MotoGP. Austin 2016. Iannone: "Scusa Andrea". Dovizioso: "No comment"

MotoGP. Austin 2016. Iannone: "Scusa Andrea". Dovizioso: "No comment"
Giovanni Zamagni
Ecco cosa è successo alla vigilia del GP delle Americhe: si è parlato, tra l’altro, di “flag to flag”, appendici aerodinamiche. Oltre, naturalmente, della situazione all’interno del box Ducati
7 aprile 2016

AUSTIN Da domenica scorsa a oggi, giovedì, sono successe un po’ di cose: ecco un po’ di risposte e di valutazioni.

Dopo l’incidente tra Andrea Iannone e Andrea Dovizioso, com’è il rapporto tra i due compagni di squadra?

Non troppo buono. Iannone: «Credo che si sia parlato fin troppo di questo episodio: non è la prima volta che accade e non sarà nemmeno l’ultima. So benissimo che non bisogna ripeterlo: ho fatto le mie scuse a tutto il team, naturalmente anche a Dovizioso, che essendo un pilota intelligente ha capito la situazione e ha accettato le mie scuse». Scuse accettate, quindi? «No comment» ha risposto sarcastico Dovizioso. «Vorrei sottolineare – continua Iannone – che l’immagine sembra dire che ci ho voluto provare a ogni costo e che volessi stare davanti, ma la realtà è che con i dati può emergere qualcosa di differente, che non mi interessa spiegare. E sottolineo anche che io stavo difendendomi da Rossi, temevo mi attaccasse e in quella curva sono stato un po’ più stretto».

La mia sensazione è che la situazione all’interno del box Ducati rimane delicata.
 

Le appendici aerodinamiche della Ducati sono davvero pericolose?

Ecco cosa ne pensa Dovizioso: «E’ palese che i nostri avversari provino in tutti i modi a limitarci: noi siamo più avanti perché abbiamo sviluppato e investito su questo aspetto. E’ giusto parlare di eventuale pericolosità, ma le nostre ali si rompono facilmente (è emerso il problema perché le ali non si sarebbero rotte dopo il contatto alla prima curva tra Iannone e Marquez, NDA): propongo di fare dei test. C’è un vantaggio? E’ chiaro che c’è altrimenti gli altri non le avrebbero fatte».


Domenica, non visto in diretta, c’è stato un problema nel cambio moto di Alvaro Bautista, che ha travolto un suo meccanico, che se l’è cavata fortunatamente con una contusione a un ginocchio: cosa è successo? Il flag to flag è troppo pericoloso?

Bautista è arrivato al punto del cambio moto un po’ troppo veloce e quando ha frenato gli si è chiuso lo sterzo, finendo con il travolgere il meccanico. Per quanto riguarda il flag to flag, ecco l’opinione dei piloti.


Rossi: «Forse è da rivedere la velocità ai box, ma nel complesso non è così pericoloso. Si potrebbe pensare solo al cambio gomme, ma in quel caso bisognerebbe rivedere le moto come viene fatto alla 8 Ore di Suzuka e anche con quel sistema ci sono dei pro e dei contro».


Marquez: «E’ chiaro che stiamo parlando di un compromesso, ma secondo me è la migliore soluzione possibile. Bisognerebbe, però, che ai box ci fosse meno gente».


Lorenzo: «A me il flag to flag non è mai piaciuto, ma è comunque il compromesso migliore: bisogna studiare il modo per ridurre al massimo i rischi».


Ci sono stati problemi nei trasporti, con grandi ritardi nell’arrivo di tecnici, piloti e materiale: è tutto a posto?

Sì, dopo viaggi da leggenda, tutti sono arrivati, anche le casse delle moto: non manca nessuno all’appello.

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