MotoGP Sachsenring 2015. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP

MotoGP Sachsenring 2015. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP
Giovanni Zamagni
Quali sono state le chiavi del GP di Germania? Dani Pedrosa avrebbe potuto fare meglio? Perché Lorenzo non è riuscito a tenere il ritmo di Rossi?
12 luglio 2015

Quali sono state le chiavi del GP di Germania?

1) La scelta della gomma anteriore: montando la “38”, l’anteriore più dura di ben due “step” sul lato destro, i piloti Honda hanno potuto avere una maggiore costanza di rendimento fino all’ultimo giro;


2) La minore velocità di Jorge Lorenzo: nonostante una partenza eccezionale, con un sorpasso da applausi alla prima curva, Lorenzo ha potuto tenere un buon ritmo solo per quattro giri, non riuscendo a resistere agli attacchi di Marquez, che, una volta al comando, non ha avuto problemi a imporre il suo ritmo;


3) Il 27esimo giro: fino al passaggio precedente, Rossi era in scia a Pedrosa (i due erano staccati di 0”268), ma realizzando il suo giro più veloce, Dani è passato sul traguardo del 27esimo giro con 0”844 di vantaggio, impedendo ogni tentativo di attacco di Rossi.


Dani Pedrosa avrebbe potuto fare meglio?

Pedrosa ha perso molto nei primi giri e quando al 17esimo giro ha conquistato la seconda posizione, Marquez era ormai lontano 4”199. Marc sarebbe stato comunque difficilmente battibile, ma considerata l’espressione piuttosto stizzita di Dani a fine gara, la sensazione è che Pedrosa fosse convinto di poter dare più fastidio al compagno di squadra.
 


Perché Lorenzo non è riuscito a tenere il ritmo di Rossi?

Nel warm up erano state preparate due moto, una con il passo più lungo e uno più corto: Jorge avrebbe dovuto provarle entrambe, per poi decidere quale usare in gara. A sorpresa, però, indispettendo un po’ il team, Lorenzo ha utilizzato solo quella più lunga, avendo poi problemi in gara perché aveva poco carico sulla ruota posteriore, con conseguenti difficoltà in frenata.

 

Come è andata l’Aprilia?

Tutto sommato non male: Alvaro Bautista ha chiuso 14esimo a 50”687 da Marquez (distacco pesante), ma ha fatto meglio di tutte le Honda Open, arrivando a soli due secondi da Barbera, a 7”5 da Hernandez e a 12”5 dalle Suzuki. Lento, però il giro veloce di Bautista: 1’23”086 a 1”556 da Marquez.
 


Perché la Suzuki è andata così male?

Non se lo spiegano nemmeno dentro al box della Casa giapponese. «Probabilmente – ha detto il team manager Davide Brivio – abbiamo pagato la scarsa conoscenza di questa moto e la mancanza di dati per risolvere i problemi, con tanto scivolamento della ruota posteriore».

 

Perché Claudio Corti si è ritirato a otto giri dalla fine mentre era in ultima posizione?

Il sostituito dell’infortunato Stefan Bradl aveva poca confidenza con l’anteriore.


Giri veloci in gara

Marquez 1’21”530 (10 giro); Rossi 1’21”641 (4); Pedrosa 1’21”714 (27); Lorenzo 1’21”811 (3); Iannone 1’22”024 (4); Crutchlow 1’22”319 (11); Dovizioso 1’22”395 (11); Smith 1’22”403 (12); Hernandez 1’22”502 (2); Petrucci 1’22”595 (2)