Roberto Gallina: un mito del Motomondiale

Giovanni Zamagni
In una serata da “Ciapa la Moto”, l’incontro con l’ex pilota e team manager che ha portato al titolo Lucchinelli e Uncini in 500, sfiorandolo qualche anno prima con Ferrari. Una persona straordinaria, un uomo che ha dato tantissimo al nostro sport. Le testimonianze di Lucchinelli e Ferrari
14 febbraio 2020

Roberto Gallina: un mito per chi come me negli anni Ottanta aveva 14-16 anni e si nutriva di motomondiale, o, più in generale, di corse di moto, di competizioni. Per me, Gallina è rimasto un mito anche quando sono diventato più grande e ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare nei GP, a frequentare il paddock. Ho conosciuto tanti campioni, tanti piloti del passato (e del presente, naturalmente), ma Gallina non avevo mai avuto la possibilità di incontrarlo di persona.

L’occasione si è presentata da “Ciapa la Moto”, meraviglioso locale milanese dove “Giamba”, il proprietario, organizza serate a tema motociclistico. Quella dedicata a Roberto Gallina è stata eccezionale, con la presenza sul palco anche di: Marco Lucchinelli (campione del mondo con il team Gallina nel 1981); Virginio Ferrari (vice iridato nel 1979); il Dottor Claudio Marcello Costa (inventore della Clinica Mobile); Carlo Canzano (giornalista, curatore della prefazione del libro di Gallina), con la moderazione di Luca Delli Carri. Mancava, purtroppo, Franco Uncini (campione del mondo nel 1982), impegnato ad Austin per un controllo al circuito, appena riasfaltato in alcuni punti.
 

Nella serata piena di aneddoti e ricordi meravigliosi per gli appassionati, ho finalmente potuto conoscere Gallina, intervistarlo, parlargli a lungo (è un gran, piacevole chiacchierone), capire un po’ di più perché, in quegli anni, per vincere dovevi correre con il Team Gallina. Nell’intervista emergono tante qualità di quest’uomo che ha dato tantissimo al nostro sport. Come riconoscono anche Lucchinelli e Ferrari, ancora oggi profondamente riconoscenti a Roberto. Applausi.