezza. Ma il suo vantaggio rispetto ai rivali è così grande che si può permettere questo e altro: recuperare per lui è facilissimo. Sembrava di essere alla “playstation”, con Marquez che scartava a destra e sinistra gli “ostacoli” (fiori di campioni) che trovava sulla sua strada come se niente fosse. Sarà anche un’impresa “impossibile”, ma sono sempre di più quelli che pensano che le potrebbe vincere tutte. Io sono fra questi.


VALENTINO ROSSI 8
Peccato per l’errore al 13esimo giro: il risultato finale non sarebbe (probabilmente) cambiato, ma almeno avremmo visto qualche battaglia in più, perché Rossi non è certo uno che si fa passare facilmente. Venerdì era partito male, sembrava in difficoltà, ma sabato è tornato veloce e competitivo come nei primi GP, confermandosi come l’unico che almeno prova a fare qualcosa per interrompere l’egemonia del fenomeno spagnolo. In quanti, alla vigilia, avrebbero scommesso in simili prestazioni? Sinceri, però…


ALVARO BAUTISTA 8
Dopo tre cadute e un GP di Spagna tutt’altro che esaltante, il pilota del team Gresini torna nelle posizioni di vertice, conquistando il terzo podio in MotoGP. Il suo posto per il 2015 vacilla come un castello di carte: può salvarlo solo con prestazioni così.


POL ESPARGARO 8
In qualifica sembrava che il suo secondo posto fosse casuale («non so bene come ho fatto a ottenere questo tempo» aveva ammesso candidamente), ma in gara ha dimostrato di avere le qualità per stare insieme ai migliori, resistendo nel finale anche agli attacchi, per la verità sterili, di Pedrosa. Bravo davvero.


DANI PEDROSA 6
Se non fosse reduce dall’operazione all’avambraccio destro, non arriverebbe certo alla sufficienza. E poi, ammettiamolo, non deve essere facile condividere il box con uno che ti sta sempre davanti dal primo giro di venerdì mattina all’ultimo di domenica pomeriggio. Non c’è niente da fare: Calimero!

Lorenzo è in crisi, crisi nera, della quale non si vede l’uscita. Prima del via, il campione della Yamaha era convinto di salire sul podio


JORGE LORENZO 4
E’ crisi, crisi nera, della quale non si vede l’uscita. Prima del via, il campione della Yamaha era convinto di salire sul podio e di giocarsi addirittura la vittoria, ma già alla prima curva le speranze di tornare protagonista sono svanite. Difficile capire cosa stia succedendo: le sue spiegazioni sono tutt’altro che convincenti, il suo nervosismo evidente. E, purtroppo per lui, è così da febbraio.


STEFAN BRADL 5
Nove giri da protagonista, poi, inesorabilmente, le sue prestazioni sono calate. Anche lui, come Pedrosa, ha la scusante dell’operazione al braccio destro, ma dopo le qualifiche aveva dichiarato di non avere problemi fisici. La realtà, purtroppo, è che quelli che vanno forte hanno un altro ritmo.


ANDREA DOVIZIOSO 7
E’ sempre il miglior pilota Ducati: in prova fa faville, in gara ottiene con continuità il miglior risultato ottenibile. Con quella moto, di più non si può fare: speriamo che non perda la pazienza.


ALEIX ESPARGARO 5
Aleix dove sei finito? Un’altra crisi difficile da spiegare.


BRADLEY SMITH 4
Sembrava in grande crescita ma, purtroppo, i primi GP sembrano l’eccezione, non la regola. Il britannico aveva faticato molto nelle categorie più piccole, difficile che riesca a esplodere in MotoGP.


CAL CRUTCHLOW 5
Prima di fare un dritto al 23esimo giro, era a meno di un secondo dal compagno di squadra. «Questo è il livello della Ducati» ha giustamente sottolineato: al contrario del Dovi, sembra già aver perso la pazienza.

Andrea Iannone
Andrea Iannone


ANDREA IANNONE 4
In qualifica non fa mai un giro da solo e, questa volta, si è pure beccato un punto di penalità sulla patente per aver creato una situazione pericolosa con Marquez. Ma il peggio l’ha fatto in gara: prima ha toccato Hayden (caduto), poi si è steso al secondo giro. Il talento c’è, ma da solo non basta.


HONDA RC213V VOTO 9,5
La moto perfetta non esiste, ma qui ci siamo vicini: fantastica in frenata, in inserimento, in accelerazione. E’ vero che la guida un fenomeno, ma la RC213V è davvero eccellente.


YAMAHA M1 8
Ha ragione Rossi: “La Yamaha è una moto fantastica, ma la Honda va un po’ meglio”. E’ così: il problema è che quel “po’” è difficilissimo da ottenere.


DUCATI GP14 5
Come nel 2013: ci si illude in prova, si torna sulla terra in gara, con un distacco medio di un secondo al giro. Del resto, finché le modifiche sono minime (qualcosa sul telaio) e non sostanziali non si può cambiare la storia.